13 gennaio 2020

Le partite piu' iconiche del decennio

Alla fine non ho resistito e, smentendo cio' che avevo detto un po' di giorni fa', ho pensato che sarebbe bello fare una piccoli lista della partite che hanno simboleggiato l'ultimo decennio. Non si tratta di fare analisi dettagliate di tattica, se vi interessa questo aspetto vi consiglio, come al solito, l'Ultimo Uomo. Non pretendo nemmeno di fare una ricerca delle partite piu' spettacolari (qualcuna ci sara' sicuramente), ma piuttosto di cio' che secondo me ha marcato maggiormente il calcio, sia a livello di club che di nazionale. Tra l'altro proprio oggi, mentre mi accingo a finire il lavoro su questo lungo post, sempre Ultimo Uomo ha pubblicato un altro bellissimo articolo, questa volta sulle squadre che hanno maggiormente influenzato il gioco in questo ultimo decennio (confesso che sono compiaciuto dalle varie coincidenze, anche se sono in disaccordo su alcuni aspetti importanti).

Barcelona - Inter 1-0, Champions League 2009/2010, Semi-finale 

In realta' la partita migliore e' stata la bellissima vittoria dell'Inter all'andata, a San Siro. Questa pero' e' particolarmente importante perche' unisce molti intrecci: da Ibrahimovic, che aveva lasciato l'Inter per vincere la Champions e poi si ritrova a vedere gli ex-compagni prendersi un Triplete, a Eto'o che era stato scaricato dai catalani e con Mourinho si prende una grande rivincita sugli ex compagni, giocando quasi da terzino. Poi c'e' anche il fatto che e' l'ultima Champions vinta da una squadra italiana, ed era dagli anni '70 che non avevamo un periodo cosi' lungo senza vittorie. Pero' c'e' un'altro motivo che forse supera tutti questi. Ed e' la famosa questione Mourinho-Guardiola. La loro rivalita' diventera' famosa negli anni successivi, quando Mourinho si sposta al Real Madrid (nella primavera del 2011 si giocheranno quattro 'Clasico' in 17 giorni) e quel grande scrittore di calcio che e' Valdano commentera' che se Guardiola assomiglia a Mozart, Mourinho sembra Salieri, che non sopporta l'ascesa del piu' talentuoso concorrente. La lettura pero' e' parzialmente errata, nel senso che l'odio di Mourinho era soprattutto verso il Barcelona, non Guardiola (almeno all'inizio). Mourinho infatti era stato il secondo allenatore del Barca mentre Guardiola ancora giocava. Dopo la vittoria della Champions con il Porto e le brillanti stagioni al Chelsea, il portoghese si aspettava di essere chiamato come sostituto di Rijkard sulla panchina dei catalani, che pero' gli preferirono il giovane Pep. Quest'ultimo, al primo anno assoluto in prima squadra realizzo' un Triplete e mostro' un gioco che lascio' tutti a bocca aperta, il tutto condito da una semifinale di ritorno contro il Chelsea (a quel punto guidato da Hiddink) in cui varie decisioni arbitrali molto discutibili a favore dei catalani crearono la fama di un Barcelona aiutato dagli arbitri (che continua tutt'ora). Ma torniamo a Barcelona-Inter: alla fine si vede Mourinho correre in mezzo al Camp Nou e rinfacciare ai tifosi la vittoria nerazzura, inseguito da Victor Valdes che cerca di fermarlo. Dopo quella partita, vincera' la finale di Madrid contro il Bayern e poi, all'uscita dello stadio, abbraccera' Materazzi , a cui ha appena comunicato che se ne andava al Real Madrid. Questa parte e' molto significativa: Mourinho pensava che stesse arrivando al vertice della sua carriera, invece il vertice lo aveva appena toccato. Dopo di allora la sua carriera e' andata in un lento ma costante declino, farcito di liti con i suoi giocatori ed esoneri. L'Inter invece ingaggio' Benitez e sappiamo come andata. L'anno dopo lo scudetto lo vinse il Milan di Allegri, con Ibrahimovic, rientrato velocemente dalla Spagna e carico di odio verso Guardiola.

Spagna - Olanda 1-0 - Mondiale 2010, Finale

Non e' stata una bella finale, come spesso succede in questi casi. Pero' e' stato il culmine dell'unica squadra capace di vincere due Europei di fila, con il 'dettaglio' di un mondiale in mezzo (il suo primo mondiale, il primo mondiale di una squadra europea fuori dall'Europa)...
Molti dicono che la Spagna piu' bella e' quella della finale 2012 contro l'Italia, pero' io credo che quella larga vittoria sia stata causata piu' dagli errori di Prandelli (soprattutto nella scelta dei titolari e dei cambi) che per il merito degli spagnoli. Sicuramente l'affermazione del centrocampo del Barcelona di Guardiola di quegli anni ha molto influito nelle prestazioni della Spagna (senza dimenticare Casillas in porta, Xabi Alonso a centrocampo e gente come Villa, Torres o David Silva in attacco). Pero' io credo che il cambio principale (soprattutto rispetto alla formazione che aveva vinto l'Europeo con Aragones nel 2008, tra l'altro la versione piu' spettacolare delle tre Spagne a mio avviso) e' sotto il punto di vista della personalita', della convinzione e della fiducia; anche per questo la sconfitta del 2014 al debutto contro, guarda caso, l'Olanda ebbe un impatto cosi' forte, da cui forse la Spagna non si e' ancora ripresa.

Barcelona - Manchester 3-1 - Champions 2010/2011, Finale


A detta di molti la vera finale di quell'anno fu la semifinale del Barcelona con il Real di Mourinho a cui accennavamo prima (tra l'altro rovinata dall'espulsione di Pepe). Nella finale io ebbi la netta impressione che la squadra di Ferguson fosse quasi rassegnata di fronte alla classe e forma inarrestabile di Messi (vincera' 4 palloni d'oro di fila in quegli anni, mai visto prima) e alla facilita' di gioco dei catalani. Sembra ripetitivo da dire, ma, con l'eccezione dello splendido Milan di Ancelotti (gente come Kaka', Pirlo, Seedorf a giocare insieme), il decennio precedente sembrava avviato sul cammino di un calcio dominato dalla forza atletica e da giocatori alti e prestanti. Spesso si parla delle innovazioni di Guardiola sul piano tattico (gioco di posizione, movimenti interni, falso nove, squadra alta), pero' io credo che l'aspetto piu' importante sia stato il ritorno dell'importanza della tecnica, dei piedi buoni, del sapere giocare il pallone per terra e sullo stretto, con triangoli e filtri, insomma il ritorno all'ABC (quando si era visto un terzino con le capacita' di palleggio di Dani Alves? Marcelo ne e' stato il degno successore, pur con caratteristiche diverse). Il Barcelona ha poi vinto ancora la Champions, con Luis Enrique, pero' non si e' piu' visto un gioco a questo livello, che facesse sembrare l'avversario cosi' inferiore. Da allora, per anni, molte squadre cerchereanno di specializzarsi nel fermare Guardiola (come riusci', sorprendentemente, al Chelsea di Di Matteo e Drogba l'anno successivo). Dalla finale del 2011, Guardiola e' diventato il guru del calcio moderno, come e piu' di Sacchi. Nonostante questo, non e' piu' riuscito a rivincere la Champions in questo decennio appena finito, nemmeno con le successive reincarnazioni del Barcelona che ha creato con il Bayern ed il Manchester City.

Bayer - Real Madrid 3-1 (cdr) - Champions League 2011/2012 - Semi-finale 

A me questa doppia partita di semi-finale rimase parecchio impressa. Al quarto anno di Guardiola al Barcelona, il suo gioco stava perdendo l'effetto eversivo e spettacolare degli inizi, dato che ormai molte delle squadre avversarie si erano rassegnate ad affrontare i catalani asserragliandosi in difesa e sperando in qualche contropiede. La consequenza fu che il bel gioco di fraseggio basso del Barcelona si trasformo' nell'odiato Tiki-Taka, fatto di un lunghissimo e a volte sterile possesso palla. In questo contesto, l'apparizione del Bayern di Jupp Heynckes fu una bellissima boccata d'aria. I bavaresi affrontarono il Real di Mourinho con un calcio aperto pieno di lanci lunghi, cambi di campo e sovrapposizioni, anche grazie a due giocatori di classe e pericolosita' come Robben e Ribery. Perfino il Real, normalmente non spettacolare e spezzettato di Mourinho, ne beneficio' ed offri belle prestazioni. Il Bayer ando' in finale pero' non trovo' i catalani (sarebbe stata una finale stupenda), perche' quest'ultimi non riuscirono a sfondare il muro montato dal Chelsea, che poi vinse la coppa usando lo stesso stratagemma con i tedeschi. Guardiola si prese un anno sabbatico e l'anno seguente il Bayern di Heynckes (che in porta schierava gia' il fortissimo Neuer) disintegro' il Barcelona di Vilanova in semifinale con un complessivo 7 a 0, per poi andare a vincere la coppa contro il sorprendente e spettacolare Borussia Dortmund (che in semifinale mando' fuori il Real con un parziale di 4 reti di Lewandosky, l'unico giocatore in attivita'  che ha qualche possibilita' di arrivare ai cento gol in Champions dopo Ronaldo e Messi), squadra allenata da Jurgen Klopp, colui che nella seconda parte del decennio sostituira' Mourinho come maggior rivale di Guardiola.

Italia-Inghilterra 4-2 (cdr) - Europei 2012, Quarti

Non scordero' mai questa partita. Il suo calcio migliore forse Pirlo lo aveva gia' mostrato nel decennio precedente, nel Milan di Ancelotti e nell'Italia dei mondiali 2006. Pero' nella partita con l'Inghilterra diede vita ad un'esibizione di tale classe e calma che fece assomigliare la partita piu' ad un'amichevole di vecchie glorie che al combattuto quarto di finale di un Europeo. Certo l'amarezza rimane perche' dopo la dimostrazione di superiorita' data con Inghilterra e Germania, c'era la possibilita' di affrontare la Spagna e giocarsela meglio. Prandelli fece l'errore (poi ripetuto malamente ai mondiali in Brasile) di scegliere i giocatori da mettere in campo in base alla riconoscenza per essere arrivati alla finale, senza vedere che Chiellini non si reggeva in piedi e Thiago Motta non sarebbe mai dovuto entrare nelle condizioni in cui stava, lasciando poi la squadra in 10. Peccato davvero, poteva andare diversamente. Rimane l'ammirazione che tutta Europa mostro' per Pirlo, un giocatore forse mai sufficientemente apprezzato per la sua classe immensa (per chi e' d'accordo consiglio questo video celebrativo, dalla bellissima colonna sonora). Pirlo tra l'altro veniva dal primo anno alla Juve, a cui era arrivato a parametro zero dal Milan, scaricato da Allegri. Alla Juventus trovo' Conte, che lo rimise in gran spolvero con durissime sedute di allenamento. Alla Juve Pirlo vinse il primo di 3 scudetti di fila con Conte (il primo fu da imbattuta e il terzo con il record di punti in Serie A). E dire che lo davano per finito.

Real Madrid - Bayern 1-0 - Champions 2013/2014, Semi-finale

Un'altra semifinale tra Real e Bayern. Pero' molte cose sono cambiate. Mourinho se ne e' andato. E' uscito in semifinale per tre anni di fila ed ha lasciato molte scorie nello spogliatoio madridista (inclusa la fine della carriera di Casillas come portiere titolare) nonostante la vittoria di una Liga con 100 punti nell'ultimo anno di Guardiola a Barcelona (i Catalani, guidati da Vilanova, replicheranno lo stesso record nel 2012/13). E' arrivato Ancelotti ed il clima si e' disteso. Dall'altra parte pero' c'e' Guardiola, che e' arrivato al Bayern per cercare di replicare il Triplete di Heynckes, difficilmente migliorabile. A fine marzo i bavaresi hanno gia' vinto il campionato con 7 turni di anticipo mulinando un record dietro l'altro. Sembrano predestinati a macinare gli avversari. Ancelotti pero' ha azzeccato perfettamente gli equilibri della sua squadra e rintuzza il tentativo di dominio territoriale del Bayern con fantastiche ripartenze. Al ritorno, Sergio Ramos, che rispetto al 2012 si e' finalmente tagliato i capelli e fatto crescere la barba, inizia la sua fama di cecchino implacabile sui cross in area e va a segno due volte su quattro. Si ripetera' al 93mo minuto della finale (la prima di due finali tra le due squadre di Madrid nel giro di pochi anni),  contro l'Atletico Madrid del Cholo Simeone (le sue squadre non giocano un calcio spettacolare ma bisogna dargi atto di essere arrivato cosi' in alto in un periodo in cui Real e Barcelona erano ai loro massimi) e Diego Costa (scostante, ma quando in forma secondo me il centravanti puro piu' forte del mondo), mentre Cristiano Ronaldo fara' il suo record di reti (17!) in un'edizione di Champions, coronando la vittoria della Decima (terza Champions per Ancelotti) con una rete anche a Lisbona. Guardiola invece, seguira' la stezza maledizione di Mourinho al Real e, con il Bayern si fermera' per tre anni di fila alle semifinali di Champions (nel 2015 tra l'altro subira' un pesante 5 a 3 complessivo contro il Barcelona dell'allievo Luis Enrique).

Brasile - Germania 1-7 - Mondiali 2014, Semi-finale


Una partita di semifinale che finisce 7 a 1 non puo' essere bella, c'e' qualcosa di storto. Pero' non si puo' non parlarne. Siamo ai mondiali in Brasile ed i verde-oro affrontano ogni partita sotto una pressione tremenda. L'ultima volta, ai mondiali del 1950, persero la finale in casa contro l'Uruguay di Schiaffino e Ghiggia, nel tristemente conosciuto Maracanazo, che porto' ad una vera e propria tragedia nazionale. La tensione si vede tutta, i brasiliani cantano l'inno come se dovessero partire per la guerra. La loro stella e' Neymar Jr., arrivato al Barcelona nel 2013 dopo anni di meraviglie al Santos. I catalani hanno fatto di tuto per averlo in Liga, lui pero' quell'anno ha la testa la mondiale, e' comprensibile. I brasiliani non giocano particolarmente bene pero' avanzano ed hanno buttato fuori Cile e Colombia, rispettivamente la squadra piu' in forma e quella piu' spettacolare del torneo. Contro i colombiani dell'astro nascente James Rodriguez pero', Neymar si fa male dopo uno scontro con Zuniga. Alla semifinale non ci sara'. I tedeschi non si fanno impressionare da tifo ed inni e, nel giro di 30 minuti, sono gia' sul 5 a 0. Il resto della partita e' uno psicodramma collettivo, il Mineirazo. Quasi una tortura per i brasiliani che devono aspettare altri 60 minuti per iniziare a piangere. I tedeschi faranno molto piu' fatica in finale, dove affronteranno l'Argentina di Messi, non bella ma quadrata. Ci vorra' un goal di Gotze ai supplementari per spegnere il sogno della Pulce di eguagliare Diego Armando Maradona. E' una vittoria importante anche dal punto di vista simbolico e degli equilibri del calcio mondiale: e' la prima volta che una squadra europea vince un mondiale in America Latina (al contrario, il Brasile aveva vinto in Svezia nel 1958). Ai mondiali di Russia del 2018, il predominio europeo sara' (come spesso quando si gioca in Europa) ancora piu' marcato: 4 semifinaliste europee.

Cile Argentina 4-1 (cdr) - Copa America 2015, Finale


Se il 2014 era stato un anno duro per Messi (sconfitto in finale al mondiale contro la Germania; fuori dalla Champions contro l'Atletico Madrid mentre il Real vince la Coppa con Ronaldo goleador e poi vincitore del Pallone D'Oro). Nel 2015 invece le cose si erano messe meglio. L'arrivo Luis Enrique sulla panchina e Suarez in attacco (sopratutto quest'ultimo che, un po' come Benzema con CR7 al Real, creera' tantissimi spazi per Messi e Neymar attirando su di se' i difensori avversari) aiutarono il Barcelona a rivincere la Champions (la loro ultima vittoria finora) in una finale contro l'ottima Juve di Allegri, Vidal, Pogba e Morata (oltre alla gloriosa BBBC e all'ultima partita di Pirlo in Europa). Quella vittoria (tra l'altro un altro Triplete per il Barcelona), aiutera' Messi ha vincere il suo quinto pallone d'oro, pero' lui vuole di piu'. Si gioca infatti la Copa America, in Cile. L'Argentina vuole rifarsi dalla delusione ai mondiali. La faccenda non e' facile, anche il Brasile vuole rifarsi dal Mineirazo e l'Uruguay dal morso di Suarez, mentre la Colombia vuole mostrare che non e' stata una meteora. Alla fine pero' in finale con l'Argentina ci arriva il Cile, allenata dall'argentino Sampaoli (che nel 2018 allenera' l'Argentina in Russia). I cileni sono solidi e decisi. Vidal e Sanchez in nazionale danno tutto , mentre Vargas e Valdivia sembrano dei fuoriclasse. Si arriva ai rigori, l'Argentina perde, come al solito Higuain sbaglia nei momenti decisivi. Il dramma si ripetera' l'anno successivo, quando la Copa America si rigiochera', eccezionalmente, ad un anno di distanza per festeggiare il centenario della federazione sudamericana. Ancora Cile-Argentina, ancora i rigori. Stavolta sbaglia anche Messi. Il colpo e' cosi forte che Messi annuncia il ritiro (per poi ripensarci, saggiamente). Sembra una dannazione, tre finali perse in tre anni. Maradona e' lontano, e forse se la ride.

Francia - Portogallo 0-1 - Europei 2016, Finale

Siamo nel pieno degli anni della rivalita' tra Ronaldo e Messi. Il primo aveva avuto un fantastico 2014 (tralasciando il mondiale), il secondo un bellissimo 2015 (tralasciando la Copa America). Nel 2016, e' di nuovo il turno di Ronaldo. Ma facciamo un passo indietro. Dopo la 'decima' del 2014, nel 2015 il Real di Ancelotti esce in semifinale contro la Juve di Allegri. Ancelotti verra' esonerato. La Juve invece sara' sconfitta in finale dal Barcelona (dopo essere andata molto vicino a ribaltare la partita). L'estate prima, all'inzio del ritiro estivo, Conte si era dimesso facendo capire che quel gruppo di giocatori aveva dato tutto e venne sostituito da Allegri tra molte perplessita' e musi storti. Allegri smenti' Conte vincendo 5 scudetti di fila e conquistando 2 finali di Champions. Ma torniamo al Real. Dopo Ancelotti, viene ingaggiato Benitez (che pero' ripete e se possibile peggiora l'impatto negativo che ebbe quando sostitui' Mourinho all'Inter). Benitez viene esonerato a meta' di una stagione che sembra gia' rovinata. Debutta Zidane, il glorioso fuoriclasse francese che aveva vinto tutto con Francia, Juve e Real e che aveva guadagnato esperienza facendo da secondo ad Ancelotti. Zidane riusci' a ricreare fiducia nell'ambiente e il Real torno' sulla vetta d'Europa (la prima di tre volte consecutive, mai successo nella nuova Champions), sconfiggendo ancora in finale l'Atletico Madrid di Simeone (che tra quarti e semifinale aveva buttato fuori niente di meno del Barcelona di Luis Enrique e del Bayern di Guardiola).
Perche' tutta questa premessa se stiamo parlando di Europei? Perche' in quell'Atletico Madrid si distingue Antoine Griezmann, un bel talento francese che nel giro di pochi anni si trovera' ad affiancare Neymar nella lotta dei comprimari che cercano di raggiungere l'Olimpo di Ronaldo e Messi (ci avevano gia' provato senza riuscirci i vari Ibrahimovic, Robben, Ribery, Rooney; forse l'unico che meritava di esserci senza neanche provarci era Iniesta). Agli Europei del 2016, Griezmann e' la stella della Francia di Deschamps, padrona di casa. Tutti aspettano la Spagna, pero' agli spagnoli ci pensa l'Italia (gli azzurri hanno una squadra decisamente scarsa sul piano individuale, pero' Conte riesce a dargli organizzazione e personalita', gli azzurri lo ripagano con grandi vittorie con Belgio e Spagna, usciranno solo ai rigori con la Germania campione del mondo). I francesi (tra cui si distingue Payet per delle giocate favolose) sembrano lanciati verso la vittoria (con Griezmann capocannoniere), dopo aver battuto la sorpresa Islanda ed i tedeschi, pero' in finale trovano il Portogallo, che e' riuscito a battere la solida Croazia di Modric e Mandzukic e l'altra rivelazione, il Galles di Bale, grazie all'incredibile stacco di testa di Ronaldo nella fotografia sopra. Cosi' e' ancora Ronaldo-Griezmann, come in Champions. In finale pero' CR7 deve uscire per infortunio dopo 25 minuti. Prima piange disperato, poi in panchina diventa un secondo allenatore e spinge i compangi, che tra la sorpresa generale vincono ai supplementari con goal dello sconosciuto Eder. I francesi sono ammutoliti (anche se due anni dopo si riprenderanno dalla delusione con gli interessi, diventando campioni del mondo in Russia con una squadra ricchissima di giovani talenti), mentre i portoghesi finalmente possono sorridere dopo le varie sconfitte subite nelle semifinali di mondiali ed europei degli ultimi 20 anni, e soprattutto della sconfitta in casa con la Grecia nel 2004. Come se non bastasse, Ronaldo corona il suo sogno e, proprio mentre Messi perde la Copa America per il secondo anno di fila, riesce a vincere un titolo con la sua nazionale (2 anni dopo riuscira' a lasciare un piccolo segno anche nell'avvio della Coppa del Mondo in Russia, con una fantastica tripletta contro la Spagna).

Barcelona - PSG 6-1 - Champions 2016/2017, Ottavi di Finale

E' ora di tornare a parlare di Neymar e del Barcelona. Come abbiamo detto, dopo la vittoria in Champions del 2015, la stagione successiva, nonostante le 131 reti del formidabile trio d'attacco Messi-Suarenz-Neymar (la MSN, tra l'altro bellissimo vedere insieme i tre maggiori giocatori delle squadre sudamericane per eccellenza: Argentina, Brasile ed Uruguay), il Barcelona si deve 'accontentare' della  sola Liga e Copa del Rey, visto che in Champions vengono eliminati dall'Atletico Madrid di Simeone e Griezmann. Entrambe le squadre tra l'altro mettono in mostra due portieri formidabili che tuttora sono tra i migliori al mondo: Ted Stengen e Oblak. Ma arriviamo alla stagione 2016/17, che si presenta piena di aspetti interessanti: Guardiola si e' spostato in Inghilterra, al Manchester City. C'e molta attesa visto che l'anno prima il piccolo ma bellissimo Leicester di Claudio Ranieri ha conquistato la Premier con una bellissima cavalcata davanti ad allenatori come Wenger, Mourinho, Benitez, Van Gaal, Pellegrini, Klopp e Benitez (oltre al giovane Mauricio Pochettino, di cui sentiremo parlare). Guardiola pero', contrariamente ai debutti in Liga e Bundesliga, non vincera' lo scudetto alla prima stagione. Sulla sua strada stavolta trovera' il travolgente Chelsea di Antonio Conte. Dopo le belle prove offerte all'Europeo con l'Italia, Conte guidera' il Chelsea ad una bellissima vittoria in Premier, con un calcio aggressivo ed energico (simile all'Inter attuale per tanti aspetti).
Ma perche' parliamo di questo? La ragione e' che nei gironi di qualificazione della Champions, Barcelona e City si incroceranno e daranno vita a due partite di altissimo livello, con una vittoria a testa. Ma non sono le uniche novita' spettacolari di quella stagione. Nel campionato francese si mette in luce il Monaco di Jardim, la cui stella e' Falcao, ma in cui si fanno notare anche giocatori come Lemar, Bakayoko, Mendy, Bernardo Silva, e, soprattutto, il giovane e velocissimo Kylian Mbappe' (nel 2018, sara' lui la stella principale della Francia Campione del Mondo in Russia). Nel 2016/17 i monegaschi andranno a vincere il campionato davanti al PSG e daranno vita ad uno degli scontri piu' belli della storia recente della Champions, buttando fuori il City di Guardiola agli ottavi alla fine di due partite piene di sorprese. Pero' quell'anno lo scontro destinato a rimanere nella memoria collettiva sara' quello dei catalani con il PSG. La squadra di proprieta' del Qatar si era rinnovata profondamente, separandosi da Ibrahimovic, che nel bene e nel male ne era stata l'essenza nei 4 anni precedenti, e decidendo di affidare la panchina ad Unai Emery (che era riuscito a vincere tre Europa League di fila con il Siviglia). All'andata i francesi sembrano chiudere il conto con un secco 4 a 0, grazie all'ottimo Di Maria e al bomber Cavani. Al ritorno pero' Neymar produsse quella che lui stesso considera la sua miglior prova di sempre e, nonostante le square si trovassero sul 3 a 1 per il Barcelona fino all'88mo minuto, il brasiliano riusci' a segnare due goal e a servire l'assist per il goal della qualificazione di Sergi Roberto al 95mo. Io penso che la partita sia stata influenzata da un paio di episodi discutibili a favore del Barcelona, pero' il fatto rimane che quell'incredibile 'Remontada' cambio il concetto di cio' che fosse possibile raggiungere in Champions (come lo stesso Barcelona dovra' riconoscere).
Purtroppo per loro pero', quell'anno non era destino per il Barcelona. Al turno successivo i catalani incontrarono la Juve di Allegri, in un revival della finale del 2015. Nel 2015/16 i bianconeri erano usciti contro il Bayern di Guardiola dopo aver mostrato un  ottimo calcio e un grande Cuadrado. La stagione successiva i bianconeri avevano cercato di rafforzarsi ulteriormente: oltre alla gloriosa BBBC, a Manzukic e a Dybala, erano arrivati anche Higuain (che l'anno precedente aveva stabilito il record di 36 reti in una stagione di Serie A con il Napoli di Sarri) e l'ex bandiera del Barcelona Dani Alves. Furono proprio un grande Dybala e un maestoso Dani Alves che consentirono ai bianconeri di eliminare i catalani ed il Monaco. Purtroppo in finale ando' ancora male, stavolta contro il Real di Zidane (ne parleremo tra poco). Tornando al Barcelona, anche in campionato i catalani si resero protagonisti di un'altra partita memorabile: un 3 a 2 contro il Real al Bernabeu con Messi che segna il goal decisivo al 92mo e mostra la sua maglia ai tifosi. Nonostante cio', il Real vincera' anche la Liga quell'anno (e Ronaldo vincera' un altro pallone d'oro).
Ma torniamo a Neymar, il protagonista della Remontada con il PSG. Quell'anno capi' che per uscire dall'ombra di Messi, doveva andarsene. L'occasione gliela offri' proprio il PSG che lo convinse con l'acquisto piu' caro della storia. La presentazione di Neymar a Parigi fu talmente grandiosa da far passare in secondo piano l'arrivo del gioiello Mbappe'. Neymar in effetti si prese la ribalta in Francia e fece vedere sprazzi di calcio e una capacita' di ribaltare intere partite da solo come poche volte si era visto (anche se il PSG continuo' ad uscire agli ottavi per due volte di fila). Pero' si videro anche le bizze e i numerosi infortuni che gli hanno alienato la simpatia dei tifosi, non solo del PSG, ma anche del Brasile (ai Mondiali del 2018 il Brasile usci' contro il Belgio ai quarti in quella che fu forse la piu' bella partita di tutta la competizione, mentre nel 2019 il Brasile e' tornato a vincere la Copa America dopo tanti anni mentre Neymar e' rimasto fuori infortunato). Nel frattempo il posto di predestinato a succedere a Messi non e' poi cosi' sicuro.

Juventus - Real Madrid 0-3 - Champions 2017/18, Quarti di Finale

Ero molto combattuto sulla foto da mettere. Normalmente avrei dovuto scegliere quella della bellissima rovesciata di Ronaldo o della sua reazione di sorpresa gratitudine verso l'applauso generale dello Juventus Stadium.  Pero' ho trovato questa molto piu' simbolica e interessante per cio' di cui volevo parlare.
Come dicevamo, nel 2016/17, la Juve di Allegri era giunta in finale contro il Real dopo aver eliminato il Barcelona della MSN e della Remontada ai quarti ed il sorprendente Monaco di Falcao, Bernardo Silva e Mbappe' in semifinale. Nella finale di Cardiff, la Juve incontro' il Real, che aveva dato un nuovo dispiacere all'Atletico Madrid, questa volta in semifinale (in qualche modo leggittimando le vittorie strappate per un soffio nelle due precedenti finali). La Juve arrivo' alla finale carica di entusiasmo e vogliosa di rompere l'incantesimo della squadra con il record di finali perse in Champions. Ed infatti il primo tempo ando' bene, la Juve gioco' con intensita' e recupero' lo svantaggio iniziale con Mandzukic. Nel secondo tempo la squadra si sciolse (secondo me Allegri, di solito perfetto per scelte tattiche e di cambi, fece qualche errore con la formazione, soprattutto lasciando Cuadrado in panchina) ed il Real dilago', andando a cogliere la seconda vittoria consecuitva, con Ronaldo ancora capocannoniere della competizione e poi vincitore del Pallone D'Oro.  Per Buffon invece erano tre le finali perse.
L'anno successivo, ai quarti, la Juve, dopo aver eliminato, non senza difficolta', il Tottenham di Pochettino e Kane, aveva nuovamente ritrovato il Real (che agli ottavi si era sbarazzato della grande attesa di quella stagione, il PSG di Neymar e Mbappe'). All'andata a Torino, mentre tutti si aspettavano una partita agguerrita, il Real inflisse alla Juve un umiliante 3 a 0 con due bellissimi goal di Ronaldo, come nella finale dell'anno prima. Solo che questa volta, al 64', Ronaldo piazzo' una rovesciata da figurine panini che lascio i bianconeri di stucco. Lo stadio non pote' fare altro che applaudire quell'alieno, sicuramente l'uomo che piu' di tutti ha marcato la champions. Al ritorno la Juve ebbe un bellissimo quanto inaspettato scatto d'orgoglio e riusci' a portarsi sul 3 a 0 al Bernabeu. Mentre la partita sembrava avviata ai supplementari con la Juve in vantaggio psicologico, Ronaldo ando' a prendere un cross praticamente fuori e rimise la palla in mezzo, costringendo Benatia al fallo (io continuo a pensare che il fallo era discutibile). Ronaldo non falli' il rigore che qualifico' il Real e Buffon perse le staffe e si fece espellere. Io non lo giustifico ma lo capisco, era l'ultimo treno per la Champions (in verita' ci provo' anche facendo un anno al PSG, ma non ando' bene, ora e' tornato alla Juve, ma piu' che altro per strappare a Maldini il record di presenze in Serie A). Pochi mesi prima, l'eliminazione dell'Italia contro la Svezia nel playoff per i mondiali di Russia gli aveva tolto la possibilita' di essere l'unico giocatore nella storia al calcio ad avere partecipato a sei mondiali (oltre al fatto che avrebbe sicuramente raggiunto il primo posto come record di presenze di un giocatore con la sua nazionale). Ecco il perche' di quella foto.
Il Real continuo' la sua corsa. Dopo aver sconfitto nuovamente il Bayern (nonostante Heynckes fosse tornato come un talismano a sostituire Ancelotti, stranamente non gradito allo spogliatoio), il Real si trovo' ad affrontare in finale il Liverpool di Klopp, forza emergente in Premier ed in Champions. Gli inglesi avevano fatto l'impresa nei quarti, eliminando il fortissimo Manchester City di Guardiola (che quell'anno batte' il record di punti, reti e vittorie in Premier League), mentre in semifinale si trovarono ad affrontare la Roma che aveva sorprendentemente battuto il Barcelona con una commovente rimonta all'Olimpico. Liverpool-Roma fu una semifinale piena di goal, e anche questa volta la Roma arrivo' vicino a fare il miracolo. In finale pero' ci ando' il Liverpool, che esibiva i fortissimi Mane', Salah e Firmino e che mise in seria difficolta' il Real, almeno fino all'infortunio di Salah (a mio giudizio un'intervento di una malizia incredibile da parte di Ramos, il cattivo per eccellenza) e alle papere del portiere Karius (che infatti fu poi sostituito da Alisson della Roma, probabilmente il miglior portiere al mondo in questo momento). E cosi' il Real arrivo' alla sua terza Champions consecutiva. Certo il Real fu spesso fortunato nei frangenti decisivi delle gare, e anche graziato dagli arbitri in certi casi. E' anche vero che nonostante le quattro vittorie nel decennio, il Real non riusci' a marcare il gioco e l'immaginario collettivo come il Barcelona di Guardiola e Messi. Pero' la squadra ha saputo mostrare momenti di grandissima facilita' di gioco, con due centrocampisti incredibili come Modric e Kroos, un regista arretrato come Marcelo, ed una coppia affiatata come Ronaldo e Benzema. Grazie all'aurea di vincente di Zidane, la squadra non sembrava mai perdere la fiducia di poter raddrizzare anche le situazioni piu' difficili e, nel contesto che lui aveva creato, giocatori come Isco e Asensio sembravano extraterrestri (soprattutto Isco, ha cui ho visto raggiungere vette di classe altissime). Gia' durante i festeggiamenti di quella terza vittoria, quel Real si stava gia' smembrando, Ronaldo fece capire che se ne sarebbe andato. Settimane dopo approdo' proprio alla Juve, forse anche a causa degli applausi che gli tributarono nella notte della rovesciata.

Ajax - Tottenham 2-3 - Champions 2018/19, Semi-finale

Ci sarebbero tante altre partite di cui potremmo parlare per fare riferimento all'ultima stagione, pero' penso che questa sia importante per i vari incroci che ci permette di fare. Se il 2017/18 aveva fatto intravedere delle belle rimonte o quasi-rimonte, il 2018/19 non si smenti', mostrando tra l'altro dei bellissimi e appasionanti scontri in semifinale (di solito il top della Champions sono gli ottavi ed i quarti mente le semifinali sono o stra-equilibrate o nettamente a favore di una parte). La novita' principale di quella stagione fu l'arrivo in Italia di CR7, dopo quasi 10 anni di vittorie al Real. Nel frattempo il cambiamento dei tempi si era gia' visto alla premiazione del Pallone d'Oro del 2018, dove, dopo 10 anni di dominio incontrastato Messi/Ronaldo, il premio ando' a Modric, protagonista del secondo posto della Croazia ai mondiali.
L'altra grande novita' fu l'esplosione dell'Ajax di Ten Hag. La squadra olandese venne fuori con un calcio che mostrava i momenti migliori del Monaco di Jardim, del Borussia di Klopp e naturalmente del Barcelona di Guardiola. Ricca di giovani di talento (e meno giovani come il sontuoso Tadic), i lancieri fecero il colpaccio eliminando i tri-campioni in carica del Real agli ottavi e mostrando giocate incredibili. La sconfitta costrinse il Real a chiedere a Zidane, che se n'era andato l'estate prima, di tornare per rilanciare la squadra. Ai quarti l'Ajax confermo' che non era una meteora buttando fuori la Juve di CR7. Il portoghese aveva gia' salvato i bianconeri contro il solito Atletico di Simeone, ma questa volta, nonostante due bellissimi goal, non riusci' a tenere in piedi una squadra che atleticamente non reggeva il confronto. La delusione di quella sconfitta e il gioco dell'Ajax furono alla base della decisione della Juve di separarsi da Allegri e affidarsi a Maurizio Sarry, colui che era stato il simbolo del bel gioco in Italia negli anni di Napoli.
In semi-finale l'Ajax si trovo' di fronte il Tottenham che, nell'arco di due partite combattutissime ai quarti, era riuscito ad eliminare la squadra favorita dopo l'eliminazione di Real e Juve: il City di Guardiola (che quell'anno sara' protagonista di un'esaltante galoppata con il Liverpool in Premier, vinta per un solo punto differenza). Certo il Tottenham era stato sicuramente aiutato dalla fortuna che non aveva avuto l'anno prima contro la Juve, pero' la squadra di Pochettino mostro' anche altro, ovvero la voglia di non arrendersi mai e lottare fino all'ultimo (oltre ad Eriksen che alle volte tirava fuori giocate alla Pirlo). La semifinale fu drammatica e piena di colpi di scena. L'Ajax sembrava predestinata alla finale contro il Barcelona e a tratti dominava il gioco con estrema facilita': dopo aver vinto 1 a 0 a Londra, fino al 55mo del secondo tempo era in vantaggio per 2 a 0 in casa. Chi e' che non si sarebbe arreso? Sicuramente il Tottenham che mostrando una forma fisica invidiabile riusci' a ribaltare risultato e qualificazione con una tripletta di Lucas Moura (e tra l'altro, come ho gia' scritto altrove, questa vittoria dovrebbe far comprendere che un gioco brillante come quello di Ten Hag o Sarri non possono prevalere se l'altra squadra e' messa meglio a livello di forma, o, detto in un altro modo, se la Juve avesse giocato con l'Ajax come nel ritorno con l'Atletico, passava lei). In finale il Tottenham si trovo il Liverpool, uscito vincitore dalla semifinale con il Barcelona. Anche in quella semifinale, mentre tutti si aspettavano il Barcelona di Messi (che quell'anno sembrva tornato ai vecchi livelli ed all'andata aveva vinto per 3 a 0), il Liverpool ribalto' il risultato ad Anfield Road per 4 a 0. La finale non fu molto bella ma anche il Liverpool aveva crediti verso il destino: per la finale dell'anno prima e per la Premier persa per cosi' poco. Cosi' la vittoria ando' ai Reds e a Klopp (alla prima vittoria in tre finali). Da allora il Liverpool ha continuato a macinare vittorie e sta dominando la Premier, mentre il Tottenham ha (troppo) frettolosamente licenziato Pochettino per affidarsi a Mourinho. L'Ajax invece ha venduto i suoi gioielli piu' belli e, nonostante le belle prove comunque offerte, non ha raggiunto gli ottavi di Champions di quest'anno, peccato per il calcio e lo spettacolo.



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