30 agosto 2022

30 Agosto 2022 - tre anni di Marazico

 
La sfida continua

Eccoci al terzo anniversario di Marazico

Come spiegavo due anni fa, dopo un iniziale tentativo con Facebook, ho lasciato andare le velleitá di socializzazione del progetto per concentarmi nel mio piacere di scrivere di calcio e costruire una mia memoria personale di questo sport che tanto mi appassiona (questo aspetto spiega anche come sono diventato un po' meno rigoroso nel controllo degli errori ortografici, il progetto sta diventando sempre piú un diario personale, almeno per ora). 

Puó darsi che poi in futuro mi metta a pubblicare i post piú significativi su Facebook, magari dal mio profilo personale e senza le foto, per le quali non ho i diritti e questo ha spesso creato problemi di condivisione.

Lo scorso anno, l'anniversario aveva un sapore speciale perché l'Italia aveva appena vinto gli Europei, un evento stupendo, arrivato nel contesto di una sequenza di risultati positivi che si fermó a 37 nella semifinale di Nations League con la Spagna. Da lí in poi, solo tante amarezze, nei  risultati e nel gioco della nazionale, culminate con la mancata qualificazione per i Mondiale del Qatar. Ora la nazionale sta lentamente raccogliendo i cocci.

In questo ultimo anno, oltre alla Nazionale, abbiamo continuato (e continueremo anche questa stagione) con le seguenti rubriche:

- il mercato estivo e quello invernale

la Serie A e le fasi finali della Coppa Italia

- i 5 principali campionati europei e le coppe europee

- le partite piú attese in Italia ed all'estero

- il pallone d'oro ufficiale ed il nostro personale (tante le differenze)

- le competizioni per le Nazionali (la scorsa stagione, Nations League e Coppa d'Africa)

- il bilancio della stagione per Club e l'aggiornamento della Classifica Generale per gli Allenatori

Abbiamo inoltre lanciato le prime puntate del progetto ANNO x ANNO (non perdetevi quella del Mondiale 1982!). Questo nuovo progetto prenderá (se riesco a continuarlo) molto del mio tempo nei prossimi anni. Per gli interessati, vi sono anche dei bei progetti degli scorsi anni: le partite piú iconiche del decennio 2010-2020 e il mio pantheon dei giocatori preferiti.

Questa nuova stagione che parte ha giá portato tantissimi cambiamenti interessanti di giocatori (e qualcuno anche per gli allenatori), certo non puó ripetere le sorprese dello scorso anno quando sia Ronaldo che Messi cambiarono squadra. Mi aspetto peró altre sorprese fino alla fine del mercato e, ancor di piú, nel mercato invernale dopo i Mondiali (per la prima volta in inverno).


26 agosto 2022

CHAMPIONS - I sorteggi per la fase a gruppi - Inter nel girone di fuoco

 
Certo che l'Inter é decisamente sfigata con i sorteggi di Champions.... (snip da Gazzetta.it)

É un periodo strano: é partita la stagione calcistica 2022-23 nei maggiori campionati europei, peró il mercato non si é ancora chiuso (pessima idea secondo me, ne parleremo meglio tra una settimana). Nel frattempo, é arrivato quel momento dell'anno in cui si inizia a pregustare il grande calcio europeo, ovvero il sorteggio per le coppe, e piú in particolare, il trofeo piú popolare dello sport piú popolare al mondo, ovvero la CHAMPIONS. Per chi non ricorda come finí la scorsa, incredible, edizione, vedere qui.

Nuova Formula

Questo é il quarto sorteggio di Champions per la fase a gruppi che seguiamo su questo Blog. Per i sorteggi degli anni precedenti vedete 2021, 2020 e 2019 (quest'ultimo contiene anche una piccola storia della competizione). Sono tra l'altro gli ultimi due anni che vedremo questa formula perché la UEFA (proprio nel periodo in cui venne fuori l'idea della SuperLega) ha annunciato una nuova formula che cambierá sostanzialmente la prima fase di questa competizione .

Il Milan era testa di serie (con Real Madrid, Eintracht, Bayern, PSG, Porto, Manchester City e Ajax), mentre la Juve era in seconda fascia (con Liverpool, Chelsea, Barcelona, Atletico Madrid, Siviglia e Lipsia) e sia Inter che Napoli si trovavano in terza fascia fare le mine vaganti (con Borussia Dortmund, Salsiburgo, Shakhtar, Benfica, Sporting Lisboa e Bayer Leverkusen). Come al solito, nelle scorse settimane si sono giocate le partite di spareggio per assegnare gli ultimi 6 posti disponibili.

Come é andata per le Italiane?

Maluccio, ma meno male dello scorso anno, quando avevamo tre gruppi proibitivi su 4. Quest'anno siamo rappresentati da Milan, Inter, Juve e Napoli (che ha preso il posto dell'Atalanta). L'Inter ha sicuramente il gruppo piú difficile, dovendo vedersela con Bayern (campioni 2020) e Barcelona, ovvero le due squadre che dovette sconfiggere per vincere la Champions con Mourinho, ultimo successo italiano in questa competizione. Sinceramente la vedo molto dura per i nerazzurri e penso concentreranno le energie sul campionato.

Il Napoli ritrova il Liverpool (come tre anni fa, quando li batté con Ancelotti in panchina). Il gruppo assomiglia molto a quello dell'Atalanta di due anni fa': Liverpool e Ajax (la squadra di Gasperini fece un'incredibile rimonta e passó agli ottavi). La Juve pesca la corazzata PSG (incroci da ex per Di Maria e Kean, ma forse anche per Paredes), finalisti 2020; peró se i bianconeri tengono a bada il Benfica, dovrebbero essere tranquilli di prendere almeno il secondo posto.

Si sapeva che per il Milan non sarebbe stata facile perché le squadre in seconda fascia erano quasi tutte fortissime. Ha pescato il Chelsea di Tuchel, campioni del 2021. Le due squadre sono in contatto per un possibile trasferimento di Leao. Penso che il portoghese abbia molto da perdere ad andarsene da una squadra dove é una stella indiscussa ad una dove rischia la panchina (come Pulisic, per me giocatore fortissimo, prima di lui). Credo che i rischi principali per i rossoneri verranno soprattutto da Salisburgo e Dinamo Zagabria, due delle squadre piú temibili della terza e quarta fascia.

Gli scontri piú interessanti

Ce ne sono giá tantissimi per le italiane: Juve-PSG, Napoli-Liverpool, Milan-Chelsea, Inter-Bayern o Inter-Barcelona (tre anni fa', la prima Inter di Conte figuró molto bene al Camp Nou). Ovviamente Bayern-Barcelona sará interessantissimo perché metterá Lewandowski contro il suo passato ed il Barcelona contro l'incubo del 2020.

Tra le altre non vi sono grossi scontri di cartello: sono state molto fortunate sia l'Atletico Madrid (ancora con il Porto) che il Tottenham di Conte (Eintracht come prima fascia). Real Madrid e Manchester City trovano Lipsia e Borussia Dortmund, che peró non sembrano piú le squadre temibili di qualche anno fa'. Insomma italiane piú sfortunate delle altre, come spesso é accaduto negli ultimi anni.

Le altre Coppe

In Europa League, la Roma di Mourinho, fresca vincitrice della Conference League, ha un gruppo non troppo duro, con la sola insidia del Betis Siviglia. La Lazio invece trova il Feyenoord (ma si sá che in Europa League la parte dura é agli ottavi quando arrivano le migliori terze della Champions). Fa impressione vedere il Manchester United di CR7 in questo tabellone (credo che dopo averlo visto fará di tutto per cercare un trasferimento in questi ultimi 5 giorni di mercato). Nomi quasi sconosciuti per gli avversari della Fiorentina in Conference League (che effetto vedere il Villareal in questa competizione).

20 agosto 2022

ANNO x ANNO - Stagione 1983-84 - I sogni della Roma di Liedholm si infrangono ai rigori

 

Incredibile come spesso i rigori vengano sbagliati da alcuni dei propri giocatori preferiti: qui Bruno Conti, ad Italia 1990 Roberto Donadoni, a USA 1994, Baresi e Baggio... e via dicendo

Questo é un progetto speciale, si chiama ANNO x ANNO. Per l'introduzione ed i link alle puntate precedenti, cliccate qui. 

In questa stagione ci avviciniamo agli Europei 1984, un'edizione senza Italia purtroppo. Nel frattempo la Serie A si conferma come la competizione piú importante, anche grazie all'arrivo di tanti fuoriclasse stranieri. Io ero in seconda media a Collecchio e continuavo a giocare a calcio nel Cervo. Fu un anno particolare, con la mia classe, la sezione A, vincemmo un torneo contro tutte le altre sezioni della scuola, e poi fu l'anno in cui ebbi la mia prima morosa. Eh, le ragazze, la passione per il calcio iniziava ad avere una seria rivale.  


INGHILTERRA

É il primo campionato in cui il nome dello sponsor si affianca a quello del torneo. Tra gli scambi di mercato, da segnalare il passaggio di un certo Mark Hateley (ne parleremo ancora) dal Coventry al Portsmouth, mentre Luther Blissett, capocannoniere della scorsa stagione, é passato dal Watford al Milan. Bob Paisley, mitico allenatore vincitore di tre Coppe Campioni, lascia la guida tecnica del Liverpool a Joe Fagan. I Reds si confermano campioni d'Inghilterra per la terza volta consecutiva dopo una lunga battaglia con il Manchester United. Il gallese Ian Rush stravinse la classifica cannonieri, seguito dal giovane Gary Lineker, futura stella del calcio inglese. L'Everton vinse invece la FA Cup davanti al Watford.

SPAGNA

Questo fu l'anno in cui il Real Madrid di Di Stefano, inizió ad utilizzare giovani giocatori della seconda squadra che poi diventeranno famosi con il nome "la quinta del Buitre", in riferimento al suo componente piú famoso, Emilio Butragueno. Anche quest'anno il campionato fu molto combattuto tra Athletic Bilbao e Real Madrid, con il Barcelona subito dietro ad incalzare. I catalani affrontarono i baschi dell'Athletic alla quarta giornata, in una partita diventata famosa per l'entrata assassina di Goikoetxea su Maradona (l'Argentino rimase fuori per tre mesi, mentre il basco fu sospeso per 7 giornate). Il Real Madrid sembró approfittare dei guai delle due rivali e finí per primo il girone di andata. Durante il ritorno peró, l'Athletic riacciuffó le merengues e alla fine del campionato le due squadre si trovarono a pari punti con il Barcelona dietro per un solo punto (durante l'ultima giornata, la classifica cambió tantissime volte). Vinsero i baschi per la media reti. L'Athletic vinse anche la Copa del Rey in una finale con il Barcelona diventata celebre per una gigantesca rissa a fine partita che vide molto coinvolto Maradona, provocato con falli ripetuti durante tutta la partita. Questa fu l'ultima partita in maglia blaugrana per l'argentino, che l'anno prossimo cercherá rifugio a Napoli

GERMANIA

Tra le 18 partecipanti, le neo-promosse  Waldhof M., Kickers O. e Bayer U. avevano preso il posto delle retrocesse Schalke 04, Karlsruhe e Hertha B..  A livello di mercato, la stagione vede la partenza del danese Soren Lerby dal Bayern all'Ajax, la partenza di Horst Hrubesch dall'Amburgo per lo Standard Liegi (Belgio) e l'arrivo dell'austriaco Bruno Pezzey al Werder Brema dall'Eintracht Francoforte. Il campionato si rivelerá estremamente equilibrato, con tre squadre che finiscono a 48 punti e lo Stoccarda che si aggiudica il campionato grazie alla differenza reti. In questa stagione si mette in luce un giovane allenatore: Jupp Heynckes, che porterá il Borussia M'gladbach (BMG) al terzo posto in campionato e alla finale di Coppa di Germania, persa ai rigori contro il Bayern dell'eterno Karl-Heinz Rummenigge, capocannoniere in campionato.

FRANCIA

 Il mercato vide la l'arrivo di Eric Cantona dalle giovanili dell'Auxerre alla prima squadra.  Il Saint Etienne lasció partire Patrick Battiston (per il Bordeaux), Bernard Genghini (Monaco) e Johnny Rep (ritorno in Olanda). Il Nancy compró Francois Zahoui dall'Ascoli (ricordate Tonino Carino?) e il Sochaux cedette Yannick Stopyra al Rennes, mentre il Lilla fece esordire un giovane Rudi Garcia in prima squadra e il Bastia lascio tornare Alberto Tarantini in Argentina e Guy Lacombe passó dal Tolosa al Tours. Anche qui, un campionato molto equilibrato vide prevalere il Bordeaux sul Monaco grazie alla differenza reti. I monegaschi perdettero anche la Coppa di Francia in finale contro il Metz, mentre l'Auxerre arrivó solo terzo in campionato nonostante avesse piazzato due attaccanti nei primi tre posti della classifica cannonieri. Il PSG prima esoneró Peyroche e poi lo richiamó in primavera.

ITALIA

Non potevo non mettere Giancarlo Antognoni in questo omaggio. Uno dei giocatori italiani piú eleganti di sempre, nel 1983-84, portó la Fiorentina al terzo posto, anche se subí un altro gravissimo infortunio che lo avvicinó alla fine della carriera.

Nell'estate 1983, il flusso di talenti stranieri continuó inarrestabile, aggiungendo ulteriore fascino alla Serie A (anche se ad un certo punto alcuni trasferimenti erano stati bloccati). La Roma di Liedholm, campione in carica, acquistó Dario Bonetti dalla Samp, Francesco Graziani dalla Fiorentina e Toninho Cerezo dall'Atletico Mineiro, cedendo invece Herbert Prohaska all'Austria Vienna. La Juventus, dopo l'addio di Dino Zoff, acquistó Stefano Tacconi dall'Avellino (insieme a Beniamino Vignola), oltre a Nicola Caricola dal Bari, Domenico Penzo dal Verona, mentre Roberto Bettega si trasferiva in Canada a finire la carriera. L'Inter, che nel frattempo aveva chiamato Gigi Radice sulla panchina al posto di Rino Marchesi, cedette Juary all'Ascoli per acquistare il belga Ludo Coeck dall'Anderlecht. Dal Milan arrivó invece Aldo Serena, mentre lasciarono la squadra nerazzurra due campioni del mondo come Ivano Bordon (alla Samp) e Lele Oriali (alla Fiorentina). La partenza di Bordon tra l'altro, creó lo spazio per l'inserimento di un'altra futura leggenda neroazzurra (e azzurra): Walter Zenga, l'uomo ragno. 

Il Verona, sorpresa della precedente stagione, cambió molti giocatori: Wladyslaw Zmuda andó ai New York Cosmos e Dirceu passó al Napoli, mentre arrivarono Silvano Fontolan dal Como, Nanu Galderisi dall Juventus, Maurizio Iorio dalla Roma e Joe Jordan dal Milan. Proprio il Milan, neopromosso, si assicuró Luther Blissett dal Watford ed Eric Gerets dallo Standard Liegi, oltre a Filippo Galli dal Pescara e Luciano Spinosi dal Verona. Tra le altre squadre, gli altri acquisti da segnalare furono Amedeo Carboni, Pasquale Iachini e Paolino Pulici per la Fiorentina; i brasiliani Luvanor e Pedrinho per il Catania (oltre ad Andrea Carnevale e Fortunato Torrisi); il talentuoso Michael Laudrup alla Lazio (dal Brondby); l'olandese Wim Kieft al Pisa; Roberto Galia, Domenico Marocchino, Fausto Pari (dal mio Parma) e Pietro Vierchowod alla Sampdoria; Luigi Caffarelli e Massimo Palanca al Napoli; Walter Schachner al Torino; Fernando De Napoli, Ramon Diaz e Franco Colomba all'Avellino e, last but not least, l'arrivo di Zico all'Udinese (che acquistó anche Luigi de Agostini e Loris Pradella).

Se nell'estate 1982, l'acquisto piú importante della Serie A fu Michel Platini, nel 1983 fu la volta di Arthur Coimbra Antunes, detto Zico, il Pelé bianco del Flamengo che tanto ammirammo ai Mondiali 1982. 

Proprio l'Udinese di Zico partí molto forte, peró il duello principale fu tra Juventus e Roma (bellissimo il 2 a 2 all'andata al Comunale di Torino), mentre le milanesi delusero e il Verona si confermó ai buon livelli dell'anno precedente. La Juve vinse il girone di andata, anche grazie ad un Platini molto piú pronto per la Serie A dell'anno prima, oltre che all'affidabile Boniek (Rossi comunque segna i suoi 13 goal). Il francese vinse la classifica dei cannonieri ai termini di una bellissima sfida a distanza con Zico. Ottima stagione anche per la Fiorentina, che pure dovette subire un nuovo serio infortunio per il suo capitano Giancarlo Antognoni. La Juve vinse lo scudetto dopo aver espugnato San Siro contro l'Inter alla penultima giornata, mentre la Roma dovette consolarsi con la Coppa Italia, vinta contro l'ottimo Verona di Bagnoli, alla seconda finale consecutiva (un percorso molto simile all'Atalatanta dei giorni nostri).


La Juve di Trapattoni si confermó una corazzata fortissima, in grado di sostituire nel tempo giganti come Causio, Bettega e Zoff (e in pratica anche Furino), vincendo in Italia ed in Europa, mentre la stella Michel Platini si preparava ad un bellissimo fine stagione con gli Europei. La Roma peró non fu da meno: oltre al secondo posto in campionato e alla Coppa Italia, i giallorossi fecero sognare tutta Italia in Europa (ne parliamo qui sotto). Meno convincente fu la stagione di Inter e Milan, mentre continuarono a presentarsi come realtá sempre piú solide la Sampdoria di Mancini ed il Verona di Bagnoli. Ottima anche l'Udinese, spinta dal suo fuoriclasse brasiliano, mentre si mette in mostra Beppe Dossena con il Torino. Il mio Parma mi diede finalmente una grande gioia conquistando la promozione in Serie B sotto la guida di Marino Perani ed i tanti goal di Massimo Barbuti. Fu a quell'epoca che io iniziai a frequentare lo stadio Ennio Tardini, prima occasionalmente, poi sempre piú spesso.

Lo sponsor Ariston restó indelebilmente legato a quella Juve. Fa un certo effetto vedere Zoff in tuta sotto a Tacconi.


Erano anni in cui un giocatore della Dinamo Minsk poteva vincere la classifica dei cannonieri della Coppa dei Campioni.

Partiamo qui dalle "altre coppe" per poi dare piú spazio alla Champions in fondo alla sezione. In Coppa delle Coppe, la Juve di Trapattoni aggiunse un altro trofeo allo scudetto e si consoló per la sconfitta in Coppa Campioni dell'anno prima battendo il Porto in finale dopo aver sconfitto il Lechia Danzica, il PSG, i finlandesi dell'Haka ed il Manchester United nei turni precedenti. I portoghesi, capitanati da Fernando Gomes, erano arrivati alla finale eliminando i campioni in carica dell'Aberdeen di Alex Ferguson. Nella finale di Basilea, la Juve, in un'inedita tenuta gialloblu, chiusero la partita nel primo tempo grazie alle reti di Vignola e Boniek (Sousa per il Porto). Mi ricordo ancora la netta senzazione che mi provocó il palleggio breve e rasoterra dei portoghesi, un'anticipazione del tiki taka attuale.

Era dalla vittoria della Juve in Coppa Uefa nel 1977 che una squadra italiana non vinceva una coppa europea...

In Coppa UEFA, il Tottenham di Steve Archibald e Osvaldo Ardiles vinse la coppa superando ai rigori i campioni in carica dell'Anderlecht  (anni dopo venne fuori una storia di corruzione di un arbitro), in cui si nota la presenza di due giocatori molto noti in Italia anni dopo: Georges Grun (amato centrocampista del Parma) ed Enzo Scifo (ne sentiremo parlare ad Euro 1984). Per le italiane, il Verona uscí ai sedicesimi e l'Inter agli ottavi di finale, proprio contro l'Austria Vienna di Herbert Prohaska. La Coppa Libertadores invece, vede gli argentini dell'Independiente, guidati da Giusti, Marangoni e Burruchaga, sconfiggere i campioni in carica del Gremio, che schieravano ancora Renato .

Ho odiato Grobbelar per cosí tanto tempo... Amburgo-Juventus 1983 é la prima finale di Coppa dei Campioni che mi ricordo di guardare in TV. Peró Roma-Liverpool 1984 mi fece piangere e da lí diventai tifoso di tutte le squadre italiane in Europa. Fu sicuramente la finale di Champions che mi lasció piú triste con quella della Samp degli anni '90, davanti a quella del Milan contro il Liverpool o a quelle della Juve negli anni '10.

L'edizione della Coppa Campioni 1983-84 vede la Roma di Falcao, Conti e Pruzzo a rappresentare l'Italia, mentre le altre maggiori contendenti sono Liverpool (alla nona partecipazione consecutiva), Ajax, Benfica, Amburgo e Athletic Bilbao. Non mi stanco di ripetere che all'epoca vincere la Champions (ma anche solo parteciparvi e accumulare presenze o reti) era molto piú difficile dato che ci andavano solo quelli che vincevano il campionato o la coppa stessa l'anno prima. Anche in questa occasione, la formula non prevede una fase a gruppi, ma direttamente dei sedicesimi di finale con partite di andata e ritorno.


La Roma supera il non facile Goteborg ai sedicesimi, poi arriva in semifinale battendo due squadre dell'Est: il CSKA Sofia e la Dinamo Berlino. Nel frattempo, Amburgo ed Athletic Bilbao vengono eliminate da Liverpool e Dinamo Bucarest. In semifinale il Liverpool, trascinato da uno Ian Rush in forma smagliante, vince entrambe le partite contro i romeni e approda alla finale di Roma. Nell'altra semifinale, la Roma compie l'impresa battendo 3-0 il Dundee United nella gara di ritorno dopo aver perso per 2 a 0 all'andata in Scozia (entrambe le partite furono molto nervose dato gli insulti ricevuti dai romanisti all'andata e poi restituiti al ritorno; apparve anche una storia di corruzione anni dopo, io mi ricordo una grande Roma, guidata da un grande Pruzzo). In finale, gli inglesi, piú esperti grazie ai vari Ronnie Whelan, Graeme Souness e Kenny Dalglish, passano in vantaggio con Phil Neal (vizitato da un fallo su Franco Tancredi). Il solito grande combattente Pruzzo segnó il goal del pareggio, ma poi dovette uscire per infortunio. Nessuna delle due squadre segnó piú ed ai rigori (prima volta in una finale di Coppa Campioni) i cari Conti e Graziani fallirono dal dischetto (e dire che avevano sbagliato prima gli inglesi), incantati dagli odiosi balletti di Grobbelaar.

Il momentaneo pareggio di Pruzzo all'Olimpico. Che rabbia quella notte. Voglio molto bene a Bearzot, ma Pruzzo doveva entrare tra i titolari dell'Italia che provava a qualificarsi per gli Euro 1984 e poi per i Mondiali 1986.

Chiudiamo ancora con l'assegnazione del pallone d'oro 1984. A differenza dell'anno precedente, la competizione di quest'anno fu ovviamente influenzata dai Campionati Europei 1984, giocati in Francia e vinti dalla squadra di casa (ne parleremo in un post a parte, dove accenneremo anche alla Copa America giocatasi nel Novembre 1983).  La Francia fu nettamente la squadra migliore del torneo, soprattutto grazie al centrocampo Platini-Tigana-Giresse-Fernandez. Platini fu il dominatore assoluto con 9 goal. In effetti fece molto bene Elkjaer-Larsen con la Danimarca (a parte il rigore sbagliato in semifinale contro la Spagna), futuro campione del Verona.

Voto quindi volentieri anch'io per Michel Platini, vincitore di Scudetto, Coppa delle Coppe con la Juve e degli Europei con la Francia, oltre che capocannoniere in Serie A e agli Europei. Al secondo posto peró mi sembra piú corretto mettere Ian Rush, vincitore del campionato inglese (e capocannoniere) con il Liverpool, oltre che della Champions League. Per il terzo posto ero un po' indeciso, volevo premiare Roberto Pruzzo (secondo in campionato ed in Coppa Campioni, vincitore della Coppa Italia), Jean Tigana (campionato francese con il Bordeaux ed Europei con la Francia) o un giocatore importante dell'Athletic Bilbao (vincitore del campionato spagnolo e della Copa del Rey). Alla fine ho scelto Enzo Francescoli, protagonista nella vittoria dell Uruguay in Copa America. Sentiremo ancora parlare di lui.


É vero che si é screditato come Presidente dell'UEFA, peró in questi anni Michel Platini era considerato anche di piú di quello che fu Zidane piú tardi (per quanto considero il secondo piú forte): portó due volte la Francia in semifinale ai mondiali, oltre che alla vittoria agli Europei. Fu capocannoniere in Italia e protagonista assoluto degli scudetti e delle Coppe della Juve. Per anni fu considerato alla pari di Beckenbauer, Di Stefano e Cruyff nel gruppo di giocatori subito dietro Pelé.

Fonti per informazioni e snip:

- Wikipedia

- Transfermarkt.it

- storiedicalcio.altervista.org

- uefa.com

- passionemaglie.it

- Pinterest.it

- ilnobilecalcio.it

- Italia1910.com

- Solocalcio.com

- Fifa.com

- storiefuorigioco.altervista.org

- gameofgoals.it

- bdfutbol.com

- stadiosport.it

14 agosto 2022

ANNO x ANNO - Stagione 1982-83 - La Juve di Trapattoni battuta a sorpresa in finale di Coppa Campioni

Questo goal lo vidi in TV. Continuo a pensare che Zoff e compangni non se lo aspettassero per nulla. Quasi un contrappasso per tutto quello che era andato bene agli juventini in nazionale l'anno prima.

Questo é un progetto speciale, si chiama ANNO x ANNO. Per l'introduzione ed i link alle puntate precedenti, cliccate qui.

Abbiamo svalicato il picco piú alto, quello dei mondiali 1982. In questa puntata parleremo della stagione 1982-83, una stagione post-mondiale in cui alcuni giocatori dovrebbero avere la pancia piena ed altri una gran voglia di rivincita. Io nel frattempo iniziavo le medie alla scuola Domenico Galaverna di Collecchio, sezione A come i miei fratelli, il che mi procuró subito un'attenzione non sempre benevola da parte di alcuni degli insegnanti. 



INGHILTERRA

Proprio il Watford, alla prima stagione in prima divisione, sará la grande sorpresa della stagione con un secondo posto in classifica squadre ed il primo posto in classifica cannonieri di Luther Blisset, nome infausto per i tifosi del Milan l'anno successivo. Davanti al Watford, si conferma campione d'Inghilterra il Liverpool di Bob Paisley, una squadra che oltre a Grobbelear, Whelan, Souness e Dalglish, vede fiorire Ian Rush con 24 reti. Il Manchester United, ancora con Ron Atkinson in panchina e Ray Wilkins e Bryan Robson in campo, finisce terzo ma si consola con la FA Cup

SPAGNA

Questo é l'anno in cui arriva al Barcelona (dal Boca Juniors) la stella Diego Armando Maradona. Diego é reduce da un mondiale deludente e ha voglia di rifarsi; purtroppo per lui il Barcelona dovrá consolarsi della vittoria in Copa del Rey dopo un magro quarto posto in campionato e tre allenatori a succedersi in panchina (ultimo, l'argentino Cesar Menotti). Il Real Madrid si presenta con la leggenda Alfredo Di Stefano in panchina ed inizialmente sembra dominare il campionato. Per le merengues (che vede in rosa i soliti Camacho, Stielike, Gallego, Santillana e Juanito) peró sará un anno sfortunato, dato che perderanno il campionato all'ultima giornata, oltre che le finali di Copa del Rey e Coppa delle Coppe. Un'altra squadra basca vince il campionato: l'Athletic Bilbao (tanti anni dopo io li vidi giocare al San Mamés quando studiavo a Bilbao), squadra conosciuta per il portiere Zubizarreta, l'attaccante Julio Salinas e il difensore Goikoetxea, il macellaio di Maradona. Il terzo posto é dell'Atletico Madrid (che vede in rosa un giovane centravanti messicano poi molto famoso nei rivali del Real: Hugo Sanchez), guidato da un allenatore che diventerá molto amato in quella squadra ed in Spagna: Luis Aragones.

GERMANIA

L'Amburgo di Ernst Happel (che andrá molto bene anche in Europa e la cui rosa include le colonne Kaltz, Magat e Hrubesh) si conferma campione di Germania per differenza reti dopo una lotta testa a testa contro il Werder Brema del capocannoniere Rudi Voller e dell'allenatore Otto Rehhagel, un altro allenatore tedesco che diventerá molto famoso. Terzo posto per lo Stoccarda. In Coppa di Germania, il Colonia del guru Rinus Michels (che schiera Littbarski e Allofs), vince il titolo in un derby contro il Fortuna Koln. Niente titoli per il Bayern di Rummenigge, Breitner, Augenthaler, Hoeness, oltre che dei nuovi arrivati Jean Marie Pfaff e Soren Lerby.

FRANCIA

Il campionato viene vinto dal Nantes, squadra che oltre a Maxime Bossis e allo Jugoslavo Vahid Halilhodzic (capocannoniere), non schiera giocatori molto conosciuti. Secondo il Bordeaux di Lacombe, Tresor, Giresse e Tigana, allenato da Aimé Jacquet, poi ct della nazionale francese campione del mondo 1988. Terzi i parigini del PSG di Rocheteau, che si consoleranno vincendo la Coppa di Francia proprio contro il Nantes.

ITALIA

Volevo mettere il mio eroe Bruno Conti, detto Marazico ai mondiali 1982. Peró ho trovato questa foto e mi faceva piacere rendere omaggio anche a Roberto Pruzzo, capocannoniere della Serie A nel 1981 e nel 1982 e grande protagonista nella Coppa Campioni 1983-84 e poi della Roma di Sven Goran Eriksson.

Nell'estate 1982, in piena euforia post-mondiale, arrivano in Italia tantissimi giocatori nuovi, anche grazie all possibilitá di acquistare un secondo giocatore straniero (in realtá molte squadre si mossero gia' ad inizio anno, subito dopo l'introduzione della regola). La Juventus campione in carica, cedette Liam Brady alla Samp per acquistare Michel Platini e Zibigniew Boniek. Virdis andó all'Udinese e Pietro Fanna al Verona. La Fiorentina vide l'arrivo di Daniel Passarella, Mario Bortolazzi e Stefano Carobbi. L'Inter si rafforzó con Fulvio Collovati, Enrico Cucchi, Hansi Muller e Juary (famosa la sua macchia sul collo nell'album di figurine Panini). La Roma acquistó Herbert Prohaska, Pietro Vierchowod e Maurizio Iorio, mentre a Napoli arrivó l'argentino Ramon Diaz. Oltre a Brady, la Samp acquistó Alessandro Renica, Dario Bonetti, Trevor Francis e Roberto Mancini (l'inizio di una storia leggendaria). Tra gli altri passaggi da notare, vi furono Dirceu e Zmuda al Verona, Berggreen al Pisa, Mauro, Edinho e Surjak all'Udinese, e ovviamente Geronimo Barbadillo all'Avellino. La Serie A stava diventando il campionato piú prestigioso del mondo.

Platini e Boniek furono il simbolo dell'ondata di stranieri che arrivó in Italia dopo i mondiali 1982. Negli anni successivi furono raggiunti da campioni come Zico, Socrates, Junior, Cerezo, Rummenigge, Maradona e tanti altri. L'etá dell'oro.

Nella prima parte della stagione, la Roma si portó rapidamente in testa sorprendentemente inseguita dalle neo-promosse Verona e Sampdoria, mentre Juve ed Inter pagavano la pancia piena dei loro giocatori azzurri e l'inserimento non immediato dei loro nuovi giocatori stranieri (l'Inter anche un nuovo alleantore: Rino Marchesi). Nel girone di ritorno la Juventus e l'Inter riuscirono a riportarsi sotto ma la Roma amministró il vantaggio e vinse lo scudetto. Probabilmente la Juventus lo perse anche a causa di un clamoroso derby in cui si fece rimontare tre goal dal Toro in 5 minuti. 


Lo scudetto, fu un grande soddisfazione per Nils Liedholm, al suo secondo scudetto da allenatore dopo quello con il Milan di pochi anni prima. La Roma di quell'anno era una squadra solida che si era formata gradualmente negli anni e poteva contare con giocatori rimasti nella sua storia come Conti, Ancelotti, Pruzzo, Falcao e Di Bartolomei. La Juventus, come vedremo molto impegnata in Europa, dovette accontentarsi del titolo di capocannoniere di Platini e della Coppa Italia, vinta con un complessivo 3 a 2 (all'epoca si giocavano andata e ritorno anche in finale) sul sorprendente Verona di Osvaldo Bagnoli (pure quarta in campionato), squadra neopromossa che costruirá una favola accogliendo giocatori scartati da altre squadre. 


Io, in quell'anno di Milan in Serie B, mi affezionai molto alla Roma di Conti e Pruzzo, continuai a voler bene alla Fiorentina di Antognoni ed iniziai a legarmi alla Sampdoria, con la sua bella maglietta con il profilo del marinaio che fuma la pipa. Il mio Parma, allenato dal compianto Bruno Mora, finí sesto nel girone A della Serie C1. La sua rosa includeva nomi famosi a Parma o poi nel resto d'Italia, come Stefano Pioli, Fabio Aselli, Nicola Berti, Fausto Pari, Massimo Barbuti o Fausto Salsano.


Guardate che chiome, prorpio altri tempi!

Partiamo qui dalle "altre coppe" per poi dare piú spazio alla Champions in fondo alla sezione. In Coppa delle Coppe, l'Aberdeen di Alex Ferguson (al suo primo successo internazionale nella sua lunghissima e vincente carriera di allenatore), che schiera solo giocatori scozzesi (incluso il famoso Gordon Strachan), sorprende tutti battendo in finale il Real Madrid di Alfrendo Di Stefano e del capocannoniere Santillana (per le italiane, l'Inter si ferma ai quarti, proprio contro il Real Madrid). In Coppa UEFA, l'Anderlecht di Ludo Coeck e Morten Olsen, vinse la finale davanti al piú titolato Benfica di Sven Goran Eriksson (vincitore della coppa l'anno precedente con il Goteborg), nonostante i portoghesi potessero schierare giocatori come il portiere Manuel Bento, il centrocampista Glenn Stromberg (poi amatissimo all'Atalanta) e gli attaccanti Zoran Filipovic (capocannoniere della competizione) e Fernando Chalana (per le italiane, la Fiorentina uscí ai 32esimi,  il Napoli ai sedicesimi e la Roma ai quarti di finale, proprio contro il Benfica). La Coppa Libertadores invece, vede gli uruguaiani del Penarol, campioni in carica, sconfitti dai brasiliani del Gremio, che schieravano il famoso Renato Portaluppi, piú tardi giocatore della Roma.

Non si puó dire che l'Amburgo non meritasse di essere lí: campioni di Germania 1982 e 1983, finalisti di Coppa Uefa 1982 tra le altre cose. Peró quello sembrava essere un anno dove tutte le stelle si stessero posizionando per una vittoria Juventina: 6 azzurri campioni del mondo affiancati dalle altre due stelle del mondiale, Platini e Boniek. Eppure, dopo la sconfitta del 1973, continuó il rapporto maledetto tra i bianconeri e le finali di Champions. 

L'edizione della Coppa Campioni 1982-83 vede ancora la Juve a rappresentare l'Italia, mentre l'Inghilterra puó schierare i campioni in carica dell'Aston Villa ed i vincitori del campionato inglese nella stagione precedente, ovvero il Liverpool. Presenti anche il Monaco per la Francia, lo Sporting Lisboa per il Portogallo, Real Sociedad per la Spagna e Amburgo per la Germania. Come giá detto in altre occasioni, all'epoca vincere la Champions (ma anche solo parteciparvi e accumulare presenze o reti) era molto piú difficile dato che ci andavano solo quelli che vincevano il campionato o la coppa stessa l'anno prima. Anche in questa occasione, la formula non prevede una fase a gruppi, ma direttamente dei sedicesimi di finale con partite di andata e ritorno.


La Juventus, dopo aver eliminato i danesi del Hvidovre con un complessivo 7 a 4 ai sedicesimi (fu lí il famoso rifiuto della panchina da parte di Bettega, che l'anno prossimo andró al Toronto), trova agli ottavi lo Standard Liegi e passa con un complessivo 3 a 1. Ai quarti, i bianconeri danno tutti i segni della loro forza eliminando i campioni in carica dell'Aston Villa con un complessivo 5 a 2 (e tra l'altro colgono la prima vittoria su suolo inglese di una squadra italiana in Coppa Campioni). Tra le altre semifinaliste ci sono anche il Real Sociedad (che ha eliminato lo Sporting Lisboa), l'Amburgo (vicente sulla Dinamo Kiev di Oleg Blochin) e i polacchi del Widzew Lodz, che hanno sorprendentemente eliminato il Liverpool. Si interrompe cosí il periodo di dominio inglese sulla coppa. In semifinale la Real Sociedad viene eliminata dall'Amburgo al termine di due partite molto combattute (per l'allenatore austriaco Happel é la terza finale di Coppa Campioni dopo il Feyenoord nel 1970, con cui vinse la coppa, ed il Bruges nel 1978), mentre la Juve si libera del Lodz (ex squadra di Boniek) grazie ad un complessivo 4 a 2. Rossi, Boniek e Platini sono assoluti protagonisti.

La squadra della finale

La Juve si presenta alla finale di Atene con l'Amburgo da grande favorita, con Rossi e Platini in cima alla classifica cannonieri. Mi ricordo chiaramente la sensazione che il risultato finale fosse scontato e per tanti anti-juventini c'era in giro tanta rassegnazione, mentre 40mila tifosi juventini sono presenti allo stadio. Invece, dopo un inizio promettente della Juventus con Bettega, l'Amburgo passa in vantaggio al nono minuto con Felix Magath che coglie di sorpresa Zoff con un tiro da lontano (che ricorda le incertezze del mondiale 1978 al portierone bianconero e che forse fu alla base della sua decisione di ritirarsi a fine stagione, anche se riguardandolo sembra proprio un goal capolavoro). Nonostante tutto il tempo a disposizione, la Juve non riuscí a scrollarsi di dosso lo shock e rimase imbrigliata dalle marcature dei tedeschi. Questa fu la prima finale di Champions che io vidi in diretta TV. Ricordo che all'epoca la Juve mi stava antipatica, peró mano a mano che la partita proseguí, sentii dispiacere, soprattutto per i nostri eroi azzurri. Chissá cosa avrá pensato Franz Beckenbauer, che aveva lasciato l'Amburgo proprio l'anno prima di questo 'doblete' dei tedeschi.

Chiudiamo ancora con l'assegnazione del pallone d'oro 1983. Nella stagione 1982/83 non vi furono tornei per nazionali (la Coppa America si giocó nel novembre 1983 e ne parleremo insieme all'Europeo 1984). La classifica ufficiale, vide una vittoria netta (all'epoca vi era un voto di un gruppo di giurati molto meno numeroso di oggi) di Michel Platini su Kenny Dalglish ed il danese Allan Simonsen (dovrei saperne di piú su di lui visto che vinse il Pallone D'Oro nel 1977 ed é l'unico giocatore ad aver segnato nelle finali delle tre coppe europee: campioni, coppe e UEFA).

Io capisco che era difficile non votare per Platini, capocannoniere in Serie A, vincitore della Coppa Italia, secondo in campionato e finalista di Coppa Campioni. Peró mi sembrava giusto rendere onore all'Amburgo, vincitore della Champions e del campionato tedesco. Dovendo scegliere un giocatore, ho indicato Magath, decisivo nella finale e gia' marcatore nella vincente finale di Coppa delle Coppe del 1977, oltre che vincitore degli Europei 1980 con la Germania. Certo é sempre un dibattito aperto se il Pallone D'Oro debba premiare il giocatore piú vincente (o della squadra piú vincente) o quello che ha mostrato il calcio piú bello. 


Di foto di Platini, Magath o Falcao ne ho giá messe. Vorrei ricordare Kenny Dalglish, uno dei miei miti di gioventú (ho ancora la maglietta della Scozia) e sicuramente nella storia del Liverpool, prima come giocatore e poi come allenatore.

Per questo motivo ho indicato al terzo posto Paulo Roberto Falcao, fantastico protagonista dello scudetto della Roma. Tra gli italiani che si sono messi in luce in questa stagione, tanti azzurri del mundial, come Cabrini, Tardelli, Conti, Altobelli, Antognoni, ma anche Pruzzo, Ancelotti e Vierchowod della Roma, Tricella del Verona, Dossena del Torino.

Fonti per informazioni e snip:

- Wikipedia

- Transfermarkt.it

- storiedicalcio.altervista.org

- uefa.com

- passionemaglie.it

- Pinterest.it

- ilnobilecalcio.it

- Italia1910.com

- Solocalcio.com

- Fifa.com

- storiefuorigioco.altervista.org

- gameofgoals.it

- bdfutbol.com

- stadiosport.it

- wikiwand.com/it/Serie_A


08 agosto 2022

SI RIPARTE - inizia la stagione di calcio 2022-23

Neanche a farlo apposta, ma CR7 si becca la terza copertina di fila (con un allenatore): dopo quella del 2020 (con Pirlo, per entrambi un'annata piena di rimpianti), e quella del 2021 (con Allegri, alla vigilia del salto a Manchester), ecco quella del 2022: impossibile non dare risalto al fatto che, nell'anno dei Mondiali in Qatar e della nuova formula della Champions, il giocatore con il record di goal in nazionale ed in Champions é praticamente senza squadra (snip da leparisien.fr)

Non sono neanche due mesi, eppure sembrano passati secoli dalla fine della stagione 2021-22 (noi abbiamo provato a riempirli con la rubrica ANNO X ANNO). Quasi ci siamo scordati dei trionfi del Real e del suo campione Benzema, del Milan in Serie A (con l'Inter a consolarsi in Coppa Italia), della vibrante sfida tra Liverpool e Manchester City in Premier, con i loro fortissimi allenatori.

Questa che sta per iniziare, sará una stagione molto particolare, perché vedrá, per la prima volta, dei Mondiali giocati in inverno (e qualcuno dice che influenzeranno molto mercato e prestazioni). Nel frattempo il calendario é ulteriormente intasato dalla nuova formula della Champions (ad imitare la SuperLega?) e dall'attuale edizione della Nations League (l'attuale orizzonte per i nostri azzurri).

Nel frattempo questa stagione si presenta con carte molto sparigliate da tanti punti di vista. Tra questi non vi é quello degli allenatori, quest'anno rimasti stabili ai loro posti delle squadre principali, con le notevoli eccezioni di Galtier che sostituisce Pochettino al PSG e Ten Hag che ha, da tempo, preso le redini del Manchester United.

I cambi principali vengono dal mercato allenatori dove abbiamo assistito ad incredibili girandole. Ne parleremo piú approfonditamente in un post dedicato alla fine del mercato, come tutti gli anni. Per ora, voglio menzionare i passaggi piú eclatanti:

- Il grande Sadio Mané se ne é andato da Liverpool per unirsi al Bayern, il Liverpool si é consolato con l'arrivo dell'uruguaiano Darwin Nunez dal Benfica, mentre i bavaresi hanno ceduto al braccio di ferro con Lewandowski cedendolo al Barcelona di Xavi.

- Dopo Messi/CR7, in Spagna il nuovo duello sará dunque tra Benzema e l'attacante polacco. Tra l'altro Real e Barcelona hanno pure spogliato il Chelsea di buona parte della difesa titolare, acquistando Rudiger e Christensen. Altri acquisti importanti per le due squadre anche sul fronte francese: Tchouameni e Koundé sono dei possibili protagonisti del prossimo mondiale.

- Haller, stella dell'Ajax nell'ultima Champions (ed ora con gravi problemi di salute sembrerebbe), é andato al Dortmund per sostituire Haaland, che é stato acquistato dai colossi del Manchester City (il rischio di un nuovo Ibrahimovic/Barcelona é certamente concreto per Guardiola). Per fare spazio al norvegese, il City ha venduto Sterling al Chelsea e Gabriel Jesus all'Arsenal.

- Tra gli altri, hanno cambiato squadra anche Lacazzette (ritorno al Lione), Witsel (Atletico Madrid), Richarlison (al Tottenham di Conte con Perisic), Werner (ritorno al Lipsia) e tanti altri di cui parleremo con piú calma.

- C'é poi un fronte di giocatori che saluta il calcio europeo, o perché sono vecchi gladiatori sulla via della pensione (Bale, Fernandinho, Dani Alves, Chiellini, Luis Suarez, Vidal) o perché non hanno trovati contratti competitivi in Europa (i nostri Insigne e Bernardeschi).

- Tra le italiane, il mercato piú strano é stato sicuramente quello della Juve: ha ceduto due pilastri come Dyabla (approdato poi alla Roma di Mourinho) e De Ligt (al Bayern) per acquistare due grandi giocatori sulla via del tramonto, uno stipendio carissimo e con la testa fissa sulla nazionale, ovvero Pogba e Di Maria.

- Per l'Inter il ritorno del figliol prodico Lukaku dopo i sogni infranti al Chelsea, che invece ha strappato Koulibaly al Napoli. Il Milan é riuscito a prendere il giovane gioiellino De Ketelaere dal Bruges (il vero colpo di mercato sará se riesce a tenere Leao), mentre Kessie se ne é andato al Barcelona. Scamacca é approdato al West Ham, Joao Pedro é andato in Turchia.

- Sará molto interessante vedere questa Roma con Dybala e Wijnaldum (altro colpaccio inaspettato), ancora di piú se riescono a tenere Zaniolo.

- Il mio caro Ciro Mertens é stato scaricato dal Napoli, e questa e' la notizia piú triste per ora. Il suo saluto mi ha molto emozionato. Un grandissimo per me.

Nel frattempo si sono giocate le finali di SuperCoppa di Germania (spettacolare vittoria del Bayern sul Lipsia), Francia (il PSG ha asfaltato il Nantes con i redivivi Messi, Sergio Ramos e Neymar) ed Inghilterra (brillante vittoria del Liverpool sul City nel Community Shield, antipasto dello scontro piú seguito dell'anno.. spero si intrometta Conte!).

Il week-end passato é partita la Premier (sottotono Chelsea e Liverpool, giá sconfitto il Manchester United con CR7 in panca), la Ligue 1 e la Bundesliga, il prossimo week-end anche Serie A e Liga. Nel frattempo mercoledí sera il Real affronta l'Eintracht di Francoforte nella SuperCoppa Europea.

Ci vediamo presto!

03 agosto 2022

ANNO x ANNO - Mondiali 1982

 

Tra le tante foto dell nazionale azzurra vincitrice dei Mondiali 1982, la mia preferita é quella prima della partita con il Brasile (come il poster che ho a casa). Impossibile non volergli bene!

Questo é un progetto speciale, si chiama ANNO x ANNO. Per l'introduzione ed i link alle puntate precedenti, cliccate qui.

Come ho giá, é molto difficile scrivere in modo compiuto e soddisfacente di questo evento. Seguo il calcio da 40 anni e non credo vi sia stato niente di cosí avvincente per un italiano (certo altre cose, come i mondiali 1990 o 2006, le ho vissute con piú consapevolezza, poi ho avuto anche la fortuna di essere al massimo del mio amore milanista negli anni delle Champions di Sacchi). Vincere una competizione con vittorie cosí chiare contro avversari cosí forti e' stato irripetibile. Per capirci: l'Italia vinse il mondiale battendo in modo chiaro (sul campo, senza rigori o supplementari) tre giganti come Brasile, Germania ed Argentina. Pensate anche all'incredibile simmetria, sono le tre squadre vincitrici del mondiale PRIMA e DOPO l'Italia, nello stesso ordine.

Il percorso di qualificazione ai mondiali per l'Italia

La nazionale di Bearzot riparte dopo la sosta estiva 1980 con un amichevole vittoriosa sul Portogallo di Bento e Chalana e poi infila quattro vittorie consecutive nelle qualificazioni mondiali con il Lussemburgo, la Danimarca di Lerby e Elkjaer, la Jugoslavia di Zoran e Zlatko Vujovic, la Grecia di Mavros. Bearzot inizia ad inserire stabilmente Conti per Causio, Altobelli in copia con (o in alternativa a) Graziani. Hanno apparizioni anche Giuseppe Baresi e Marini. Nonostante le vittorie, Bearzot é bersagliato dalla stampa.

Nel 1981, l'Italia partecipa ad un torneo in Uruguay chiamato Copa de Oro (o Mundialito) tra le nazionali vincitrici di un mondiale. Gli azzurri perdono con l'Uruguay (poi vincitore davanti al Brasile) di Victorino e pareggia con l'Olanda dei gemelli Van de Kerkhof. L'Italia perse anche un'amichevole (a beneficio dei terremotati dell'irpinia) contro una selezione europea e poi continua la serie negativa quando riprende le qualificazioni mondiali, con un pareggio casalingo contro la Germania Est e una sconfitta in casa della Danimarca (le partite successive fanno gia' parte della stagione 1981-1982). In queste partite fanno apparizioni sporadiche anche Carletto Ancelotti, Salvatore Bagni, Giuseppe Dossena, Franco Selvaggi e Pietro Vierchowod. Bearzot sembra molto convinto sui suoi giocatori titolari. Pruzzo non si vede mai, nonostante i tanti goal con la Roma.

Bruno Conti al debutto da titolare in nazionale contro la Danimarca nel 1980 fará un'ottima figura e non uscirá piú fino al mondiale

 L'ossatura della squadra si basa sempre sul blocco Juve (Zoff, Gentile Cabrini, Scirea, Tardelli, Bettega) che aveva caratterizzato la squadra sia ai Mondiali d'Argentina che agli Europei 1980. Per il resto la squadra vede l'inserimento graduale di giocatori come  Collovati, Marini, Conti, Oriali ed Altobelli (alcuni di loro giá presenti nel 1980 a dire il vero), mentre fanno qualche apparizione anche Giuseppe Baresi, Salvatore Bagni, Giuseppe Dossena, Franco Selvaggi e Pietro Vierchowod,  mentre Carletto Ancelotti e Franco Baresi saranno penalizzati da pesanti infortuni.

Nella seconda parte del 1981, l'Italia pareggia con Jugoslavia e Grecia (reti di Bettega e Conti) e vince con il Lussemburgo di misura con una rete di Collovati. La qualificazione é conquistata ma la squadra non convince e Bearzot viene pesantemente attaccato dalla stampa. L'avvicinamento al mondiale attraverso le amichevoli va pure peggio, l'Italia perde con la Francia e la Germania Est, per poi pareggiare 1 a 1 con la Svizzera (rete di Cabrini). Pruzzo, capocannoniere del campionato come la stagione precedente, gioca da titolare solo con Lussemburgo e Francia, poi non si vede piú. Sembra proprio che Bearzot insista ad aspettare Paolo Rossi, che tornerá proprio con la Svizzera, alla vigilia del Mondiale. Le critiche per Bearzot arrivano da quasi tutti!

I Mondiali



Su questo mondiale é stato scritto tantissimo, da tanti punti di vista (io ho amato tantissimo 'La Partita' di Piero Trellini, su Italia-Brasile). Io stesso ne ho parlato in modo molto personale quando ho ricordato Paolo Rossi lo scorso Dicembre. Nel contesto di questo post e questo progetto cercheró di parlare della competizione nel modo piú completo possibile, coprendo le varie fasi ed tutte le maggiori protagoniste  con le loro stelle, come sará per tutte le edizioni successive. Certo la Nazionale riceverá un'attenzione speciale, ma questo sarebbe successo anche se avesse perso. Ora partiamo. Un aspetto interessante fu che questo fu forse l'ultimo mondiale in cui la quasi totalitá dei giocatori in rosa giocavano nel proprio paese. Inizió a cambiare da allora.

Si intravedono pure Cesare Maldini e Azeglio Vicini, futuri CT, oltre a Franco Baresi, futuro capitano (1990)

Il Mondiale di Spagna 1982 si svolse dal 13 giugno all'11 luglio 1982 in diciassette stadi differenti (maggior numero di sempre). Rispetto alle edizioni precedenti, le partecipanti alla fase finale furono portate da 16 a 24. Le partecipanti furono divisie in 6 gironi da 4 squadre in cui solo le prime due di ogni gironi sarebbero passate. Dopo la prima fase a gruppi, invece di avere ottavi e quarti (come invece si fará dal 1986 in poi), il torneo prevedeva una seconda fase a gruppi con 4 gironi da 3 squadre che venivano assegnate in base al loro piazzamento nella prima fase a gruppi. Ogni gruppo avrebbe poi espresso una semifinalista.


I sei gruppi della prima fase sono visibili sopra. La prima squadra di ogni gruppo era la testa di serie al sorteggio, mentre le altre appartenevano alle fascie successive (sorprendono Francia e Belgio in Fascia 2). Sorprese anche l'assenza di Portogallo, Olanda, Danimarca e Romania tra le squadre europee e dell'Uruguay tra le sudamericane. Ora analizzeremo l'andamento di ogni gruppo, lasciando quello dell'Italia per ultimo per lasciare piú spazio.

Il Gruppo 2 vedeva come favorita la Germania, squadra campione d'Europa in carica e che poteva fregiarsi di una rosa di altissimo livello appoggiata per la gran parte su Bayern (Breiter, Dremmler, Rummenigge), Colonia (Schumacher, Littbarski, Fischer), Stoccarda (i due Forster e Hansi Muller) e Amburgo (Hrubesh, Magath e Kaltz), oltre che da altri nomi importanti come Briegel, Stielike, Allofs e Matthaus. Tra le avversarie, l'Algeria poteva contare con Lakhdar Belloumi e Rabah Madjer (futuro vincitore della Coppa Campioni con il Porto), l'Austria con Bruno Pezzey, Walter Schachner, e Herbert Prohaska ed il Cile con vari giocatori del Cobreloa, due volte finalista in Copa Libertadores nel 1981 e 1982. Nonostante l'attesa supremazia tedesca, la Germania terminó a 4 punti come Austria ed Algeria, passando per prima davanti all'Austria solo per la differenza reti. La squadra di Derwall infatti uscí sconfitta per 2 a 1 nella prima partita con l'Algeria (in cui si misero in luce proprio Belloumi e Madjer) e poi recuperó vincendo con Cile ed Austria (Rummenigge si mise in luce con 4 reti complessive, tre delle quali al Cile. L'Austria terminó al secondo posto e Schachner andó a rete sia con il Cile che con l'Algeria (che andó alla storia come la prima squadra africana a battere un'europea ai mondiali). La melina tra Germania e Austria nell'ultima partita fu talmente scandalosa che dai tornei successivi venne inserita la regola della contemporaneitá nelle ultime partite dei gironi.

Il Gruppo 3 metteva di fronte il Belgio, finalista degli Europei 1980 e l'Argentina, Campione del Mondo in carica. I biancocelesti potevano schierare una lista i nomi rimasti nella memoria del calcio, come Ardiles, Bertoni, Diaz, Fillol, Kempes, Passarella, Tarantini e Valdano, oltre ovviamente alla nuova stella attessisima in Spagna, Diego Armando Maradona. Sorpende leggere ora come tutti i giocatori argentini (con l'eccezione di tre che giocavano in Europa) giocassero ancora in Argentina, per la gran parte nel Boca Juniors o nel River Plate. Anche il Belgio aveva la sua dose di facce note: Pfaff, Gerets, Millecamps, Vandereycken, Coeck, Ceulemans, Van Der Elst. Ungheria ed El Salvador sembravano semplici comprimari anche se l'Ungheria riuscí a battere l'El Salvador per 10 a 1, con trippletta di un certo Kiss. L'Argentina invece fu sorpresa dal Belgio nella partita di esordio dei Mondiali e perse per 1 a 0. La squadra allenata da Cesar Luis Menotti, si riprese vincendo le altre due partite (Maradona e Bertoni misero a segno due reti a testa), peró al Belgio bastó pareggiare con l'Ungheria per guadagnare il primo posto. I segni del destino?

Il Gruppo 4 appariva come molto equilibrato, mettendo in campo Inghilterra (padrona nelle coppe europee per club), la Francia (che stava per diventare di nuovo protagonista del calcio mondiale) e la Cecoslovacchia (terza agli Europei 1980 e vincitrice nel 1976). L'Inghilterra schierava nomi ormai noti come il portiere Shilton, Keegan, Francis, Hoddle, Bryan Robson, Wilkins e Withe. I nomi della squadra francese divennero particolarmente famosi da questo mondiale in poi: Amoros, Battiston, Bossis, Tresor, Platini, Giresse, Tigana, Lacombe, Rocheteau. La Cecoslovacchia poteva ancora contare sul mitico Antonin Panenka, quello del rigore a cucchiaio contro Sepp Maier agli Europei 1976. L'Inghilterra si qualificó per prima con tre vittorie, incluso un secco 3 a 1 alla Francia con doppietta di RobsonI francesi si accontentarono del secondo posto, dopo aver battuto il Kuwait (un goal di Giresse mentre gli avversari erano fermi a causa di un fischio attribuito all'arbitro scatenó l'invasione del campo dello sceicco presidente della federazione calcistica del Kuwait) e aver pareggiato con la Cecoslovacchia (Panenka salutó il mondiale segnando su rigore!).

Il Gruppo 5 vedeva come squadre favorite la Spagna padrona di casa e la Jugoslavia. Gli spagnoli potevano contare su una rosa ben rodata che includeva Arconada, Camacho, Gordillo, Juanito, Zamora, Gallego, Santillana e Quini. La Jugoslavia poteva schierare i gemelli Vujovic, Zivkovic e SurjakLa sorpresa peró fu l'Irlanda del Nord di Pat Jennings e Gerry Armstrong, che vinse il girone battendo la Spagna per 1 a 0 nell'ultima partita (tuttora record di reti di una squadra in una partita del mondiale), dopo aver pareggiato le precedenti due. Alla Spagna non bastó battere la Jugoslavia e, nonostante il trattamento favorevole al sorteggio, dovette accontentarsi del secondo posto.



Il Gruppo 6 era quello della squadra piú attesa del mondiale, ovvero il Brasile allenato da Tele Santana, una delle nazionali piú forti e spettacolari di sempre. I verdeoro potevano schierare campioni come Valdir Peres (si era un campione, a dispetto delle critiche che ricevette dopo), Leandro, Oscar, Cerezo, Junior, Paulo Isidoro, Socrates, Serginho (guardatevi le statistiche sui suoi goal in Brasile), Zico, Eder, Falcao, Edinho, Renato, Dinamite e Dirceu (unico a giocare in Europa con Falcao, fu la prima volta che giocatori che non giocavano in Brasile furono convocati in nazionale). A cercare di contrastare i brasiliani erano soprattutto l'URSS di Dasayev e Blokhin la Scozia di Souness, Strachan, Dalglish, Jordan e Archibald (fu allora che mi innamorai della loro maglietta scura). Come previsto il Brasile vinse il girone a punteggio pieno dando tantissimo spettacolo e segnando 10 goal in tre partite (inclusi tre di Zico, due di Falcao ed Eder), tra cui alcuni rimasero particolarmente famosi, come una bellissima semi-rovesciata di Zico ed un tiro da fuori di Eder (aveva un sinistro potentissimo). Io rimasi veramente impressionato a vederli, sembravano di un altro pianeta e sapevano giocare di prima, quasi danzando. L'URSS strappó il secondo posto alla Scozia razie alla differenza reti (segnarono meno ma presero meno reti dal Brasile).


Ritorniamo quindi al Gruppo 1, dove l'Italia si trovava un gruppo all'apparenza abbordabile e composto anche da Polonia, Perú e Camerun. I convocati dell'Italia sono indicati qui sopra. Rispetto agli Europei di due anni prima erano stati inseriti Bergomi, Vierchowod, Dossena, Marini, Conti, Massaro, Rossi e Selvaggi al posto di Giuseppe Baresi, Bellugi, Maldera, Benetti, Buriani, Zaccarelli, Bettega e Pruzzo (quest'ultimo sicuramente il grande assente). Nel Perú diventerá conosciuto Uribe, futuro giocatore del Cagliari, mentre la Polonia poteva schierare Zmuda, Smolarek, Lato (gia' presente al mondiale 1974) e il grande Zibigniew Boniek, futura stella di Juventus e Roma. Nel Cameroon poi si metteranno in mostra il portiere Thomas N'Kono (poi idolo di Buffon), M'Bida e Roger Milla, futuro membro del mio pantheon.


L'Italia inizió con un pareggio per 0 a 0 con la Polonia. La formazione di partenza era Zoff, Gentile, Cabrini, Marini, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani. La squadra non fece una gran figura e la stampa inveí ancora piú forte contro Bearzot (si arrivó ad offese pesantissime). Nella seconda partita l'Italia pareggió 1 a 1 con il Perú. L'Italia, con la stessa formazione di quattro giorni prima, partí bene con un gran goal di Conti ma poi non riuscí a chiudere e nel finale, dopo che Causio ebbe sostituito Rossi, si fece recuperare dai peruviani. Nell'ultima partita la Polonia vinse largamente con il Perú e l'Italia arrivó praticamente a pari punti con il Camerun. Bearzot schieró Oriali al posto di Marini e il Camerun passato in svantaggio per un rocambolesco goal di Graziani, recuperó un minuto dopo per un altrettanto rocambolesco goal di M'bida. Finí 1 a 1 e l'Italia passó per seconda dietro alla Polonia solo per aver segnato due goal nelle tre partite contro il goal del Cameron. Vi fu persino un'inchiesta su un possible pagamento del Camerun da parte azzurra. La sfiducia verso la nazionale era al punto massimo, si rimarcava soprattutto la cocciutaggine di Bearzot nel continuare a schierare Paolo Rossi, un fantasma rispetto al Pablito di Argentina 1978.


I risultati sorprendenti dei gruppi di Italia, Argentina e Spagna crea una situazione in cui, gli accoppiamenti per la seconda fase a gironi sono sorprendenti. Italia e Spagna in particolare pagano il loro secondo posto nella prima fase andando a finire in gironi incredibilmente duri nella seconda: Italia con Brasile e Argentina e Spagna con Germania ed InghilterraLa Francia e l'URSS, invece, nonostante il loro secondo posto nella prima fase, finiscono in gironi molto abbordabili. La Francia con Irlanda del Nord e Austria, l'URSS con il Belgio e la Polonia. Come per la prima fase a gironi, partiremo prima dai gironi che non contengono l'Italia. Sono rimaste in campo dieci squadre europee e due sudamericane.

Nel Gruppo A, la grande sorpresa é la disfatta del Belgio che perde nettamente con la Polonia e poi ancora con l'URSSLa Polonia si guardagna la semifinale grazie alla tripletta di Boniek con i diavoli rossi, poi le basta pareggiare con l'URSS.

Nel Gruppo B, la Germania pareggia 0 a 0 con l'Inghilterra e poi batte la Spagna per 2 a 1 con reti di Littbarski, Fischer e Zamora. Nell'ultima partita l'Inghilterra deve vincere per sperare di passare, ma viene bloccata sullo 0 a 0 dalla Spagna e torna a casa.

Nel Gruppo D, la Francia va in semifinale vincendo sia con l'Austria (rete di Genghini) che con l'Irlanda del Nord (doppiette di Giresse e di Rocheteau).


Veniamo quindi al Gruppo C, quello di Italia, Brasile ed Argentina, allo stadio Sarriá di Barcellona, ovvero un gruppo quasi ingiocabile per noi che avevamo faticato con Polonia, Camerun e Perú. La squadra di Bearzot é in silenzio stampa a causa dei rapporti tesissimi con i giornalisti. La prima partita é Italia - Argentina il pomeriggio del 29 giugno 1982 (abbiamo giocato contro l'Argentina al mondiale per quattro volte di fila dal 1978 al 1990, tre di queste contro Maradona). L'Italia gioca con la sua formazione tipo, Oriali é ormai titolare al posto di Marini (che peró lo sostituirá nel secondo tempo). La partita é molto tesa e nel primo tempo volano i cartellini gialli. Gentile si attacca a Maradona come un francobollo. Nel secondo tempo, l'Italia sblocca con Tardelli, dopo un bel triangolo con Antognoni e poi raddoppia con Cabrini, dopo una bellissima azione di Conti sul portiere Fillol. Poi l'Italia tiene il campo finche Passarella accorcia le distanze. Alla fine si fará espellere Gallego. 

Nella seconda partita, il 2 Luglio 1982, l'Argentina deve assolutamente vincere per sperare di passare, peró di fronte ha il Brasile degli dei. I verdeoro passano in vantaggio nel primo tempo con Zico dopo che una violentissima punizione di Eder era stata deviata sulla traversa da Fillol. Entrambe le squadre hanno buone occasioni per segnare e ad inizio secondo tempo l'arbitro non fischia un rigore chiaro su Maradona. Proprio mentre l'Argentina meriterebbe il pareggio, il Brasile raddoppia con Serginho e poi segna ancora con Junior (bellissimo assist di Zico). Maradona perde la testa e si fa buttare fuori per una brutta entrata. Alla fine l'Argentina saluta mestamente il mondiale con la rete della bandiera di Ramon Diaz.


La partita del 5 Luglio 1982 tra Italia e Brasile sará decisiva. Al Brasile basta anche il pareggio e loro arrivano alla partita molto gasati e convinti di buttarci fuori facilmente (hanno perfino prenotato l'albergo per la finale di Madrid). Invece passiamo subito in vantaggio con Rossi (che aveva ciccato un'ottima occasione poco prima) su un bel cross di Cabrini. Il Brasile non ci sta e, dopo un'occasione clamorosa di Serginho, pareggia subito con Socrates che infila Zoff sul primo palo dopo un bell'assist di Zico, marcato dal solito mastino Gentile. L'Italia non ci sta e al 25mo ritorna in vantaggio con Rossi, ancora lui, che ruba il pallone ai difensori su un disimpegno difensivo sbagliato di Cerezo, che poi piangerá per le critiche di Zico. Andiamo all'intervallo in vantaggio, ma il Brasile ci tiene sotto e poi Collovati si fa male e deve entrare il giovanissimo Bergomi. Nel secondo tempo il Brasile preme molto e Zoff ci salva su due occasioni di Cerezo e Serginho. Poi peró crolliamo su un tiro di Falcao leggermente deviato da Bergomi. Sembra finita, ma Rossi segna il goal della tripletta che lo proietterá nella storia del calcio. Mancano 14 minuti alla fine e mi ricordo che furono infiniti. Segnammo anche il quarto goal con Antognoni ma fu annullato per un fuorigioco che non c'era. Nel finale di partita Zoff salva un colpo di testa molto teso di Oscar sulla linea. Al fischio finale ci sembra di aver vinto una finale. Abbiamo battuto una delle nazionali piú forti della storia del calcio. In Brasile questa é ricordata come la tragedia del Sarriá.


Si arriva cosí alle semifinali, sono solo squadre europee . La Francia affronta la Germania in quella che sará per me la partita piú emozionante del mondiale (senza contare quelle dell'Italia). Alla rete del vantaggio di Littbarski, risponde Platini su rigore. Nel secondo tempo Battiston deve uscire a causa di un'uscita assassina di Schumacher (al giorno d'oggi sarebbe rigore e/o espulsione) e la Francia coglie un'incredibile traversa a tempo quasi scaduto. Ai supplementari la Francia va in vantaggio con Tresor e poi sul 3 a 1 con un gran goal Giresse. Sembra finita, ma la Germania non molla mai e prima accorcia le distanze con il solito Rummenigge, per poi pareggiare con un bel goal di Fischer. Si deve andare ai rigori (prima volta nella storia dei mondiali): Bossis commette l'errore decisivo ed i tedeschi vanno in finale.



L'Italia ritrova la Polonia di Boniek e Lato, con cui avevamo pareggiato all'esordio. Questa volta l'Italia peró ha molta piú fiducia in sé stessa e tra l'altro Boniek é assente per squalifica. L'Italia, con Bergomi al posto dello squalificato Gentile, vince la partita del Camp Nou di Barcellona con un goal per tempo di Rossi che sembra ormai avere trovato il fuoco del goal. L'Italia é in finale, dove l'aspetta l'ultima fatica: la corazzata tedesca (questa tra l'altro sará la prima di tre finali mondiali consecutive per la Germania). Li avevamo sconfitti nella semifinale dei mondiali 1970 e poi li ritrovammo agli Europei 1988 (e poi 2012 e 2016), ma soprattutto alle semifinali dei Mondiali 2006. La Polonia si consolerá vincendo la finale per il terzo posto contro la Francia.


Eccoci quindi alla finale dell'11 Luglio 1982 (11 Luglio come la finale degli Europei 2021). L'Italia é priva dell'infortunato Antognoni e schiera Bergomi, ormai portafortuna, al suo posto. Nel primo tempo abbiamo l'occasione di andare in vantaggio su rigore dopo un'entrata scomposta di Briegel su ContiCabrini peró sbaglia

Non avevo mai colto questo dettaglio di Tardelli girato al rigore di Cabrini, come Vialli con Jorginho nel 2021

Sembra un brutto segno, peró l'Italia non si abbatte e nel secondo tempo passa in vantaggio con il solito goal di rapina di Rossi (bisogna vederlo al rallentatore per capire chi segna), poi raddoppia con Tardelli (il goal del famoso urlo), servito da Scirea (era andato in area tedesca!) e segna ancora con spillo Altobelli, che era subentrato a Graziani, dopo una bellissima sgroppata di Conti. I tedeschi si devono accontentare del goal della bandiera di Breitner, poi, dopo una passerella per il Barone Causio, l'arbitro basiliano Coelho fischia la fine e siamo Campioni del Mondo (tre volte, come disse Nando Martellini!).




Fu un'emozione stupenda che mi marchió per sempre. Tutto il paese sembrava trasformato. Il Presidente Pertini esultava in tribuna come un ragazzino e al ritorno in aereo con gli azzurri furono registrate le famose immagini della partita a carte con Bearzot, Zoff (il suo gesto di esultanza con la coppa in mano allo stadio divenne un quadro di Renato Guttuso e poi un francobollo) e CausioIl Vecio Bearzot aveva avuto ragione su Rossi, capocannoniere della competizione (davanti a Rummenigge), ma non solo su di lui. Ho ancora il poster di quella nazionale a casa mia. Mi innamorai instantaneamente di Conti, chiamato "MaraZico" per come aveva surclassato Maradona e Zico, le due stelle della competizione. Pelé disse che era stato il miglior giocatore del mondiale, sono d'accordo!

Per me questa é la coppa piú bella che c'é, l'ha disegnata e creata un italiano, Silvio Gazzaniga.



Giusto una Nota Finale per ricordare che nel 1982 si giocó anche la Coppa d'Africa (vinse il Ghana sulla Libia). 

Fonti per informazioni e snip:

- Wikipedia

- Transfermarkt.it

- storiedicalcio.altervista.org

- uefa.com

- passionemaglie.it

- Pinterest.it

- ilnobilecalcio.it

- Italia1910.com

- Solocalcio.com

- Fifa.com

- storiefuorigioco.altervista.org

- gameofgoals.it