28 gennaio 2021

COPPA ITALIA - sono finiti i quarti

 

Sicuramente (e tristemente) la scena che verrá piú ricordata di questa Coppa Italia e questo Derby della Madonnina (snip da fanpage.it) 

Normalmente non parlo molto di Coppa Italia. Spesso viene usata dalla squadre per recuperare giocatori infortunati o dare spazio a panchinari scontenti. Lo scorso anno ne avevo parlato per avanzare proposte su come rilanciarla (le ri-sottoscrivo). Poi mi ero soffermato sulla vittoria del Napoli in finale sulla Juve. Quest'anno credo che, anche grazie alla Serie A piú aperta ed equilibrata anche la Coppa Italia sia píú interessante.

Partiamo dall'anticipare le Semifinali che si giocheranno in due turni di andata e ritorno a partire dalla settimana prossima, ovvero Inter-Juve e Atalanta-Napoli (in parte simile agli accopiamenti dell'anno scorso, con l'Inter che aveva perso con il Napoli e la Juve che aveva prevalso sul Milan).

Quest'anno gli ottavi si erano conclusi senza grosse sorprese (a parte la sconfitta dell Sassuolo contro la SPAL e la netta sconfitta della Roma con lo Spezia, che tra l'altro ha portato all'attuale rottura di Dzeko con Fonseca, premessa ad una possibile cessione nei prossimi giorni). Deleteria secondo me la regola che la squadra piú forte gioca in casa, il contrario di quello che succede in FA Cup.

Nei quarti si sono viste due partite di alto livello. La prima é quella della foto di copertina, ovvero il derby tra Inter e Milan, le due squadre in testa alla classifica. Proprio Ibrahimovic e Lukaku erano stati i protagonisti nella partita di andata in Serie A, finita 2 a 1 per il Milan con doppietta dello svedese e rete del belga. Anche questa volta é stato il Milan a passare in vantaggio con rete di Ibra. Nel secono tempo l'Inter ha continuato a creare occasioni (ottimo lavoro di Sanchez) ma ha pareggiato solo dopo l'espulsione di Ibrahimovic per doppia ammonizione. A tempo scaduto il bellissimo goal di Eriksen su punizione, che ora forse non partirá piú.

A fine primo tempo, l'incidente tra i due campioni, che ha fatto il giro della stampa europea per le parole usate da entrambi, come due coatti in una partita di amatori. A me é sembrato che Ibrahimovic provocasse di proposito Lukaku e per primo ha offeso la madre del belga (con quelle frasi del vudú, se fosse stato in Premier, altro che la squalifica di Cavani). Io ammiro Ibrahimovic come giocatore, peró come persona mi sta parecchio antipatico (non solo per il goal di tacco all'Italia agli Europei del 2004), é un gradasso megalomane. Vedremo quanto prenderanno di squalifica.

Con la vittoria l'Inter conferma la maggior sicurezza acquisita con la vittoria nel derby d'Italia. Ora dovrá ripetersi proprio contro la Juve (che ha passeggiato sulla SPAL nei quarti). Il Milan invece raccoglie la terza sconfitta in questo mese dopo quelle in campionato contro la Juve e l'Atalanta. Un segnale preoccupante nonostante i rinforzi di mercato degi ultimi giorni. L'altra semifinale di Coppa Italia sará, come abbiamo detto tra Atalanta e Napoli, che ha vinto facilmente contro lo Spezia nei quarti.

Nell'altro quarto di lusso, l'Atalanta di Gasperini si é imposta per 3 a 2 contro la Lazio di Inzaghi, in quello che sembra confermarsi lo scontro spettacolo degli ultimi anni. Come altre volte in passato, la partita é stata a lungo in equilibrio ed entrambe le squadre potevano prevalere. L'Atalanta ha confermato il gran momento di forma ed ha colto un'altra vittoria proprio nel giorno in cui il Papu Gomez ha registrato un bel saluto alla cittá ed ai tifosi prima di trasferirsi al Siviglia. 

É una gran perdita per il nostro campionato, se ne va un campione, sempre tra i migliori nelle ultime stagioni (con Luiz Alberto appunto) e che aveva interpretato cosí bene il ruolo dell'enganche in modo strepitoso, tanto che era entrato nella mia personale classifica del pallone d'oro. Io auguro tuto il bene sia a lui che ai bergamaschi. Ho l'impressione che si penseranno al momento di scendere in campo per gli ottavi di Champions...

20 gennaio 2021

Un punto sui maggiori campionati europei - quarta puntata


 

Eccoci di nuovo a fare il punto sui maggiori campionati europei, per la prima volta nel 2021 e a tre settimane dall'ultima puntata. In questo periodo nei principali campionati le squadre si concentrano sul campionato, sulle coppe nazionali ed eventuali finali di supercoppa, in attesa del ritorno della Champions.

Partiamo dalla Premier, come sempre. Il campionato inglese continua ad essere molto combattuto. Chi é che si sarebbe aspettato quando siamo quasi alla fine del girone di andata che il Leicester fosse primo in classifica e il Liverpool non fosse nei primi tre. In realtá la testa della classifica cambia continuamente visto la vicinanza delle prime 7 (da cui mancano per ora Chelsea e Arsenal). La tendenza piú solida delle ultime settimane é sicuramente il ritrono a grande velocitá del City di Guardiola che, vittoria dopo vittoria (inclusa un 3 a 1 in casa del Chelsea), si é portato a tre punti dalla testa (ed una partita in meno). I Citizens sono sicuramente i favoriti in questo momento mentre il Liverpool dovrá recuperare la brillantezza che non ha avuto in un noioso 0 a 0 con il Man United lo scorso week-end per mostrare che é il piú forte.  Interessante vedere Bruno Fernandes cosí in alto nella classifica cannonieri (é sicuramente il giocatore che piú ha impressionato nei Red Devils quest'anno) cosí come il fatto di vedere sia Kane che Son tra i primi (sorprendente visto che parliamo del Tottenham di Mourinho).

Passiamo alla Liga. L'Atletico (che ha recentemente battuto il Siviglia) mostra di fare sul serio: é in testa con 4 punti di vantaggio e 2 partite in meno rispetto al Real. Luis Suarez non ha impressionato ma ha comunque fatto la sua parte con 9 goal finora. L'impressione é che la difesa abbia recuperato la notoria soliditá che sembrava un po' intaccata negli ultimi anni. Piú dietro il Real ed il Barcelona non mollano anche se hanno entrambe i loro problemi da risolvere (il Real si sta giá muovendo sul mercato con Alaba dal Bayern per una cifra record, ma intanto si é fatto rimontare ed eliminare dalla Coppa del Re da una squadra di Serie C). Il Barcelona invece ha happena perso la finale di supercoppa con l'Atletico Bilbao facendosi prima rimontare al 90mo e poi sorpassare ai supplementari, rovinando quindi la gioia di Griezmann, che aveva segnato una doppietta e portando Messi alla prima espulsione della sua carriera. Insomma, la situazione é ancora molto fluida, mentre giá si parla della possibile prossima destinazione del campione argentino a fine stagione.

In Bundesliga il Bayern continua al comando, inseguito dal Leverkusen e Lipsia, mentre il Borussia (che ha recentemente vinto con il Lipsia ma perso con il Leverkusen) ed il BMG (nonostante una recente vittorial sul Bayern) sono piú indietro. L'aspetto piú impressionante é che Lewandowski, mio pallone d'oro 2020, é giá a 21 goal stagionali, un livello altissimo a questo punto della stagione (il secondo é il portoghese ed ex-Milan Andres Silva con 12 goal). In Ligue 1, il PSG, che ha recentemente sostituito Tuchel con Pochettino alla guida tecnica della squadra, ha riguadagnato la testa della classifica in compagnia della sorpresa Lilla e seguito da vicino dal Lione. É un po' presto per esprimersi su questo cambio di panchina, io la vedo ancora come una mossa rischiosa: Pochettino é un allenatore che ha bisogno di imporre le sue idee e dovrá fare parecchi compromessi per accontentare le forti individualitá dei parigini.

Finiamo con la Serie A, di cui abbiamo fatto il punto alla 16ma giornata. Manca una partita alla fine del girone di andata ed il Milan continua in testa alla classifica. I rossoneri hanno strappato i tre punti anche a Cagliari ed il suo leader carismatico Ibrahimovic ha festeggiato il ritorno in campo dopo un lungo infortunio con una doppietta. I rossoneri non stanno fermi nemmeno sul mercato: hanno acquistato un giovane centrocampista dal Torino e riportato in Italia il pretoriano Mandzukic, uno dei giocatori simbolo dell'era Allegri alla Juve. Segue da vicino i rossoneri l'Inter di Conte. I nerazzurri hanno fatto una grande partita domenica scorsa contro la Juve nel derby d'Italia ed hanno chiaramente mandato un messaggio al campionato come squadra favorita. Non si possono piú nascondere. Dall'altra parte la Juve é ora a 10 punti dalla vetta (ed una partita da recuperare) e potrebbe vedere svanire il suo sogno di vincere il decimo scudetto di fila se non cambia registro (é molto piú indietro anche rispetto alla Juve di Sarri a questo punto della stagione). Roma, Napoli, Lazio e Atalanta continuano ad alternare grandi partite con brutte figure (l'Atalanta meno, é piú solida e costante), mentre il Sassuolo sembra in calo. Immobile invece si é riportato sotto in classifica cannonieri e sembra voler replicare il duello dello scorso anno con CR7 e Lukaku.

PS: stasera la Juve di Pirlo si e' parzialmente risollevata battendo 2 a 0 il Napoli di Gattuso (i due allenatori sono grandi amici dai tempi del Milan e poi della Nazionale) nella SuperCoppa Italiana, primo trofeo della stagione e della carriera di Pirlo come allenatore. La Juve si vendica quindi della vittoria del Napoli nella finale di Coppa Italia della scorsa stagione (le due squadre si ritroveranno nella partita di campionato da recuperare). Insomma un po' di benzina per il morale bianconero, anche se i problemi di fondo non sono spariti, tutt'altro.

17 gennaio 2021

Derby d'Italia: 2 a 0, Barella trascina l'Inter!

 
É bellissimo vedere un italiano svettare in una partita cosí importante con tante stelle straniere in campo. (snip da calciomercato.com)

In Italia la cosa che si avvicina di piú al Clásico Real-Barcelona é il Derby di Italia tra Inter e Juve, le due squadre con piú scudetti. C'é da dire peró che si dovrebbe contare anche il Milan, non lontano dall'Inter come scudetti e squadra piú vincente in Europa dopo il Real. Certo, solo la Juve é quasi sempre competitiva per lo scudetto come Real e Juve, mentre Inter e Milan hanno periodi di appanamento ed in altre occasioni tra l'altro ci sono le sorprese di squadre come Lazio, Roma, Napoli (ed in passato Samp e Parma) a lottare per lo scudetto.

Quest'anno il Derby d'Italia era speciale perché la competizione é particolarmente serrata e perché la partita arriva quasi alla fine del girone di andata, quindi in un momento in cui puó dare molti responsi. Negli altri campionati principali infatti i classici sono giá avvenuti (per quanto oggi il Liverpool ha pareggiato 0 a 0 con il Manchester United in uno scontro ai vertici della classifica che non si vedeva da tanto tempo). Ed in effetti la partita era attesissima (la Gazzetta dello Sport ha pubblicato tantissime interviste, analisi, video ed altri contenuti su questa partita).

Tantissimi erano i motivi: Conte che rincontra la sua Juve, stavolta guidata da Pirlo, giocatore che grazie a Conte a prolungato la sua carriera alla Juve e che ha detto di ispirarsi molto al gioco dell'allenatore pugliese. Oppure Ronaldo, in cima alla classifica dei cannonieri, che sfidava Lukaku, il cannoniere da cui l'Inter é molto dipendente. Poi anche la velocitá di Hakimi da una parte contro quella di Chiesa (che torna a San Siro dopo la bella doppietta contro il Milan) dall'altra. Vidal che ritrova la Juve da avversario e Lautaro che sfida Morata. 

Ma soprattutto la classifica: ne avevamo parlato facendo il punto sulla Serie A la sera della bella vittoria dell Juve sul Milan; per la Juve questa partita era decisiva per potersi rilanciare in campionato e riavvicinarsi alla testa in vista del recupero contro il Napoli (contro cui giocherá anche la Supercoppa domenica prossima). Per l'Inter era l'occasione per allontanare i bianconeri, portarsi in testa con il Milan (impegnato domani a Cagliari, forse giá con il neo-acquisto Mario Mandzukic) e soprattutto mostrare di poter vincere contro la piú grande (perse due volte con la Juve lo scorso anno).

La partita non ha tradito le attese ed é stata giocata con grande ritmo ed impegno da entrambe le squadre. Sul piano del gioco, si puó dire che Conte ha dato una lezione a Pirlo. L'Inter ha prevalso sotto tutti i punti di vista: i nerazzurri hanno difeso con attenzione ed infatti la Juve ha avuto quasi zero occasioni (non sono sicuro che il goal annullato a Ronaldo ad inizio partita fosse irregolare peró), anche dopo aver inserito McKenny, Bernardeschi e Kulushevski; ma soprattutto l'Inter ha interpretato al meglio il suo gioco di costruzione bassa con esterni ampi sulle fascie, Lukaku in appoggio e Barella che si inserisce.

Nicoló Barella é stato il protagonista indiscusso della partita, regalando un bellissimo assist per l'uno a zero di Vidal e poi segnando il due a zero in contropiede su una bellissima apertura di Bastoni, anche lui bravissimo. Oltre tutto Barella aveva offerto assist anche a Lukaku e Lautaro che peró come, spesso gli accade, non erano riusciti a finalizzare occasioni molto nette. L'Inter infatti ha creato molte piú occasioni della Juve ed ha meritato la vittoria senza ombra di dubbio. E' una bella notizia per Conte e per la sua squadra che puó quindi guardare al futuro con fiducia di aver dimostrato la propria forza.

Per la Juve invece é un grosso campanello di allarme. I bianconeri hanno sofferto in difesa, non sono riusciti a manovrare i tempi del gioco a centrocampo e hanno creato pochissimo in attacco. Ora la corsa per lo scudetto si fa molto dura per i bianconeri e scomettere tutto sulla Champions é pericolosissimo. La cosa che mi ha fatto piú impressione quest'oggi é che la Juve ha portato pocchissimi giocatori in attacco, lasciando praticamente soli Ronaldo e Morata. Insomma, questo Derby d'Italia potrebbe davvero essere lo spartiacque della stagione per entrambe le squadre!

14 gennaio 2021

Il mio Pantheon del Calcio - seconda fascia

Rimaniamo in tema portoghese anche con questa copertina: Paulo Futre. Ecco un altro che poteva entrare in questa classifica (gli vidi mostrare sprazzi di gioco favoloso a Porto e Madrid). Peró non posso dimenticare che ha giocato alla Reggiana. Devo anche confessare che vi sono squadre che non mi stanno simpatiche per motivi di pelle (ed in alcuni casi forse semplicemente mi indispone il colore della maglia: Atletico Madrid, Porto, Lazio ...). Insomma non ce l'ho fatta (snip da zonacesarini.net)

Mentre la Serie A vive giorni molto interessanti tra il Milan-Juve della scorsa settimana ed il prossimo Inter-Juve che potrebbe decidere il campionato, io continuo il mio progetto speciale di quest'anno, ovvero la lista (un 'Pantheon' mi piace dire) dei miei calciatori preferiti da quando seguo il calcio ad oggi. Qualche settimana fá abbiamo dato la lista della prima fascia, ovvero i miei calciatori preferiti in assoluto. Ora vorrei mettere qui la seconda fascia. I giocatori in questa lista mi sono pure molto cari anche se forse non sono entrati nel mio cuore come quelli di prima fascia oppure vi sono entrati per un po' e poi vi sono usciti.

Seconda fascia  

GIANCARLO ANTOGNONI

Anche questa volta cominciamo con un eroe di Spagna 1982 come facemmo con Bruno Conti. Giancarlo Antognoni era piú un centrocampista che un 10 trequartista. Dava i tempi alla squadra e distribuiva il gioco da vero regista. Mi piaceva la sua eleganza, il suo carisma silenzioso. La prima maglia gigliata che ho amato é stata la sua. Quando ebbe il grave infortunio nello scontro con il portiere Martina rimasi molto impressionato.  E' rimasto fedele alla Viola tutta la vita. Ne abbiamo riparlato recentemente nel saluto a Paolo Rossi. Un signore. (Snip da ilReporter.it)



ZICO

Ne abbiamo parlato un po' nel post di saluto a Maradona. Quando giocavamo al campo di Sammartino, nel nostro gruppo di amici ci si dava i nomi dei giocatori piú ammirati dell'epoca: Platini, Maradona, ... mio fratello era Zico perché teneva i capelli lunghi era basso e rapido, molto tecnico. Zico é rimasto nel mito non solo perché era la stella di quello che molti considerano il Brasile piú forte di sempre, non solo per la quantitá di goal che aveva giá fatto al Flamengo, forse la squadra brasiliana piú ammirata ai miei tempi, ma anche per la quantitá di goal (molti dei quali furono splendide punizioni nel sette) che fece ad Udine in una stagione. Chissá cosa avrebbe fatto  in una squadra piú forte e se fosse arrivato in Europa un po' prima. (Snip da it.wikipedia.org)

ROBERTO PRUZZO

Er bomber de Crocefieschi sembrava uscito da un film poliziesco italiano anni '70, di quelli un po' trash. Ed infatti fece una parte nel Don Camillo con Terence Hill. Secondo me era fortissimo. Nella finale di Coppa Campioni contro il Liverpool segnó un goal stupendo (l'esultanza nella foto qui accanto) ma poi Conti e Graziani sbagliarono ai rigori, stregati dalla comiche di Grobbelaar. Fu un dispiacere enorme, lí che capii per la prima volta che in Europa soffrivo per tutte le italiane. Nella Roma di Eriksonn (una delle squadre piú belle che ho visto giocare, l'ho giá detto) fece una stagione eccezionale e avrebbe meritato uno scudetto. (Snip da ilromanista.eu)

LEO JUNIOR

Un'altra scelta un pochino controcorrente dopo Toninho Cerezo nella prima fascia. Dopo Zico uno forse si aspetterebbe Paulo Roberto Falcao, l'ottavo re di Roma e leader della Roma di Liedholm. Oppure il dottore Socrates, con i suoi piedi corti nonostante la notevole altezza. Peró a me piaceva molto il baffo di Junior, il suo squardo intenso ed i suoi incredibili calci piazzati. Sapeva segnare da calcio d'angolo o servire incredibili assist per la testa di Aldo Serena. Era silenzioso, un leader naturale. (Snip da torinofc.it)



MASSIMO BARBUTI

Le mie prime volte allo stadio, furono per vedere il Parma di Perani al Tardini, in Serie B e C.  Lí giocava Massimo Barbuti, il baffuto centravanti crociato (anche se spesso si usavano le maglie bianche con le righe gialloblu sulle braccia per ospitare la sposorizzazione del Consorzio del Prosciutto di Parma). Barbuti assomigliava a certi compagni o avversari che ho incontrato in anni di partite negli Amatori UISP. Era forte ma anche affabile, ti sembrava naturale poterlo incontrare al bar dopo la partita. Poi a Parma arrivó Arrigo Sacchi e la squadra sfioró la Serie A e andó a vincere contro il Milan in Coppa Italia. Sacchi andó al Milan e arrivó Zeman, il suo Parma fece un figurone in amichevole con il Real Madrid e poi andó a vincere contro il Milan in Coppa Italia (furono le mie prime volte a San Siro). (Snip da it.wikipedia.org)

MARK HATELEY

Come ho giá detto, io nasco Milanista e a quei tempi Mark Hateley era il mio mito. Avevo vari poster suoi in camera e leggevo di lui sulla rivista Supergol di Maurizio Mosca, a cui ero abbonato. Era un fuoco di paglia ed il Milan fece male a non venderlo quando le sue quotazioni erano alle stelle. Peró il suo goal nel derby con l'Inter rimane folgorante e l'ho scelta come copertina per il lancio di questo blog. Forse uno dei goal di testa piú belli che ho visto in vita mia. Ricordo di averlo sentito in diretta alla radio di Tutto Il Calcio Minuto per Minuto e poi di vederlo a Novantesimo Minuto la sera. (Snip da milannight.com)


PIETRO PAOLO VIRDIS

Fece da congiunzione tra Hateley e Gullit quindi in mezzo a loro due sta benissimo (mi spiace ma ero Milanista sfegatato in quel periodo). Secondo me fu uno dei giocatori che ho visto invecchiare meglio in 40 anni di calcio. Al Milan diventó capocannoniere nell'ultimo anno pre-Sacchi e poi fu decisivo nella corsa allo scudetto l'anno successivo, mentre Van Basten era infortunato. Quello per me fu il Milan piú bello di tutti come gioco, anche se il piú affascinante rimane sicuramente quello della prima Champions, in cui dominó a Madrid contro il Real e poi lo sbricioló a San Siro, quello delle braghette nere nelle partite importanti. Virdis meritava di piú anche in nazionale, é vero che Spillo Altobelli tra il 1986 e il 1988 era uno degli attaccanti piú forti d'Europa ma Virdis doveva essere convocato per gli Europei '88. (Snip da gazzetta.it)

RUUD GULLIT

Arrivó quasi sconosciuto al Milan dal PSV Eindhoven ed infatti vinse il Pallone D'Oro piú per gli exploit in Olanda. Peró fu subito protagonista del Milan di Sacchi, unico dei tre olandesi ad esserci nel famoso primo scudetto (Van Basten fu fuori quasi tutto l'anno per infortunio e Rijkard arrivó dopo la prima Coppa Campioni), dove sembrava un uomo di una forza superiore. Era simpaticissimo. Io mi ricordo soprattutto i suoi potentissimi colpi di testa (uno ad inizio campionato 1987/88 a Pisa e poi quello nella finale dell'Europeo con la Russia, spesso dimenticato dal piú famoso raddoppio di Van Basten). Segnó una doppietta anche nella prima finale di Champions al Camp Nou (l'anno dopo Rijkaard segnó contro il Benfica, quell'anno il Milan buttó via il triplete perché Rijkaard era nervosissimo per il divorzio e si fece buttare fuori a Verona e poi al Mondiale per il famoso episodio dello sputo a Voeller). Il periodo con Capello fu meno luminoso e secondo me Gullit fece molto bene ad andare alla Samp (bellissimo un goal da ex proprio contro il Milan). (Snip da storiedicalcio.altervista.org)

GIUSEPPE GIANNINI

Questa foto é molto indicativa. C'é stato un momento in cui Giannini era il Principe incontrastato della Roma e Totti solo una giovane promessa. Ora Totti ha superato tutti nella storia della Roma, perfino Conti e Falcao, mentre Giannini é quasi dimenticato. Confesso che la mia attrazione per Giannini fu soprattutto per i suoi capelli lunghi e la sua barba accennata, un po' come Cabrini ad inizio carriera. Peró sapeva anche dare momenti di grande calcio. Aveva una grande visione di gioco e oltre che della Roma del dopo Falcao fu anche un leader di quella che forse fu la generazione azzurra piú talentuosa di sempre, ovvero l'Under 21 1986 di Vicini (poi ossatura della nazionale azzurra agli europei 1988 e ai mondiali 1990), ovvero quella di Zenga, Mancini, Vialli, De Napoli, Donadoni, Ferri, .... (Snip da Avvenire.it)


ROGER MILLA

Beh, intanto c'é da dire che ho sempre avuto un debole per i colori della divisa del Cameroon (un po' come per quella della Colombia). Peró fu fantastico vedere Roger Milla sfiorare la leggenda ai Mondiali d'Italia 1990. Ricordo ancora i supplementari dei quarti di finale con l'Inghilterra, in cui Gary Lineker brució i sogni della squadra di Milla (come Milla aveva bruciato quelli della Colombia agli ottavi). Forse i miei outsiders preferiti di sempre. (Snip da medium.com)

ROBERTO DONADONI

Arrivó a Milano da Bergamo con grandissime attese (doveva riaccendere la luce di San Siro) e quindi all'inizió sembró deludere. Poi giocó piú da mediano di qualitá e mise in mostra una padronanza tecnica ai livelli di un Andres Iniesta. A parte i 4 difensori, fu uno dei pochi che continuó per tutto il periodo di Capello. Certo, pensandoci é incredibile vedere come il Milan di Sacchi oscurerá per sempre quello di Capello che pure vinse 4 scudetti, stabilí records di imbattibilitá e sfioró la Champions per tre volte, vincendone una nella famosa finale contro il Barcelona di Cruyiff.  Ci volle il Barcelona di Guardiola per ripetere una tale mistica di squadra rivoluzionaria e dominatrice. Io penso che Donadoni non fu mai apprezzato abbastanza perché era timido e taciturno ed evitava la ribalta. Fu lo stesso da allenatore (a Parma fece miracoli): in nazionale lo esonerarono dopo essere uscito ai rigori con la Spagna, che era all'inizio del ciclo di imbattibilitá piú netto dell'era moderna. Richiamarono Lippi e fu un disastro. (Snip da ebay.co.uk)

JORGE HAGI

Se fosse stato sudamericano sarebbe diventato una stella mondiale. Rimase il Maradona dei Carpazi. Uno dei sinistri piú talentuosi che abbia mai visto. Tristemente bella la sliding door con Maradona nel 1994: l'argentino era appena stato squalificato per doping ed il romeno affondó la squadra di Batistuta, probabilmente ancora in stato di choc. Hagi lo fece in modo dominante e con un goal fantastico. Come Maradona é stato a Barcelona, come Baggio, al Brescia. (Snip da thebigsporttheory.com)

SANDRO MELLI

Fu il simbolo del Parma di Scala, quello piú amato e 'genuino' dell'epoca Parmalat. Una squadra piena di giocatori di livello medio, brave persone, ma che riuscí a vincere la Coppa delle Coppe a Wembley e rese famoso lo schema (l'ho visto molte volte al Trdini) del terzino (Benarrivo) che da la palla all'attacante (Melli) che fa la sponda indietro per il centrocampista (Grun) che lancia il terzino che nel frattempo é scattato sulla fascia e fa un cross arretrato. Poi a Parma arrivó anche il pallone d'oro Stoichkov o il prestigiatore Asprilla, peró questo fu indimenticabile. Molti amavano di piú il bravo ragazzo Minotti o il Sindaco Osio, peró Melli era il mio preferito, forse anche per quella 'r' parmigiana inconfondibile. (Snip da sportellate.it)

CAFU

Uno dei giocatori piú vincenti di sempre. Ha giocato quattro mondiali (giocatore con piú presenze con la maglia del Brasile, incluso ai mondiali) e ne ha vinti due (con il Brasile di Romario e, da capitano, con quello di Ronaldo, Rivaldo e Ronaldinho). Ha vinto Coppe Libertadores e Champions, scudetti in Brasile ed in Italia (sia con Roma che con il Milan). Un grandissimo, tra l'altro fortissimo anche tecnicamente. Indimenticabile il suo triplo sombrero a Nedved in un derby Roma-Lazio, io lo vidi in diretta TV! (Snip da mediagol.it)


GIANFRANCO ZOLA

Per me uno dei numeri 10 italiani piú forti di sempre, peró sempre nel posto giusto al momento sbagliato. Esordí a Napoli durante un periodo di infortunio di Maradona e fece sfracelli. Poi tornó Diego e lui rientró in panchina. Si trasferi al Parma e secondo me, tranne la difesa Buffon, Thuram, Cannavaro, fu il giocatore piú forte che ho visto al Tardini. Nel 1994 era in formissima ma aveva una voglia cosí grande di imporsi che entró in campo con molta irruenza e l'arbitro fu ingiustissimo a buttarlo fuori con la Nigeria. Io l'avrei inserito durante la finale con il Brasile. Poi andó al Chelsea per vari anni e diventó uno dei giocatori stranieri piú amati della storia della Premier League ("Magic Box"). Agli europei del 1996 vince la concorrenza con Del Piero (Baggio e Signori furono gli esclusi eccellenti di Sacchi) e fa vedere bellissime giocate ma poi sbaglia un rigore decisivo con la Germania e l'Italia non supera i gironi. Ai mondiali del 1998 Maldini gli preferisce Baggio come vice Del Piero mentre nel 2000 Zoff fa esordire Totti in una staffetta con Del Piero che poi continuerá fino al 2006. Umile e corretto. (Snip da stadiotardini.it)

HERNAN CRESPO

Crespo arrivó a Parma nel 1996, dopo aver vinto la Libertadores con il River Plate. All'inizio non mi stava simpaticissimo perché faceva ombra al mio idolo Batistuta. Poi mi sono sciolto anch'io davanti alla sua classe e semplicitá. Anche lui passó dal Chelsea anche se non brilló (come poi anche Shevchenko). E' interessante perché Crespo ha giocato 4 stagioni all'Inter, vincendo tre scudetti, ma io me lo ricordo soprattutto per le prestazioni imperiose nell'annata al Milan, in particolare le bellissime partite contro il Manchester United, dove fu decisivo (in quelle partite Gattuso, dopo un contrasto in cui un giocatore dei Red Devils finí a terra vicino alla linea laterale, guardó l'avversario con aria alla Rocky Balboa e disse 'Come on, Come on !' per invitarlo a scontrarsi ancora!). Peccato che quella era la Champions maledetta della finale con il Liverpool.. Crespo l'avrebbe meritata, e anche quel Milan era forse piú forte degli altri due di Ancelotti che la Champions la vinsero. Crespo ha finito la carriera a Parma, ne é diventato il piú forte marcatore in Serie A e ambasciatore nel mondo, eppure se lo incroci per strada a Parma, ti saluta come una persona normalissima. Un grande. (Snip da gazzettadiparma.it)

ENRICO CHIESA

Chiesa ha giocato a Parma negli anni di Crespo (vincendo con lui una Coppa UEFA nel Parma forse piú forte di sempre con Buffon, Thuram, Cannavaro, Veron, ...) e lasciando il segno, anche se molti lo ricordano soprattutto a Firenze, anche per via dell'arrivo successivo del figlio Federico, ora alla Juve. Per me il Chiesa piú forte peró fu quello dei 22 goal in una stagione. Dava un impressione di potenza incredibile, di calcio primordiale, gli arrivava il pallone e tirava da tutte le posizioni. Prima di lui avevo visto solo Beppe Signori tirare con quella potenza e velocitá di esecuzione. L'anno alla Samp gli valse la convocazione agli Europei, dove segnó contro la Repubblica Ceca. (Snip da blucerchiando.com)

RONALDINHO

Certo fa strano vedere un fuoriclasse come lui in una carrellata che vede giocatori di rilievo molto diverso. Ma come spiegavo, questa classifica ha anche a che fare con la simpatia personale per un giocatore e quindi non ho messo assoluti fuoriclasse come Zidane per esempio, per quanto ritenga il francese il giocatore piú forte che ho visto negli anni che vanno da Maradona e Van Basten fino a Messi e Ronaldo (certo i fan di Baggio, Maldini, Figo, Totti, Ibrahimovic o Beckham potrebbero aversene, ma tant'é). Comunque, Ronaldinho ha seminato magie in tante squadre, ma il suo nome é indissolubilmente legato al Barcelona, che con lui e con Rijkaard in panchina ha rivinto la Champions per la prima volta dai tempi della finale con la Samp. La sua prestazione al Bernabeu in un Clasico contro il Real dei Galacticos (con in campo anche gli amici Ronaldo, Robinho e Roberto Carlos) é rimasta nella storia del calcio (la vidi in diretta TV!) e gli valse gli applausi del pubblico di casa. Per me, se parliamo di talento puro (abbiamo giá affrontato questo dilemma nel ricordo di Maradona o nel dibattito su Messi e CR7), Ronaldinho é il giocatore che piú si é avvicinato a Maradona, soprattutto come capacitá di fare in campo giocate che ti immagineresti solo in partitelle tra amici.  (Snip da sport.sky.it)

GIANLUCA ZAMBROTTA

Ecco finalmente un altro difensore. Sará una sorpresa per alcuni non vedere Nesta o il Pallone D'Oro Cannavaro (tra l'altro ex Parma come Buffon) o Grosso, il 'Tardelli' del 2006; peró per me Zambrotta é stato uno dei migliori azzurri che abbia mai visto. Per anni ha giocato alla grande con la Juve (e poi con il Milan dopo la parentesi a Barcelona), peró é soprattutto in maglia azzurra che non ha mai deluso risultato spesso il migliore ed il piú costante nel rendimento. Veramente forte nelle progressioni e sicuro nei recuperi. Ha accumulato quasi 100 presenze con tre mondiali (una vittoria) e tre europei (una finale). Tra l'altro il suo momento di massimo splendore é coinciso anche con la nazionale del 2002, forse la piú forte di sempre a livello di singoli giocatori (come squadra direi quella del 1990): Vieri, Montella, Totti, Del Piero, Inzaghi e poi Nesta, Maldini, Cannavaro, Buffon!!! (peccato per l'arbitro Moreno e anche per la gestione Trapattoni lasciatemoli dire, peggiore CT che ho visto dopo Ventura). Sicuramente un campione sottovalutato. (Snip da gianlucazambrotta.it)

KAKÁ

Sono stato un po' in dubbio se inserirlo per due motivi. Il primo é che il suo arrivo accelleró il declino del mio idolo Rui Costa (che gli fece da mentore); il secondo é che il suo addio al Milan per il Real (molti scordano che arrivó l'anno di Cristiano Ronaldo e la sua presentazione fu piú attesa di quella del portoghese) rappresentó una grande delusione (una specie di Gareth Bale, pure peggio) e il suo ritorno al Milan fu malinconico, come e piú di quelli di Shevchenko o Gullit. Peró ha rappresentato la bellezza del Milan di Ancelotti, secondo me la squadra con il centrocampo di maggiore classe di sempre (immaginate, Seedorf, Pirlo e Kaká insieme...). Le sue falcate palla al piede mettevano il campo in discesa per i rossoneri. Sembrava infermabile. Il suo goal all'Old Trafford é rimasto nella storia, ma ne ha fatti anche di piú belli. (Snip da repubblica.it)

VINCENZO MONTELLA

Arrivó alla Samp dopo l'addio di Chiesa e fece pure meglio. Fu l'ennesimo gioiello valorizzato dagli assist di Mancini dopo Vialli, Gullit o Chiesa. Poi Mancini andó con Eriksonn alla Lazio e con Montella si affrontarono nei derby quando l'aeroplanino approdó alla Roma con Totti e Delvecchio, dove tra l'altro vinse uno storico scudetto. In nazionale avrebbe meritato di andare ai Mondiali del 1998 ma non fu convocato. La seconda parte della carriera é stata meno brillante ma resta comunque un marcatore da 141 goal in Serie A. Come allenatore, devo ammettere che prometteva meglio. (Snip da repubblica.it)

ANDRES INIESTA

Anche per Iniesta vale il discorso di Ronaldinho. Un'altra categoria. Come avrete notato non riesco a mettere nel mio olimpo personale i giocatori anglo-germanici (troppo freddi) o ispano-francesi (troppo rivali nostri e quindi antipatici), quindi il fatto che ci sia lo spagnolo Iniesta dice molto di quanto lo ammiro. Con Xavi ha dato vita al centrocampo della squadra piú iconica degli ultimi 30 anni, il Barcelona di Guardiola. Un controllo della palla incredibile, sembrava incollata. Visione di gioco leggermente meno forte di Xavi, ma piú forte negli inserimenti e nel dribbling. Un alieno. Ha vissuto da protagonista il periodo piú forte di sempre della nazionale spagnola (Snip da periodicodaily.com)

DOMENICO MORFEO

Nel 2003, inizia la fine del Parma di Calisto Tanzi: scoppia lo scandalo PARMALAT, il piú grosso nella storia di una societá europea. Io sono cresciuto a 2 chilometri di distanza dagli uffici e primi stabilimenti della Parmalat e li ho visitati alle scuole elementari. Sono cresciuto con questo latte, ho visto la sua scritta in Formula 1 e sulle maglie del Real Madrid. Conoso gente che lavorava in Parmalat o vi aveva investito i risparmi di una vita. E' stata una botta durissima per la cittá e tutta l'economia della provincia. Ovviamente anche il Parma Calcio doveva soffrirne ed infatti finiscono i tempi dei grandi campioni di cui abbiamo parlato sopra. Nel 2003 peró arriva Morfeo a Parma, con la fama di genietto discontinuo ed indolente. Alcuni degli assist piú belli che ho visto fare li ha fatti lui. Con Marchionni e Gilardino  diede una stagione fantastica ai tifosi gialloblu. Poi il lento declino dei crociati. L'ultima scintilla fu il Parma di Donadoni che ebbe per un anno Cassano (un Morfeo anche lui, anche se si é preso qualche soddisfazionei in piú, sia in club che in nazionale) e arrivó sesta nel 2014. Poi il fallimento e la Serie D. Ma i crociati non hanno mollato e sono tornati in A con quattro promozioni di fila, unica squadra in tutta Europa. (Snip da gazzetta.it)

JAVIER PASTORE

Con Pastore é stato un amore fugace devo ammettere. L'ho adorato negli anni di Palermo (pensa questa squadra che ha schierato gente come lui, Cavani o Dybala...) dove faceva vedere giocate elegantissime ad un passo solo apparentemente tranquillo. Sembrava di un altro pianeta, giá molto maturo. Purtroppo la sua carriera non é decollata, ne a Parigi ne a Roma, mentre in nazionale ha avuto solo qualche apparizione, ma d'altra parte l'Argentina degli ultimi 15 anni, soprattutto dal centrocampo in su, era in grado di schierare due nazionali di giocatori di livelli altissimi. Uno spreco. (Snip da tifosipalermo.it)

ALESSANDRO DIAMANTI

Il talento di provincia che non ti aspetti. Diamanti dei tempi del Bologna mi é piaciuto un sacco. Riusciva a tirare da posizioni incredibili e aveva un sinistro che trovave traiettorie uniche. Anche in nazionale figuró bene in quel periodo. Pensó che la Cina lo abbia rovinato e al ritorno ha fatto sempre molta fatica. Un peccato davvero, si vedeva che era un giocatore molto originale e con una gran bella personalitá. Finito troppo presto. (Snip da quattrotretre.it)

LUIS MURIEL

Dovrei fare un po' di premesse qui: 1. l'Atalanta é una squadra di provincia che é riuscita ad andare oltre alle favole dell'Udinese o Vicenza di Guidolin, del Chievo di Del Neri, del Foggia di Zeman. Forse l'unica che non ha ancora superato é il Verona di Bagnoli (non inserisco il Parma in questa classifica perché bisogna ammettere che il denaro Parmalat é stato determinante, anche troppo per i miei gusti, ad elevare il Parma da squadra di provincia a Top Team); 2. se ci fermassimo alla sola Atalanta, allora non avrei dubbi che il mio giocatore preferito é il Papu Gomez (mi sta simpaticissimo e secondo me tra i giocatori degli ultimi anni é quello di piú classe insieme a Luiz Alberto della Lazio). Peró Muriel io lo ammiro dai tempi dell'Udinese e dovunque ha giocato ha mostrato lampi di grandi classe. Ci sono stati tanti attaccanti stranieri di provincia in Serie A che si sono fatti amare (penso ai vari Balbo, Amoroso, Amauri, etc.), peró Muriel per me é speciale (be non solo per me). Fa sembrare facilissime cose quasi impossibili, riesce a segnare entrando in campo a secondo tempo inoltrato e sguscia via con una facilitá incredibile. Poi quando sbaglia ha sempre un sorrisetto divertentissimo, quasi giocasse un'altra partita. (Snip da bergamonews.it)

FABIO QUAGLIARELLA

Chiudo anche questa volta con un altro giocatore in attivitá. Quagliarella é rinato nella Samp dopo gli anni di sofferenza dopo l'uscita dalla Juve di Conte. Un'ottima persona. Perfino Napoli si é dovuta scusare con lui per una brutta vicenda di diffamazione. Mi piaceva fin dai tempi dell'Udinese dove diede vita ad una bellissima coppia con Antonio di Natale. L'errore piú grande di tutti gli errori fatti da Lippi ai Mondiali del 2010 fu di non farlo giocare titolare, era in formissima. E' arrivato a 169 goal in Serie A, 15mo di sempre ed il piú forte tra quelli in attivitá. Non ha ancora finito secondo me! (Snip da gazzetta.it)

06 gennaio 2021

La Serie A dopo 16 giornate

Snip da Gazzetta.it
 

Eccoci di nuovo a parlare di Serie A dopo l'ultima puntata di quasi 20 giorni fá. Nonostante le feste, si sono giocate ben 4 giornate di Serie A nelle ultime tre settimane. Nel frattempo abbiamo approfittato per fare il punto sui maggiori campionati europei ed un bilancio sulla prima parte della stagione. Ho anche affrontato un progetto che mi premeva da molto tempo, ovvero una retrospettiva sui miei giocatori preferiti di sempre, quello che chiamo il mio Pantheon.

Non possiamo non cominciare dalla partita appena finita, ovvero Milan - Juventus 1 - 3. I rossoneri hanno perso la loro imbattibilitá dopo 10 mesi e 27 partite (erano l'unica squadra imbattuta in tutta Europa dall'inizio del lockdown). Mi sembra importante ricordare questo aspetto perché il Milan ha dimostrato di non essere una meteora (é la squadra che ha fatto piú punti nell'anno solare 2020) e anche stasera ha fatto una grande partita contro la Juve ed il risultato non riflette l'equilibrio che ha dominato la partita per larghe fasi. Era dei tempi del Milan di Allergri che non si vedeva un Milan-Juve con entrambe le squadre pienamente in corsa per lo scudetto e questo é un grande merito di Pioli.

Io ho visto un Milan piú squadra, con idee piú chiare su come aggredire il campo avversario. I rossoneri hanno creato molto e spesso gli é mancato solo l'ultimo passaggio. I rossoneri sono stati spesso i padroni al centrocampo (nonostante le tante assenze) e hanno messo in difficoltá la Juve con ripartenze veloci e cambi di campo molto ben studiati. I bianconeri hanno mostrato tutta la forza di una panchina ricca di soluzioni di alto livello oltre alla classe dei suoi giocatori in campo (bellissimi entrambi i goal di Chiesa, ma l'assist di Dybala sul primo é stato un numero di alta scuola).

Si era parlato molto dell'impatto di Theo Hernandez sulla partita, beh direi che Chiesa l'ha totalmente oscurato. Sará finalmente arrivato il campione che tanti pronasticavano anni fá? (snip da corrieredellosport.it)

Con questa vittoria la Juve si é riportata sotto (é ora a - 7 dal Milan anche se dovrá recuperare la partita con il Napoli). Per il Milan poteva andare peggio, in tanti ci aspettavamo che l'Inter approfittasse dell'occasione per prendere la testa della classifica, invece la squadra di Conte ha interrotto la sua serie di vittorie consecutive e ha perso a Marassi contro la Samp degli ex Candreva e Keita, entrambi a segno. Sanchez ha sbagliato un rigore ma i nerazzurri sono sembrati persi senza Lukaku ed ora rimangono a - 1 dal Milan. Lo scontro alla fine del girone di andata con la Juve sará probabilmente decisivo per entrambe le squadre mentre il Milan cercherá di avvantaggiarsene.

Se guardiamo alle altre squadre, l'unico trend delle ultime giornate sembra essere quello dell'Atalanta. I bergamaschi hanno ripresso forma e vigore e sembrano aver superato il momento difficile legato alla rottura tra il Papu Gomez e Gasperini (sembra che il Papu sia avviato ad una triste partenza da Bergamo, un peccato davvero per entrambe le parti). Nelle ultime 4 partite, l'Atalanta ha vinto 3 volte, incluso contro avversarie dirette come Roma e Sassuolo. Zapata e Muriel segnano goal stupendi mentre Ilicic ha riproposto bellissimi assist, speriamo che non si fermino!

Roma e Napoli hanno invece avuto risultati alterni, mentre il mio Parma é ormai sprofondato in zona retrocessione e dovrá ora cercarsi un allenatore che ne risollevi le sorti. In testa alla classifica cannonieri, ritroviamo la battaglia tra Ronaldo, Lukaku e Ciro Immobile, mentre sorprende la presenza di Joao Pedro del Cagliari e i nove goal di Muriel, quasi sempre partito dalla partita.






03 gennaio 2021

Il mio Pantheon del Calcio - prima fascia

 
Il primo indizio mi sembra chiarissimo (Snip dal sito tuttomercatoweb.com)

Siamo ad inizio 2021 e vicino al mio 100mo post su questo Blog. Ho pensato che poteva essere il momento giusto di fare una piccola lista dei giocatori che piú mi hanno segnato da quando seguo il calcio (quindi non posso parlare di Rivera o Pelé perché non li ho visti giocare in diretta). Parliamo comunque di 40 anni di calcio. Premetto che questa classifica si basa su aspetti molto particolari, certi giocatori mi piacevano per il loro stile ancor prima che per i risultati che hanno raggiunto (e infatti non vedrete mostri sacri del calcio italiano come Maldini, Del Piero o Totti); in certi casi sono legate alle maglie che hanno indossato o a quello che ha fatto la loro squadra. Un'ultima premessa, per chi non conosce i giocatori di cui parlo, potete cercarveli online, non é questo il posto in cui daró statistiche o palmares.

La prima fascia - i miei preferiti

BRUNO CONTI

Sicuramente il mio primo eroe, giá con la Roma di Liedholm ma anche e soprattutto per i mondiali 1982, quelli di MaraZico e la maglia numero 16 (ne abbiamo anche parlato nel saluto a Paolo Rossi). Volevo tanto essere come lui e correre sulla fascia con i capelli al vento. L'ho incontrato in pizzeria in Sardegna qualche anno fa ed é stato gentilissimo quando ho chiesto se potevo fare una foto con mio figlio. Indimenticabile.
(snip da ilMessaggero.it)


TONINHO CEREZO

E' stato nostro avversario ad Italia 1982, ma io me lo ricordo soprattutto nella Roma di Erickson e nella Sampdoria di Boskov, due delle mie squadre italiane preferite di sempre. Non era il mio genere di giocatore preferito come stile ma adoravo quel suo squardo alla Charlot e quel suo modo di vivere il calcio leggero e scanzonato. Quella Roma avrebbe meritato di vincere lo scudetto, era spettacolare. Erickson ebbe la fortuna di allenare anche la Fiorentina di Baggio e la Sampdoria di Mancini). (Snip da globoesporte.globo.com)

FRANCO BARESI

Io sono nato Milanista come bastian contrario in una famiglia di Interisti. Franco Baresi fu da subito il mio eroe. Sceso in B con la squadra negli anni duri di Farina, era giá grandissimo, anche se ci volle la rivoluzione di Sacchi per farlo notare al mondo come il piú forte difensore che tra l'altro riuscí a reinventare il ruolo di libero. Indimenticabili per me il suo piede che arrivava sempre a bloccare o deviare la conclusione o il cross dell'avversario, la sua falcata palla al piede a penetrare nel centrocampo avversario, il suo carisma naturale nonostante la timidezza. In nazionale fece parte della truppa dei 24 di Italia 1982 e poi non fu convocato per il 1986, grave errore. Poi titolarissimo nel 1990 e nel 1994, dove da capitano, tornó in campo in finale con il Brasile 25 giorni dopo un infortunio al menisco e giocó una partita memorabile. Per me forse il piú grande del mio Pantheon. Maldini ha giocato e vinto pure di piú con il Milan, peró non sono mai riuscito ad amarlo come Baresi, non só spiegarlo ma é cosí. (Snip da Vocemilanista.com)

DIEGO ARMANDO MARADONA

Abbiamo forse detto tutto qui. Sono sempre stato ambivalente verso la sua appartenenza al mio Pantheon perché tante delle sue uscite me lo avevano allontanato. Peró ho pensato molto a lui dopo la sua morte e mi sono reso conto di quanto abbia segnato la mia gioventú, il mio amore per il calcio e la passione che mettevo nelle mie partite da amatore. Ho rivisto in questi giorni vari documentari e tanti spezzoni del suo programma della Noche del 10. Mi sono commosso a vederlo cantare una canzone kitch e malinconica dedicata a lui mentre il padre lo applaude, commosso per questo figlio risorto ancora una volta dalla droga. 
(Snip da artslife.com)

ROBERTO MANCINI

Ho parlato del Mancio e della sua fantastica (e sottovalutata) carriera in uno dei miei primi post sulla sua nazionale (che poi ci ha dato tante gioie). Faccio una premessa, mi sono innamorato della Samp per via di quella maglia con il marinaio con la pipa e per quello stadio di Marassi con i suoi pilastri con le finestre e l'aria molto all'inglese (la Samp fu per anni la mia squadra preferita dopo che abbandonai il Milan, durante gli anni di Capello; non sopportavo che comprassero tutti quei campioni solo per toglierli alle avversarie). Mancini guidó la Samp alla vittoria di uno storico scudetto in una serie A che vedeva come avversari il Napoli di Maradona, la Juve di Baggio, il Milan degli olandesi e l'Inter dei tedeschi campioni del mondo. Poi continuó per altri 7 anni con i blucerchiati servendo incredibili assist a gente come Gullit, Chiesa o Montella, per poi andare a vincere un altro scudetto con un'altra outsider come la Lazio. Mi affascinvava il suo ciuffo e la sua eleganza in campo. Adoravo il fatto che tentasse sempre di segnare o passare il pallone cercando soprattutto la bellezza. (Snip da videogoalparade.blogspot.com)

GABRIEL OMAR BATISTUTA

Starete iniziando a capire che ho sempre avuto una predilezione per i giocatori con i capelli lunghi e sicuramente il Re Leone ne era il simbolo. La Fiorentina é stata sempre la mia squadra di pancia. Adoravo il giglio della sua maglia viola e il fatto che quando 90mo minuto mostrava le highlights da Firenze, c'era sempre il sole. Batistuta ha segnato cosí tanto che siamo riusciti a vedere periodi di esultanza diversi da parte sua (la mitraglia, la mano sulla bandierina, il bacio alla moglie, ...). Io adoravo la passione con cui cercava il goal, era amore puro per il gioco, potenza naturale senza filtri e degli occhi profondi che dicevano tutto. E' dovuto andare alla Roma con Totti per vincere uno scudetto, ma Firenze non ha mai amato nessuno come lui. (Snip da gianlucadimarzio.com)

ROBERTO BAGGIO

Baggio é un discorso lungo per me. E' sbucato nel calcio che giocava ancora Platini e si é ritirato che Zidane andava verso la conclusione della sua carriera. I suoi anni alla Fiorentina per me furono stupendi (e non solo per i motivi sopra riguardo alla maglia viola, il sole o i suoi riccioli). Faceva goal e numeri incredibili con la leggerezza di uno che é li solo per divertirsi. Poi tutto si sporcó con il passaggio alla Juve (mai visti disordini pubblici cosí grandi in Italia per un trasferimento calcistico). Baggio divenne una star (probabilmente il giocatore italiano piú conosciuto all'estero di sempre) e in quel periodo tra Juve e Milan il mio amore per lui si affievolí. Riprese calore nel purgatorio di Bologna e poi, dopo la sfortunata parentesi all'Inter (incredibile la sua prestazione di addio nello spareggio x la Champions contro il Parma) nei bellissimi ultimi anni con il Brescia (stupenda la foto qui sopra a San Siro, penso sia la sua ultima partita, io ho una delle sue fascie da capitano arcobaleno, firmata da lui; me l'ha regalata un amico quando mi sono sposato). Dopo il suo ritiro ho potuto apprezzare ancor piú quanto Baggio sia stato eccezionale nel calcio. Ho adorato il suo amore per la nazionale e penso che il suo mondiale migliore fu quello del 1990 piú ancora di quello iconico del 1994. Penso anche che fu proprio come venne trattato dalla Juve davanti all'astro nascente di Del Piero (a Francia 1998 fu un errore schierare quest'ultimo invece di Baggio credo) che fece sí che il grande Alex non ebbe mai un posto cosí grande nel mio cuore; di piú penso che il modo in cui l'ascesa di Del Piero fece declinare la carriera di Baggio ebbe poi un suo Karma negli anni bui di Del Piero alla Juve dove non convinceva mai del tutto, ma forse esagero! (snip da Bresciatoday.it)

MANUEL RUI COSTA

Prima di conoscere mia moglie, prima che il Portogallo diventasse la mia seconda nazionalitá e Lisbona la mia cittá di adozione, avevo conosciuto Manuel Rui Costa (peccato che nella famiglia di mia moglie siano Sportinghisti convintissimi). Lo avevo visto con il Benfica (la squadra piú bella d'Europa per me quell'anno) contro il Parma al Tardini nella semifinale di Coppa delle Coppe del 1994 ed ero rimasto ammirato. Poi lo ammirai nella Fiorentina, per anni. La sua falcata elegante, i suoi assist, la sua umiltá, le sue accelerazioni, il suo amore per l'Italia e Firenze. Adoravo vedere come le altre squadre potevano sempre venire sorprese dal suo dialogo con Batistuta. Anche lui dovette andare via da Firenze per vincere lo scudetto (con il Milan vinse anche la Champions). Peró forse giocó nel Portogallo piú bello di sempre. Ero allo stadio quando segnó contro l'Inghilterra nei quarti di finale di Euro 2004. Era la mia luna di miele e mi sarebbe piaciuto dare a mio figlio il suo nome (tutto intero peró! mia moglie ovviamente non voleva!).
(Snip da Twitter.com)

ANDREA PIRLO

Quando vivevo a Torino eravamo quasi vicini di casa, eppure lo incontró solo mio figlio, una volta. Mi piaceva giá tanto dai tempi di Inter e Brescia (bellissimo il suo assist a Baggio in una partita contro la Juve), peró é con il Milan di Ancelotti che secondo me fece vedere il suo calcio piú bello, non a caso coinciso con le Champions e la vittoria al Mondiale da assoluto protagonista.  Come ho detto in un post di un anno fa sulle partite piú iconiche dello scorso decennio, é stato forse il giocatore con la migliore visione di gioco che abbia mai visto ed un talento sottovalutato. Incredibile anche la sua seconda giovinezza nella Juve di Conte (ho parlato recentemente della loro inversione di ruoli) con una bellissima barba da saggio centrocampista. Ho sofferto tantissimo per lui quando non riuscí a vincere la Champions nella finale con il Barcelona con la Juve di Allegri, era la sua ultima possibilitá e penso che gli sia pesato di piú della finale persa con il Milan contro il Liverpool. (snip da Eurosport.it)

CLARENCE SEEDORF

Unico giocatore ad avere vinto la Champions con tre club differenti. Ha vinto con Ajax ed il Real Madrid ma penso che abbia dato il meglio proprio con il Milan di Ancelotti, dove proprio con Pirlo e Rui Costa (e poi Kaká), supportato dai vari Gattuso ed Ambrosini, ha dato vita ad uno centrocampi piú forti e tecnici che abbia mai visto. Spesso ci si dimentica del Milan di Ancelotti (mi riportó ad amare il Milan come quando ero ragazzo), certamente non rivoluzionario come il Milan di Sacchi o il Barcelona di Guardiola, peró é una delle squadre piú forti e belle che io abbia visto, non dimentichiamo che vinceva ai tempi del Real dei Galacticos, del miglior Manchester di Ferguson, di una fortissima Juve o del primo Chelsea di Mourinho. Seedorf aveva una tecnica sopraffina, grandissima visione di gioco e un tiro favoloso. Inizió in Italia alla Samp (come Veron, un altro giocatore dalla tecnica favolosa) e finí alla grande in Brasile, mostrando numeri incredibili. (Snip da AngoloMilan.com)

ANTONIO DI NATALE

Ho inserito Totó Di Natale perché lui rappresenta la massima espressione di quei talenti di provincia che hanno mostrato giocate e goal stupendi senza arrivare ad un top club. Di Natale é rimasto chiuso in nazionale (salvo il breve sprazzo, con goal, nella prima partita degli europei 2012 con la Spagna) in un mondo in cui c'erano Del Piero e Totti e dopo di loro Cassano o comunque i 10 non andavano piú di moda. Aveva grande tecnica e un tempismo fantastico. Faceva parte di una bellissima tradizione di grandi giocatori partenopei, con Quagliarella, Insigne e Immobile. Ha segnato piú di tanti campioni di provincia come Protti, Hubner o Lucarelli, ma anche piú di bomber come Signori, Vieri, Gilardino o Toni, finendo la carriera con 209 goal in Serie A, sesto davanti a Baggio. Se si guarda a quelli che hanno giocato dagli anni '80 in su, solo Totti lo ha superato. (snip da Goal.com)

JUAN ROMAN RIQUELME

Non lo conoscevo tantissimo. Poi una sera l'ho visto in Champions con il Villareal di Diego Furlan contro il Benfica, a Lisbona. Rimasi folgorato. Una tecnica incredibile con passaggi corti e pallone incollato. Diverso da tutti in tantissimi aspetti, quasi fuori dal suo tempo. Capisco che sia diventato un talismano di nicchia per tantissimi, non solo per i tifosi del Boca, che forse lo hanno amato piú di Maradona. Con lui hanno vinto tutto. Se siete curiosi guardatevi la finale di intercontinentale contro il Real dei Galacticos, calamita il pressing su di lui senza perdere mai la calma. Favoloso. La vera essenza dell'Enganche. (snip da Goal.com)

GIGI BUFFON

Ero allo stadio quando esordí con il Parma contro il Milan e fece capire che era di un'altra pasta. In una classifica con molti attaccanti e fantasisti (l'essenza del calcio), non potevo non inserirlo. Non lo amavo particolarmente quando era piú giovane, ma é stato il suo attaccamento alla maglia azzurra (doveva essere il pallone d'oro 2006) e la sua lotta disperata per vincere una Champions con la Juve (tre finali perse) che me lo ha fatto ammirare tantissimo. Ho sofferto tantissimo per lui quando la Svezia gli ha impedito di partecipare al suo sesto mondiale, sarebbe stato l'unico e avrebbe potuto battere il recordi di presenze in nazionale (io lo porterei come terzo portiere ai mondiali del Qatar, certe favole valgono piú di tante altre cose). É tornato alla Juve per battere il record di presenze in Serie A di Maldini e a Novembre ha fatto una grandissima figura nella vittoria bianconera contro il Barcelona.
(snip da Goal.com)

DRIES MERTENS

Finisco con una scelta inaspettata forse. Peró io adoro Ciro Mertens. Mi piace il suo sguardo alla Matthieu Kassovitz, mi piacciono i goal incredibili che da anni tira fuori con il Napoli e con il Belgio. Adoro l'amicizia che ha con Insigne e il bellissimo rapporto con la cittá di Napoli. Insomma spero che non lo vendano mai e faccia tutta la sua carriera a Napoli, sarebbe bellissimo (anche se meriterebbe palcoscenici piú alti). Mi piace come gioca il calcio e lo viva con allegria (guarda l'esultanza di questa foto). Insomma mi sta strasimpatico e spero non mi deluda (di solito scelgo giocatori per il Pantheon a fine carriera per eviare ripensamenti)! 
(snip da Napolipiu.com)