14 gennaio 2021

Il mio Pantheon del Calcio - seconda fascia

Rimaniamo in tema portoghese anche con questa copertina: Paulo Futre. Ecco un altro che poteva entrare in questa classifica (gli vidi mostrare sprazzi di gioco favoloso a Porto e Madrid). Peró non posso dimenticare che ha giocato alla Reggiana. Devo anche confessare che vi sono squadre che non mi stanno simpatiche per motivi di pelle (ed in alcuni casi forse semplicemente mi indispone il colore della maglia: Atletico Madrid, Porto, Lazio ...). Insomma non ce l'ho fatta (snip da zonacesarini.net)

Mentre la Serie A vive giorni molto interessanti tra il Milan-Juve della scorsa settimana ed il prossimo Inter-Juve che potrebbe decidere il campionato, io continuo il mio progetto speciale di quest'anno, ovvero la lista (un 'Pantheon' mi piace dire) dei miei calciatori preferiti da quando seguo il calcio ad oggi. Qualche settimana fá abbiamo dato la lista della prima fascia, ovvero i miei calciatori preferiti in assoluto. Ora vorrei mettere qui la seconda fascia. I giocatori in questa lista mi sono pure molto cari anche se forse non sono entrati nel mio cuore come quelli di prima fascia oppure vi sono entrati per un po' e poi vi sono usciti.

Seconda fascia  

GIANCARLO ANTOGNONI

Anche questa volta cominciamo con un eroe di Spagna 1982 come facemmo con Bruno Conti. Giancarlo Antognoni era piú un centrocampista che un 10 trequartista. Dava i tempi alla squadra e distribuiva il gioco da vero regista. Mi piaceva la sua eleganza, il suo carisma silenzioso. La prima maglia gigliata che ho amato é stata la sua. Quando ebbe il grave infortunio nello scontro con il portiere Martina rimasi molto impressionato.  E' rimasto fedele alla Viola tutta la vita. Ne abbiamo riparlato recentemente nel saluto a Paolo Rossi. Un signore. (Snip da ilReporter.it)



ZICO

Ne abbiamo parlato un po' nel post di saluto a Maradona. Quando giocavamo al campo di Sammartino, nel nostro gruppo di amici ci si dava i nomi dei giocatori piú ammirati dell'epoca: Platini, Maradona, ... mio fratello era Zico perché teneva i capelli lunghi era basso e rapido, molto tecnico. Zico é rimasto nel mito non solo perché era la stella di quello che molti considerano il Brasile piú forte di sempre, non solo per la quantitá di goal che aveva giá fatto al Flamengo, forse la squadra brasiliana piú ammirata ai miei tempi, ma anche per la quantitá di goal (molti dei quali furono splendide punizioni nel sette) che fece ad Udine in una stagione. Chissá cosa avrebbe fatto  in una squadra piú forte e se fosse arrivato in Europa un po' prima. (Snip da it.wikipedia.org)

ROBERTO PRUZZO

Er bomber de Crocefieschi sembrava uscito da un film poliziesco italiano anni '70, di quelli un po' trash. Ed infatti fece una parte nel Don Camillo con Terence Hill. Secondo me era fortissimo. Nella finale di Coppa Campioni contro il Liverpool segnó un goal stupendo (l'esultanza nella foto qui accanto) ma poi Conti e Graziani sbagliarono ai rigori, stregati dalla comiche di Grobbelaar. Fu un dispiacere enorme, lí che capii per la prima volta che in Europa soffrivo per tutte le italiane. Nella Roma di Eriksonn (una delle squadre piú belle che ho visto giocare, l'ho giá detto) fece una stagione eccezionale e avrebbe meritato uno scudetto. (Snip da ilromanista.eu)

LEO JUNIOR

Un'altra scelta un pochino controcorrente dopo Toninho Cerezo nella prima fascia. Dopo Zico uno forse si aspetterebbe Paulo Roberto Falcao, l'ottavo re di Roma e leader della Roma di Liedholm. Oppure il dottore Socrates, con i suoi piedi corti nonostante la notevole altezza. Peró a me piaceva molto il baffo di Junior, il suo squardo intenso ed i suoi incredibili calci piazzati. Sapeva segnare da calcio d'angolo o servire incredibili assist per la testa di Aldo Serena. Era silenzioso, un leader naturale. (Snip da torinofc.it)



MASSIMO BARBUTI

Le mie prime volte allo stadio, furono per vedere il Parma di Perani al Tardini, in Serie B e C.  Lí giocava Massimo Barbuti, il baffuto centravanti crociato (anche se spesso si usavano le maglie bianche con le righe gialloblu sulle braccia per ospitare la sposorizzazione del Consorzio del Prosciutto di Parma). Barbuti assomigliava a certi compagni o avversari che ho incontrato in anni di partite negli Amatori UISP. Era forte ma anche affabile, ti sembrava naturale poterlo incontrare al bar dopo la partita. Poi a Parma arrivó Arrigo Sacchi e la squadra sfioró la Serie A e andó a vincere contro il Milan in Coppa Italia. Sacchi andó al Milan e arrivó Zeman, il suo Parma fece un figurone in amichevole con il Real Madrid e poi andó a vincere contro il Milan in Coppa Italia (furono le mie prime volte a San Siro). (Snip da it.wikipedia.org)

MARK HATELEY

Come ho giá detto, io nasco Milanista e a quei tempi Mark Hateley era il mio mito. Avevo vari poster suoi in camera e leggevo di lui sulla rivista Supergol di Maurizio Mosca, a cui ero abbonato. Era un fuoco di paglia ed il Milan fece male a non venderlo quando le sue quotazioni erano alle stelle. Peró il suo goal nel derby con l'Inter rimane folgorante e l'ho scelta come copertina per il lancio di questo blog. Forse uno dei goal di testa piú belli che ho visto in vita mia. Ricordo di averlo sentito in diretta alla radio di Tutto Il Calcio Minuto per Minuto e poi di vederlo a Novantesimo Minuto la sera. (Snip da milannight.com)


PIETRO PAOLO VIRDIS

Fece da congiunzione tra Hateley e Gullit quindi in mezzo a loro due sta benissimo (mi spiace ma ero Milanista sfegatato in quel periodo). Secondo me fu uno dei giocatori che ho visto invecchiare meglio in 40 anni di calcio. Al Milan diventó capocannoniere nell'ultimo anno pre-Sacchi e poi fu decisivo nella corsa allo scudetto l'anno successivo, mentre Van Basten era infortunato. Quello per me fu il Milan piú bello di tutti come gioco, anche se il piú affascinante rimane sicuramente quello della prima Champions, in cui dominó a Madrid contro il Real e poi lo sbricioló a San Siro, quello delle braghette nere nelle partite importanti. Virdis meritava di piú anche in nazionale, é vero che Spillo Altobelli tra il 1986 e il 1988 era uno degli attaccanti piú forti d'Europa ma Virdis doveva essere convocato per gli Europei '88. (Snip da gazzetta.it)

RUUD GULLIT

Arrivó quasi sconosciuto al Milan dal PSV Eindhoven ed infatti vinse il Pallone D'Oro piú per gli exploit in Olanda. Peró fu subito protagonista del Milan di Sacchi, unico dei tre olandesi ad esserci nel famoso primo scudetto (Van Basten fu fuori quasi tutto l'anno per infortunio e Rijkard arrivó dopo la prima Coppa Campioni), dove sembrava un uomo di una forza superiore. Era simpaticissimo. Io mi ricordo soprattutto i suoi potentissimi colpi di testa (uno ad inizio campionato 1987/88 a Pisa e poi quello nella finale dell'Europeo con la Russia, spesso dimenticato dal piú famoso raddoppio di Van Basten). Segnó una doppietta anche nella prima finale di Champions al Camp Nou (l'anno dopo Rijkaard segnó contro il Benfica, quell'anno il Milan buttó via il triplete perché Rijkaard era nervosissimo per il divorzio e si fece buttare fuori a Verona e poi al Mondiale per il famoso episodio dello sputo a Voeller). Il periodo con Capello fu meno luminoso e secondo me Gullit fece molto bene ad andare alla Samp (bellissimo un goal da ex proprio contro il Milan). (Snip da storiedicalcio.altervista.org)

GIUSEPPE GIANNINI

Questa foto é molto indicativa. C'é stato un momento in cui Giannini era il Principe incontrastato della Roma e Totti solo una giovane promessa. Ora Totti ha superato tutti nella storia della Roma, perfino Conti e Falcao, mentre Giannini é quasi dimenticato. Confesso che la mia attrazione per Giannini fu soprattutto per i suoi capelli lunghi e la sua barba accennata, un po' come Cabrini ad inizio carriera. Peró sapeva anche dare momenti di grande calcio. Aveva una grande visione di gioco e oltre che della Roma del dopo Falcao fu anche un leader di quella che forse fu la generazione azzurra piú talentuosa di sempre, ovvero l'Under 21 1986 di Vicini (poi ossatura della nazionale azzurra agli europei 1988 e ai mondiali 1990), ovvero quella di Zenga, Mancini, Vialli, De Napoli, Donadoni, Ferri, .... (Snip da Avvenire.it)


ROGER MILLA

Beh, intanto c'é da dire che ho sempre avuto un debole per i colori della divisa del Cameroon (un po' come per quella della Colombia). Peró fu fantastico vedere Roger Milla sfiorare la leggenda ai Mondiali d'Italia 1990. Ricordo ancora i supplementari dei quarti di finale con l'Inghilterra, in cui Gary Lineker brució i sogni della squadra di Milla (come Milla aveva bruciato quelli della Colombia agli ottavi). Forse i miei outsiders preferiti di sempre. (Snip da medium.com)

ROBERTO DONADONI

Arrivó a Milano da Bergamo con grandissime attese (doveva riaccendere la luce di San Siro) e quindi all'inizió sembró deludere. Poi giocó piú da mediano di qualitá e mise in mostra una padronanza tecnica ai livelli di un Andres Iniesta. A parte i 4 difensori, fu uno dei pochi che continuó per tutto il periodo di Capello. Certo, pensandoci é incredibile vedere come il Milan di Sacchi oscurerá per sempre quello di Capello che pure vinse 4 scudetti, stabilí records di imbattibilitá e sfioró la Champions per tre volte, vincendone una nella famosa finale contro il Barcelona di Cruyiff.  Ci volle il Barcelona di Guardiola per ripetere una tale mistica di squadra rivoluzionaria e dominatrice. Io penso che Donadoni non fu mai apprezzato abbastanza perché era timido e taciturno ed evitava la ribalta. Fu lo stesso da allenatore (a Parma fece miracoli): in nazionale lo esonerarono dopo essere uscito ai rigori con la Spagna, che era all'inizio del ciclo di imbattibilitá piú netto dell'era moderna. Richiamarono Lippi e fu un disastro. (Snip da ebay.co.uk)

JORGE HAGI

Se fosse stato sudamericano sarebbe diventato una stella mondiale. Rimase il Maradona dei Carpazi. Uno dei sinistri piú talentuosi che abbia mai visto. Tristemente bella la sliding door con Maradona nel 1994: l'argentino era appena stato squalificato per doping ed il romeno affondó la squadra di Batistuta, probabilmente ancora in stato di choc. Hagi lo fece in modo dominante e con un goal fantastico. Come Maradona é stato a Barcelona, come Baggio, al Brescia. (Snip da thebigsporttheory.com)

SANDRO MELLI

Fu il simbolo del Parma di Scala, quello piú amato e 'genuino' dell'epoca Parmalat. Una squadra piena di giocatori di livello medio, brave persone, ma che riuscí a vincere la Coppa delle Coppe a Wembley e rese famoso lo schema (l'ho visto molte volte al Trdini) del terzino (Benarrivo) che da la palla all'attacante (Melli) che fa la sponda indietro per il centrocampista (Grun) che lancia il terzino che nel frattempo é scattato sulla fascia e fa un cross arretrato. Poi a Parma arrivó anche il pallone d'oro Stoichkov o il prestigiatore Asprilla, peró questo fu indimenticabile. Molti amavano di piú il bravo ragazzo Minotti o il Sindaco Osio, peró Melli era il mio preferito, forse anche per quella 'r' parmigiana inconfondibile. (Snip da sportellate.it)

CAFU

Uno dei giocatori piú vincenti di sempre. Ha giocato quattro mondiali (giocatore con piú presenze con la maglia del Brasile, incluso ai mondiali) e ne ha vinti due (con il Brasile di Romario e, da capitano, con quello di Ronaldo, Rivaldo e Ronaldinho). Ha vinto Coppe Libertadores e Champions, scudetti in Brasile ed in Italia (sia con Roma che con il Milan). Un grandissimo, tra l'altro fortissimo anche tecnicamente. Indimenticabile il suo triplo sombrero a Nedved in un derby Roma-Lazio, io lo vidi in diretta TV! (Snip da mediagol.it)


GIANFRANCO ZOLA

Per me uno dei numeri 10 italiani piú forti di sempre, peró sempre nel posto giusto al momento sbagliato. Esordí a Napoli durante un periodo di infortunio di Maradona e fece sfracelli. Poi tornó Diego e lui rientró in panchina. Si trasferi al Parma e secondo me, tranne la difesa Buffon, Thuram, Cannavaro, fu il giocatore piú forte che ho visto al Tardini. Nel 1994 era in formissima ma aveva una voglia cosí grande di imporsi che entró in campo con molta irruenza e l'arbitro fu ingiustissimo a buttarlo fuori con la Nigeria. Io l'avrei inserito durante la finale con il Brasile. Poi andó al Chelsea per vari anni e diventó uno dei giocatori stranieri piú amati della storia della Premier League ("Magic Box"). Agli europei del 1996 vince la concorrenza con Del Piero (Baggio e Signori furono gli esclusi eccellenti di Sacchi) e fa vedere bellissime giocate ma poi sbaglia un rigore decisivo con la Germania e l'Italia non supera i gironi. Ai mondiali del 1998 Maldini gli preferisce Baggio come vice Del Piero mentre nel 2000 Zoff fa esordire Totti in una staffetta con Del Piero che poi continuerá fino al 2006. Umile e corretto. (Snip da stadiotardini.it)

HERNAN CRESPO

Crespo arrivó a Parma nel 1996, dopo aver vinto la Libertadores con il River Plate. All'inizio non mi stava simpaticissimo perché faceva ombra al mio idolo Batistuta. Poi mi sono sciolto anch'io davanti alla sua classe e semplicitá. Anche lui passó dal Chelsea anche se non brilló (come poi anche Shevchenko). E' interessante perché Crespo ha giocato 4 stagioni all'Inter, vincendo tre scudetti, ma io me lo ricordo soprattutto per le prestazioni imperiose nell'annata al Milan, in particolare le bellissime partite contro il Manchester United, dove fu decisivo (in quelle partite Gattuso, dopo un contrasto in cui un giocatore dei Red Devils finí a terra vicino alla linea laterale, guardó l'avversario con aria alla Rocky Balboa e disse 'Come on, Come on !' per invitarlo a scontrarsi ancora!). Peccato che quella era la Champions maledetta della finale con il Liverpool.. Crespo l'avrebbe meritata, e anche quel Milan era forse piú forte degli altri due di Ancelotti che la Champions la vinsero. Crespo ha finito la carriera a Parma, ne é diventato il piú forte marcatore in Serie A e ambasciatore nel mondo, eppure se lo incroci per strada a Parma, ti saluta come una persona normalissima. Un grande. (Snip da gazzettadiparma.it)

ENRICO CHIESA

Chiesa ha giocato a Parma negli anni di Crespo (vincendo con lui una Coppa UEFA nel Parma forse piú forte di sempre con Buffon, Thuram, Cannavaro, Veron, ...) e lasciando il segno, anche se molti lo ricordano soprattutto a Firenze, anche per via dell'arrivo successivo del figlio Federico, ora alla Juve. Per me il Chiesa piú forte peró fu quello dei 22 goal in una stagione. Dava un impressione di potenza incredibile, di calcio primordiale, gli arrivava il pallone e tirava da tutte le posizioni. Prima di lui avevo visto solo Beppe Signori tirare con quella potenza e velocitá di esecuzione. L'anno alla Samp gli valse la convocazione agli Europei, dove segnó contro la Repubblica Ceca. (Snip da blucerchiando.com)

RONALDINHO

Certo fa strano vedere un fuoriclasse come lui in una carrellata che vede giocatori di rilievo molto diverso. Ma come spiegavo, questa classifica ha anche a che fare con la simpatia personale per un giocatore e quindi non ho messo assoluti fuoriclasse come Zidane per esempio, per quanto ritenga il francese il giocatore piú forte che ho visto negli anni che vanno da Maradona e Van Basten fino a Messi e Ronaldo (certo i fan di Baggio, Maldini, Figo, Totti, Ibrahimovic o Beckham potrebbero aversene, ma tant'é). Comunque, Ronaldinho ha seminato magie in tante squadre, ma il suo nome é indissolubilmente legato al Barcelona, che con lui e con Rijkaard in panchina ha rivinto la Champions per la prima volta dai tempi della finale con la Samp. La sua prestazione al Bernabeu in un Clasico contro il Real dei Galacticos (con in campo anche gli amici Ronaldo, Robinho e Roberto Carlos) é rimasta nella storia del calcio (la vidi in diretta TV!) e gli valse gli applausi del pubblico di casa. Per me, se parliamo di talento puro (abbiamo giá affrontato questo dilemma nel ricordo di Maradona o nel dibattito su Messi e CR7), Ronaldinho é il giocatore che piú si é avvicinato a Maradona, soprattutto come capacitá di fare in campo giocate che ti immagineresti solo in partitelle tra amici.  (Snip da sport.sky.it)

GIANLUCA ZAMBROTTA

Ecco finalmente un altro difensore. Sará una sorpresa per alcuni non vedere Nesta o il Pallone D'Oro Cannavaro (tra l'altro ex Parma come Buffon) o Grosso, il 'Tardelli' del 2006; peró per me Zambrotta é stato uno dei migliori azzurri che abbia mai visto. Per anni ha giocato alla grande con la Juve (e poi con il Milan dopo la parentesi a Barcelona), peró é soprattutto in maglia azzurra che non ha mai deluso risultato spesso il migliore ed il piú costante nel rendimento. Veramente forte nelle progressioni e sicuro nei recuperi. Ha accumulato quasi 100 presenze con tre mondiali (una vittoria) e tre europei (una finale). Tra l'altro il suo momento di massimo splendore é coinciso anche con la nazionale del 2002, forse la piú forte di sempre a livello di singoli giocatori (come squadra direi quella del 1990): Vieri, Montella, Totti, Del Piero, Inzaghi e poi Nesta, Maldini, Cannavaro, Buffon!!! (peccato per l'arbitro Moreno e anche per la gestione Trapattoni lasciatemoli dire, peggiore CT che ho visto dopo Ventura). Sicuramente un campione sottovalutato. (Snip da gianlucazambrotta.it)

KAKÁ

Sono stato un po' in dubbio se inserirlo per due motivi. Il primo é che il suo arrivo accelleró il declino del mio idolo Rui Costa (che gli fece da mentore); il secondo é che il suo addio al Milan per il Real (molti scordano che arrivó l'anno di Cristiano Ronaldo e la sua presentazione fu piú attesa di quella del portoghese) rappresentó una grande delusione (una specie di Gareth Bale, pure peggio) e il suo ritorno al Milan fu malinconico, come e piú di quelli di Shevchenko o Gullit. Peró ha rappresentato la bellezza del Milan di Ancelotti, secondo me la squadra con il centrocampo di maggiore classe di sempre (immaginate, Seedorf, Pirlo e Kaká insieme...). Le sue falcate palla al piede mettevano il campo in discesa per i rossoneri. Sembrava infermabile. Il suo goal all'Old Trafford é rimasto nella storia, ma ne ha fatti anche di piú belli. (Snip da repubblica.it)

VINCENZO MONTELLA

Arrivó alla Samp dopo l'addio di Chiesa e fece pure meglio. Fu l'ennesimo gioiello valorizzato dagli assist di Mancini dopo Vialli, Gullit o Chiesa. Poi Mancini andó con Eriksonn alla Lazio e con Montella si affrontarono nei derby quando l'aeroplanino approdó alla Roma con Totti e Delvecchio, dove tra l'altro vinse uno storico scudetto. In nazionale avrebbe meritato di andare ai Mondiali del 1998 ma non fu convocato. La seconda parte della carriera é stata meno brillante ma resta comunque un marcatore da 141 goal in Serie A. Come allenatore, devo ammettere che prometteva meglio. (Snip da repubblica.it)

ANDRES INIESTA

Anche per Iniesta vale il discorso di Ronaldinho. Un'altra categoria. Come avrete notato non riesco a mettere nel mio olimpo personale i giocatori anglo-germanici (troppo freddi) o ispano-francesi (troppo rivali nostri e quindi antipatici), quindi il fatto che ci sia lo spagnolo Iniesta dice molto di quanto lo ammiro. Con Xavi ha dato vita al centrocampo della squadra piú iconica degli ultimi 30 anni, il Barcelona di Guardiola. Un controllo della palla incredibile, sembrava incollata. Visione di gioco leggermente meno forte di Xavi, ma piú forte negli inserimenti e nel dribbling. Un alieno. Ha vissuto da protagonista il periodo piú forte di sempre della nazionale spagnola (Snip da periodicodaily.com)

DOMENICO MORFEO

Nel 2003, inizia la fine del Parma di Calisto Tanzi: scoppia lo scandalo PARMALAT, il piú grosso nella storia di una societá europea. Io sono cresciuto a 2 chilometri di distanza dagli uffici e primi stabilimenti della Parmalat e li ho visitati alle scuole elementari. Sono cresciuto con questo latte, ho visto la sua scritta in Formula 1 e sulle maglie del Real Madrid. Conoso gente che lavorava in Parmalat o vi aveva investito i risparmi di una vita. E' stata una botta durissima per la cittá e tutta l'economia della provincia. Ovviamente anche il Parma Calcio doveva soffrirne ed infatti finiscono i tempi dei grandi campioni di cui abbiamo parlato sopra. Nel 2003 peró arriva Morfeo a Parma, con la fama di genietto discontinuo ed indolente. Alcuni degli assist piú belli che ho visto fare li ha fatti lui. Con Marchionni e Gilardino  diede una stagione fantastica ai tifosi gialloblu. Poi il lento declino dei crociati. L'ultima scintilla fu il Parma di Donadoni che ebbe per un anno Cassano (un Morfeo anche lui, anche se si é preso qualche soddisfazionei in piú, sia in club che in nazionale) e arrivó sesta nel 2014. Poi il fallimento e la Serie D. Ma i crociati non hanno mollato e sono tornati in A con quattro promozioni di fila, unica squadra in tutta Europa. (Snip da gazzetta.it)

JAVIER PASTORE

Con Pastore é stato un amore fugace devo ammettere. L'ho adorato negli anni di Palermo (pensa questa squadra che ha schierato gente come lui, Cavani o Dybala...) dove faceva vedere giocate elegantissime ad un passo solo apparentemente tranquillo. Sembrava di un altro pianeta, giá molto maturo. Purtroppo la sua carriera non é decollata, ne a Parigi ne a Roma, mentre in nazionale ha avuto solo qualche apparizione, ma d'altra parte l'Argentina degli ultimi 15 anni, soprattutto dal centrocampo in su, era in grado di schierare due nazionali di giocatori di livelli altissimi. Uno spreco. (Snip da tifosipalermo.it)

ALESSANDRO DIAMANTI

Il talento di provincia che non ti aspetti. Diamanti dei tempi del Bologna mi é piaciuto un sacco. Riusciva a tirare da posizioni incredibili e aveva un sinistro che trovave traiettorie uniche. Anche in nazionale figuró bene in quel periodo. Pensó che la Cina lo abbia rovinato e al ritorno ha fatto sempre molta fatica. Un peccato davvero, si vedeva che era un giocatore molto originale e con una gran bella personalitá. Finito troppo presto. (Snip da quattrotretre.it)

LUIS MURIEL

Dovrei fare un po' di premesse qui: 1. l'Atalanta é una squadra di provincia che é riuscita ad andare oltre alle favole dell'Udinese o Vicenza di Guidolin, del Chievo di Del Neri, del Foggia di Zeman. Forse l'unica che non ha ancora superato é il Verona di Bagnoli (non inserisco il Parma in questa classifica perché bisogna ammettere che il denaro Parmalat é stato determinante, anche troppo per i miei gusti, ad elevare il Parma da squadra di provincia a Top Team); 2. se ci fermassimo alla sola Atalanta, allora non avrei dubbi che il mio giocatore preferito é il Papu Gomez (mi sta simpaticissimo e secondo me tra i giocatori degli ultimi anni é quello di piú classe insieme a Luiz Alberto della Lazio). Peró Muriel io lo ammiro dai tempi dell'Udinese e dovunque ha giocato ha mostrato lampi di grandi classe. Ci sono stati tanti attaccanti stranieri di provincia in Serie A che si sono fatti amare (penso ai vari Balbo, Amoroso, Amauri, etc.), peró Muriel per me é speciale (be non solo per me). Fa sembrare facilissime cose quasi impossibili, riesce a segnare entrando in campo a secondo tempo inoltrato e sguscia via con una facilitá incredibile. Poi quando sbaglia ha sempre un sorrisetto divertentissimo, quasi giocasse un'altra partita. (Snip da bergamonews.it)

FABIO QUAGLIARELLA

Chiudo anche questa volta con un altro giocatore in attivitá. Quagliarella é rinato nella Samp dopo gli anni di sofferenza dopo l'uscita dalla Juve di Conte. Un'ottima persona. Perfino Napoli si é dovuta scusare con lui per una brutta vicenda di diffamazione. Mi piaceva fin dai tempi dell'Udinese dove diede vita ad una bellissima coppia con Antonio di Natale. L'errore piú grande di tutti gli errori fatti da Lippi ai Mondiali del 2010 fu di non farlo giocare titolare, era in formissima. E' arrivato a 169 goal in Serie A, 15mo di sempre ed il piú forte tra quelli in attivitá. Non ha ancora finito secondo me! (Snip da gazzetta.it)

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