03 gennaio 2021

Il mio Pantheon del Calcio - prima fascia

 
Il primo indizio mi sembra chiarissimo (Snip dal sito tuttomercatoweb.com)

Siamo ad inizio 2021 e vicino al mio 100mo post su questo Blog. Ho pensato che poteva essere il momento giusto di fare una piccola lista dei giocatori che piú mi hanno segnato da quando seguo il calcio (quindi non posso parlare di Rivera o Pelé perché non li ho visti giocare in diretta). Parliamo comunque di 40 anni di calcio. Premetto che questa classifica si basa su aspetti molto particolari, certi giocatori mi piacevano per il loro stile ancor prima che per i risultati che hanno raggiunto (e infatti non vedrete mostri sacri del calcio italiano come Maldini, Del Piero o Totti); in certi casi sono legate alle maglie che hanno indossato o a quello che ha fatto la loro squadra. Un'ultima premessa, per chi non conosce i giocatori di cui parlo, potete cercarveli online, non é questo il posto in cui daró statistiche o palmares.

La prima fascia - i miei preferiti

BRUNO CONTI

Sicuramente il mio primo eroe, giá con la Roma di Liedholm ma anche e soprattutto per i mondiali 1982, quelli di MaraZico e la maglia numero 16 (ne abbiamo anche parlato nel saluto a Paolo Rossi). Volevo tanto essere come lui e correre sulla fascia con i capelli al vento. L'ho incontrato in pizzeria in Sardegna qualche anno fa ed é stato gentilissimo quando ho chiesto se potevo fare una foto con mio figlio. Indimenticabile.
(snip da ilMessaggero.it)


TONINHO CEREZO

E' stato nostro avversario ad Italia 1982, ma io me lo ricordo soprattutto nella Roma di Erickson e nella Sampdoria di Boskov, due delle mie squadre italiane preferite di sempre. Non era il mio genere di giocatore preferito come stile ma adoravo quel suo squardo alla Charlot e quel suo modo di vivere il calcio leggero e scanzonato. Quella Roma avrebbe meritato di vincere lo scudetto, era spettacolare. Erickson ebbe la fortuna di allenare anche la Fiorentina di Baggio e la Sampdoria di Mancini). (Snip da globoesporte.globo.com)

FRANCO BARESI

Io sono nato Milanista come bastian contrario in una famiglia di Interisti. Franco Baresi fu da subito il mio eroe. Sceso in B con la squadra negli anni duri di Farina, era giá grandissimo, anche se ci volle la rivoluzione di Sacchi per farlo notare al mondo come il piú forte difensore che tra l'altro riuscí a reinventare il ruolo di libero. Indimenticabili per me il suo piede che arrivava sempre a bloccare o deviare la conclusione o il cross dell'avversario, la sua falcata palla al piede a penetrare nel centrocampo avversario, il suo carisma naturale nonostante la timidezza. In nazionale fece parte della truppa dei 24 di Italia 1982 e poi non fu convocato per il 1986, grave errore. Poi titolarissimo nel 1990 e nel 1994, dove da capitano, tornó in campo in finale con il Brasile 25 giorni dopo un infortunio al menisco e giocó una partita memorabile. Per me forse il piú grande del mio Pantheon. Maldini ha giocato e vinto pure di piú con il Milan, peró non sono mai riuscito ad amarlo come Baresi, non só spiegarlo ma é cosí. (Snip da Vocemilanista.com)

DIEGO ARMANDO MARADONA

Abbiamo forse detto tutto qui. Sono sempre stato ambivalente verso la sua appartenenza al mio Pantheon perché tante delle sue uscite me lo avevano allontanato. Peró ho pensato molto a lui dopo la sua morte e mi sono reso conto di quanto abbia segnato la mia gioventú, il mio amore per il calcio e la passione che mettevo nelle mie partite da amatore. Ho rivisto in questi giorni vari documentari e tanti spezzoni del suo programma della Noche del 10. Mi sono commosso a vederlo cantare una canzone kitch e malinconica dedicata a lui mentre il padre lo applaude, commosso per questo figlio risorto ancora una volta dalla droga. 
(Snip da artslife.com)

ROBERTO MANCINI

Ho parlato del Mancio e della sua fantastica (e sottovalutata) carriera in uno dei miei primi post sulla sua nazionale (che poi ci ha dato tante gioie). Faccio una premessa, mi sono innamorato della Samp per via di quella maglia con il marinaio con la pipa e per quello stadio di Marassi con i suoi pilastri con le finestre e l'aria molto all'inglese (la Samp fu per anni la mia squadra preferita dopo che abbandonai il Milan, durante gli anni di Capello; non sopportavo che comprassero tutti quei campioni solo per toglierli alle avversarie). Mancini guidó la Samp alla vittoria di uno storico scudetto in una serie A che vedeva come avversari il Napoli di Maradona, la Juve di Baggio, il Milan degli olandesi e l'Inter dei tedeschi campioni del mondo. Poi continuó per altri 7 anni con i blucerchiati servendo incredibili assist a gente come Gullit, Chiesa o Montella, per poi andare a vincere un altro scudetto con un'altra outsider come la Lazio. Mi affascinvava il suo ciuffo e la sua eleganza in campo. Adoravo il fatto che tentasse sempre di segnare o passare il pallone cercando soprattutto la bellezza. (Snip da videogoalparade.blogspot.com)

GABRIEL OMAR BATISTUTA

Starete iniziando a capire che ho sempre avuto una predilezione per i giocatori con i capelli lunghi e sicuramente il Re Leone ne era il simbolo. La Fiorentina é stata sempre la mia squadra di pancia. Adoravo il giglio della sua maglia viola e il fatto che quando 90mo minuto mostrava le highlights da Firenze, c'era sempre il sole. Batistuta ha segnato cosí tanto che siamo riusciti a vedere periodi di esultanza diversi da parte sua (la mitraglia, la mano sulla bandierina, il bacio alla moglie, ...). Io adoravo la passione con cui cercava il goal, era amore puro per il gioco, potenza naturale senza filtri e degli occhi profondi che dicevano tutto. E' dovuto andare alla Roma con Totti per vincere uno scudetto, ma Firenze non ha mai amato nessuno come lui. (Snip da gianlucadimarzio.com)

ROBERTO BAGGIO

Baggio é un discorso lungo per me. E' sbucato nel calcio che giocava ancora Platini e si é ritirato che Zidane andava verso la conclusione della sua carriera. I suoi anni alla Fiorentina per me furono stupendi (e non solo per i motivi sopra riguardo alla maglia viola, il sole o i suoi riccioli). Faceva goal e numeri incredibili con la leggerezza di uno che é li solo per divertirsi. Poi tutto si sporcó con il passaggio alla Juve (mai visti disordini pubblici cosí grandi in Italia per un trasferimento calcistico). Baggio divenne una star (probabilmente il giocatore italiano piú conosciuto all'estero di sempre) e in quel periodo tra Juve e Milan il mio amore per lui si affievolí. Riprese calore nel purgatorio di Bologna e poi, dopo la sfortunata parentesi all'Inter (incredibile la sua prestazione di addio nello spareggio x la Champions contro il Parma) nei bellissimi ultimi anni con il Brescia (stupenda la foto qui sopra a San Siro, penso sia la sua ultima partita, io ho una delle sue fascie da capitano arcobaleno, firmata da lui; me l'ha regalata un amico quando mi sono sposato). Dopo il suo ritiro ho potuto apprezzare ancor piú quanto Baggio sia stato eccezionale nel calcio. Ho adorato il suo amore per la nazionale e penso che il suo mondiale migliore fu quello del 1990 piú ancora di quello iconico del 1994. Penso anche che fu proprio come venne trattato dalla Juve davanti all'astro nascente di Del Piero (a Francia 1998 fu un errore schierare quest'ultimo invece di Baggio credo) che fece sí che il grande Alex non ebbe mai un posto cosí grande nel mio cuore; di piú penso che il modo in cui l'ascesa di Del Piero fece declinare la carriera di Baggio ebbe poi un suo Karma negli anni bui di Del Piero alla Juve dove non convinceva mai del tutto, ma forse esagero! (snip da Bresciatoday.it)

MANUEL RUI COSTA

Prima di conoscere mia moglie, prima che il Portogallo diventasse la mia seconda nazionalitá e Lisbona la mia cittá di adozione, avevo conosciuto Manuel Rui Costa (peccato che nella famiglia di mia moglie siano Sportinghisti convintissimi). Lo avevo visto con il Benfica (la squadra piú bella d'Europa per me quell'anno) contro il Parma al Tardini nella semifinale di Coppa delle Coppe del 1994 ed ero rimasto ammirato. Poi lo ammirai nella Fiorentina, per anni. La sua falcata elegante, i suoi assist, la sua umiltá, le sue accelerazioni, il suo amore per l'Italia e Firenze. Adoravo vedere come le altre squadre potevano sempre venire sorprese dal suo dialogo con Batistuta. Anche lui dovette andare via da Firenze per vincere lo scudetto (con il Milan vinse anche la Champions). Peró forse giocó nel Portogallo piú bello di sempre. Ero allo stadio quando segnó contro l'Inghilterra nei quarti di finale di Euro 2004. Era la mia luna di miele e mi sarebbe piaciuto dare a mio figlio il suo nome (tutto intero peró! mia moglie ovviamente non voleva!).
(Snip da Twitter.com)

ANDREA PIRLO

Quando vivevo a Torino eravamo quasi vicini di casa, eppure lo incontró solo mio figlio, una volta. Mi piaceva giá tanto dai tempi di Inter e Brescia (bellissimo il suo assist a Baggio in una partita contro la Juve), peró é con il Milan di Ancelotti che secondo me fece vedere il suo calcio piú bello, non a caso coinciso con le Champions e la vittoria al Mondiale da assoluto protagonista.  Come ho detto in un post di un anno fa sulle partite piú iconiche dello scorso decennio, é stato forse il giocatore con la migliore visione di gioco che abbia mai visto ed un talento sottovalutato. Incredibile anche la sua seconda giovinezza nella Juve di Conte (ho parlato recentemente della loro inversione di ruoli) con una bellissima barba da saggio centrocampista. Ho sofferto tantissimo per lui quando non riuscí a vincere la Champions nella finale con il Barcelona con la Juve di Allegri, era la sua ultima possibilitá e penso che gli sia pesato di piú della finale persa con il Milan contro il Liverpool. (snip da Eurosport.it)

CLARENCE SEEDORF

Unico giocatore ad avere vinto la Champions con tre club differenti. Ha vinto con Ajax ed il Real Madrid ma penso che abbia dato il meglio proprio con il Milan di Ancelotti, dove proprio con Pirlo e Rui Costa (e poi Kaká), supportato dai vari Gattuso ed Ambrosini, ha dato vita ad uno centrocampi piú forti e tecnici che abbia mai visto. Spesso ci si dimentica del Milan di Ancelotti (mi riportó ad amare il Milan come quando ero ragazzo), certamente non rivoluzionario come il Milan di Sacchi o il Barcelona di Guardiola, peró é una delle squadre piú forti e belle che io abbia visto, non dimentichiamo che vinceva ai tempi del Real dei Galacticos, del miglior Manchester di Ferguson, di una fortissima Juve o del primo Chelsea di Mourinho. Seedorf aveva una tecnica sopraffina, grandissima visione di gioco e un tiro favoloso. Inizió in Italia alla Samp (come Veron, un altro giocatore dalla tecnica favolosa) e finí alla grande in Brasile, mostrando numeri incredibili. (Snip da AngoloMilan.com)

ANTONIO DI NATALE

Ho inserito Totó Di Natale perché lui rappresenta la massima espressione di quei talenti di provincia che hanno mostrato giocate e goal stupendi senza arrivare ad un top club. Di Natale é rimasto chiuso in nazionale (salvo il breve sprazzo, con goal, nella prima partita degli europei 2012 con la Spagna) in un mondo in cui c'erano Del Piero e Totti e dopo di loro Cassano o comunque i 10 non andavano piú di moda. Aveva grande tecnica e un tempismo fantastico. Faceva parte di una bellissima tradizione di grandi giocatori partenopei, con Quagliarella, Insigne e Immobile. Ha segnato piú di tanti campioni di provincia come Protti, Hubner o Lucarelli, ma anche piú di bomber come Signori, Vieri, Gilardino o Toni, finendo la carriera con 209 goal in Serie A, sesto davanti a Baggio. Se si guarda a quelli che hanno giocato dagli anni '80 in su, solo Totti lo ha superato. (snip da Goal.com)

JUAN ROMAN RIQUELME

Non lo conoscevo tantissimo. Poi una sera l'ho visto in Champions con il Villareal di Diego Furlan contro il Benfica, a Lisbona. Rimasi folgorato. Una tecnica incredibile con passaggi corti e pallone incollato. Diverso da tutti in tantissimi aspetti, quasi fuori dal suo tempo. Capisco che sia diventato un talismano di nicchia per tantissimi, non solo per i tifosi del Boca, che forse lo hanno amato piú di Maradona. Con lui hanno vinto tutto. Se siete curiosi guardatevi la finale di intercontinentale contro il Real dei Galacticos, calamita il pressing su di lui senza perdere mai la calma. Favoloso. La vera essenza dell'Enganche. (snip da Goal.com)

GIGI BUFFON

Ero allo stadio quando esordí con il Parma contro il Milan e fece capire che era di un'altra pasta. In una classifica con molti attaccanti e fantasisti (l'essenza del calcio), non potevo non inserirlo. Non lo amavo particolarmente quando era piú giovane, ma é stato il suo attaccamento alla maglia azzurra (doveva essere il pallone d'oro 2006) e la sua lotta disperata per vincere una Champions con la Juve (tre finali perse) che me lo ha fatto ammirare tantissimo. Ho sofferto tantissimo per lui quando la Svezia gli ha impedito di partecipare al suo sesto mondiale, sarebbe stato l'unico e avrebbe potuto battere il recordi di presenze in nazionale (io lo porterei come terzo portiere ai mondiali del Qatar, certe favole valgono piú di tante altre cose). É tornato alla Juve per battere il record di presenze in Serie A di Maldini e a Novembre ha fatto una grandissima figura nella vittoria bianconera contro il Barcelona.
(snip da Goal.com)

DRIES MERTENS

Finisco con una scelta inaspettata forse. Peró io adoro Ciro Mertens. Mi piace il suo sguardo alla Matthieu Kassovitz, mi piacciono i goal incredibili che da anni tira fuori con il Napoli e con il Belgio. Adoro l'amicizia che ha con Insigne e il bellissimo rapporto con la cittá di Napoli. Insomma spero che non lo vendano mai e faccia tutta la sua carriera a Napoli, sarebbe bellissimo (anche se meriterebbe palcoscenici piú alti). Mi piace come gioca il calcio e lo viva con allegria (guarda l'esultanza di questa foto). Insomma mi sta strasimpatico e spero non mi deluda (di solito scelgo giocatori per il Pantheon a fine carriera per eviare ripensamenti)! 
(snip da Napolipiu.com)















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