20 agosto 2022

ANNO x ANNO - Stagione 1983-84 - I sogni della Roma di Liedholm si infrangono ai rigori

 

Incredibile come spesso i rigori vengano sbagliati da alcuni dei propri giocatori preferiti: qui Bruno Conti, ad Italia 1990 Roberto Donadoni, a USA 1994, Baresi e Baggio... e via dicendo

Questo é un progetto speciale, si chiama ANNO x ANNO. Per l'introduzione ed i link alle puntate precedenti, cliccate qui. 

In questa stagione ci avviciniamo agli Europei 1984, un'edizione senza Italia purtroppo. Nel frattempo la Serie A si conferma come la competizione piú importante, anche grazie all'arrivo di tanti fuoriclasse stranieri. Io ero in seconda media a Collecchio e continuavo a giocare a calcio nel Cervo. Fu un anno particolare, con la mia classe, la sezione A, vincemmo un torneo contro tutte le altre sezioni della scuola, e poi fu l'anno in cui ebbi la mia prima morosa. Eh, le ragazze, la passione per il calcio iniziava ad avere una seria rivale.  


INGHILTERRA

É il primo campionato in cui il nome dello sponsor si affianca a quello del torneo. Tra gli scambi di mercato, da segnalare il passaggio di un certo Mark Hateley (ne parleremo ancora) dal Coventry al Portsmouth, mentre Luther Blissett, capocannoniere della scorsa stagione, é passato dal Watford al Milan. Bob Paisley, mitico allenatore vincitore di tre Coppe Campioni, lascia la guida tecnica del Liverpool a Joe Fagan. I Reds si confermano campioni d'Inghilterra per la terza volta consecutiva dopo una lunga battaglia con il Manchester United. Il gallese Ian Rush stravinse la classifica cannonieri, seguito dal giovane Gary Lineker, futura stella del calcio inglese. L'Everton vinse invece la FA Cup davanti al Watford.

SPAGNA

Questo fu l'anno in cui il Real Madrid di Di Stefano, inizió ad utilizzare giovani giocatori della seconda squadra che poi diventeranno famosi con il nome "la quinta del Buitre", in riferimento al suo componente piú famoso, Emilio Butragueno. Anche quest'anno il campionato fu molto combattuto tra Athletic Bilbao e Real Madrid, con il Barcelona subito dietro ad incalzare. I catalani affrontarono i baschi dell'Athletic alla quarta giornata, in una partita diventata famosa per l'entrata assassina di Goikoetxea su Maradona (l'Argentino rimase fuori per tre mesi, mentre il basco fu sospeso per 7 giornate). Il Real Madrid sembró approfittare dei guai delle due rivali e finí per primo il girone di andata. Durante il ritorno peró, l'Athletic riacciuffó le merengues e alla fine del campionato le due squadre si trovarono a pari punti con il Barcelona dietro per un solo punto (durante l'ultima giornata, la classifica cambió tantissime volte). Vinsero i baschi per la media reti. L'Athletic vinse anche la Copa del Rey in una finale con il Barcelona diventata celebre per una gigantesca rissa a fine partita che vide molto coinvolto Maradona, provocato con falli ripetuti durante tutta la partita. Questa fu l'ultima partita in maglia blaugrana per l'argentino, che l'anno prossimo cercherá rifugio a Napoli

GERMANIA

Tra le 18 partecipanti, le neo-promosse  Waldhof M., Kickers O. e Bayer U. avevano preso il posto delle retrocesse Schalke 04, Karlsruhe e Hertha B..  A livello di mercato, la stagione vede la partenza del danese Soren Lerby dal Bayern all'Ajax, la partenza di Horst Hrubesch dall'Amburgo per lo Standard Liegi (Belgio) e l'arrivo dell'austriaco Bruno Pezzey al Werder Brema dall'Eintracht Francoforte. Il campionato si rivelerá estremamente equilibrato, con tre squadre che finiscono a 48 punti e lo Stoccarda che si aggiudica il campionato grazie alla differenza reti. In questa stagione si mette in luce un giovane allenatore: Jupp Heynckes, che porterá il Borussia M'gladbach (BMG) al terzo posto in campionato e alla finale di Coppa di Germania, persa ai rigori contro il Bayern dell'eterno Karl-Heinz Rummenigge, capocannoniere in campionato.

FRANCIA

 Il mercato vide la l'arrivo di Eric Cantona dalle giovanili dell'Auxerre alla prima squadra.  Il Saint Etienne lasció partire Patrick Battiston (per il Bordeaux), Bernard Genghini (Monaco) e Johnny Rep (ritorno in Olanda). Il Nancy compró Francois Zahoui dall'Ascoli (ricordate Tonino Carino?) e il Sochaux cedette Yannick Stopyra al Rennes, mentre il Lilla fece esordire un giovane Rudi Garcia in prima squadra e il Bastia lascio tornare Alberto Tarantini in Argentina e Guy Lacombe passó dal Tolosa al Tours. Anche qui, un campionato molto equilibrato vide prevalere il Bordeaux sul Monaco grazie alla differenza reti. I monegaschi perdettero anche la Coppa di Francia in finale contro il Metz, mentre l'Auxerre arrivó solo terzo in campionato nonostante avesse piazzato due attaccanti nei primi tre posti della classifica cannonieri. Il PSG prima esoneró Peyroche e poi lo richiamó in primavera.

ITALIA

Non potevo non mettere Giancarlo Antognoni in questo omaggio. Uno dei giocatori italiani piú eleganti di sempre, nel 1983-84, portó la Fiorentina al terzo posto, anche se subí un altro gravissimo infortunio che lo avvicinó alla fine della carriera.

Nell'estate 1983, il flusso di talenti stranieri continuó inarrestabile, aggiungendo ulteriore fascino alla Serie A (anche se ad un certo punto alcuni trasferimenti erano stati bloccati). La Roma di Liedholm, campione in carica, acquistó Dario Bonetti dalla Samp, Francesco Graziani dalla Fiorentina e Toninho Cerezo dall'Atletico Mineiro, cedendo invece Herbert Prohaska all'Austria Vienna. La Juventus, dopo l'addio di Dino Zoff, acquistó Stefano Tacconi dall'Avellino (insieme a Beniamino Vignola), oltre a Nicola Caricola dal Bari, Domenico Penzo dal Verona, mentre Roberto Bettega si trasferiva in Canada a finire la carriera. L'Inter, che nel frattempo aveva chiamato Gigi Radice sulla panchina al posto di Rino Marchesi, cedette Juary all'Ascoli per acquistare il belga Ludo Coeck dall'Anderlecht. Dal Milan arrivó invece Aldo Serena, mentre lasciarono la squadra nerazzurra due campioni del mondo come Ivano Bordon (alla Samp) e Lele Oriali (alla Fiorentina). La partenza di Bordon tra l'altro, creó lo spazio per l'inserimento di un'altra futura leggenda neroazzurra (e azzurra): Walter Zenga, l'uomo ragno. 

Il Verona, sorpresa della precedente stagione, cambió molti giocatori: Wladyslaw Zmuda andó ai New York Cosmos e Dirceu passó al Napoli, mentre arrivarono Silvano Fontolan dal Como, Nanu Galderisi dall Juventus, Maurizio Iorio dalla Roma e Joe Jordan dal Milan. Proprio il Milan, neopromosso, si assicuró Luther Blissett dal Watford ed Eric Gerets dallo Standard Liegi, oltre a Filippo Galli dal Pescara e Luciano Spinosi dal Verona. Tra le altre squadre, gli altri acquisti da segnalare furono Amedeo Carboni, Pasquale Iachini e Paolino Pulici per la Fiorentina; i brasiliani Luvanor e Pedrinho per il Catania (oltre ad Andrea Carnevale e Fortunato Torrisi); il talentuoso Michael Laudrup alla Lazio (dal Brondby); l'olandese Wim Kieft al Pisa; Roberto Galia, Domenico Marocchino, Fausto Pari (dal mio Parma) e Pietro Vierchowod alla Sampdoria; Luigi Caffarelli e Massimo Palanca al Napoli; Walter Schachner al Torino; Fernando De Napoli, Ramon Diaz e Franco Colomba all'Avellino e, last but not least, l'arrivo di Zico all'Udinese (che acquistó anche Luigi de Agostini e Loris Pradella).

Se nell'estate 1982, l'acquisto piú importante della Serie A fu Michel Platini, nel 1983 fu la volta di Arthur Coimbra Antunes, detto Zico, il Pelé bianco del Flamengo che tanto ammirammo ai Mondiali 1982. 

Proprio l'Udinese di Zico partí molto forte, peró il duello principale fu tra Juventus e Roma (bellissimo il 2 a 2 all'andata al Comunale di Torino), mentre le milanesi delusero e il Verona si confermó ai buon livelli dell'anno precedente. La Juve vinse il girone di andata, anche grazie ad un Platini molto piú pronto per la Serie A dell'anno prima, oltre che all'affidabile Boniek (Rossi comunque segna i suoi 13 goal). Il francese vinse la classifica dei cannonieri ai termini di una bellissima sfida a distanza con Zico. Ottima stagione anche per la Fiorentina, che pure dovette subire un nuovo serio infortunio per il suo capitano Giancarlo Antognoni. La Juve vinse lo scudetto dopo aver espugnato San Siro contro l'Inter alla penultima giornata, mentre la Roma dovette consolarsi con la Coppa Italia, vinta contro l'ottimo Verona di Bagnoli, alla seconda finale consecutiva (un percorso molto simile all'Atalatanta dei giorni nostri).


La Juve di Trapattoni si confermó una corazzata fortissima, in grado di sostituire nel tempo giganti come Causio, Bettega e Zoff (e in pratica anche Furino), vincendo in Italia ed in Europa, mentre la stella Michel Platini si preparava ad un bellissimo fine stagione con gli Europei. La Roma peró non fu da meno: oltre al secondo posto in campionato e alla Coppa Italia, i giallorossi fecero sognare tutta Italia in Europa (ne parliamo qui sotto). Meno convincente fu la stagione di Inter e Milan, mentre continuarono a presentarsi come realtá sempre piú solide la Sampdoria di Mancini ed il Verona di Bagnoli. Ottima anche l'Udinese, spinta dal suo fuoriclasse brasiliano, mentre si mette in mostra Beppe Dossena con il Torino. Il mio Parma mi diede finalmente una grande gioia conquistando la promozione in Serie B sotto la guida di Marino Perani ed i tanti goal di Massimo Barbuti. Fu a quell'epoca che io iniziai a frequentare lo stadio Ennio Tardini, prima occasionalmente, poi sempre piú spesso.

Lo sponsor Ariston restó indelebilmente legato a quella Juve. Fa un certo effetto vedere Zoff in tuta sotto a Tacconi.


Erano anni in cui un giocatore della Dinamo Minsk poteva vincere la classifica dei cannonieri della Coppa dei Campioni.

Partiamo qui dalle "altre coppe" per poi dare piú spazio alla Champions in fondo alla sezione. In Coppa delle Coppe, la Juve di Trapattoni aggiunse un altro trofeo allo scudetto e si consoló per la sconfitta in Coppa Campioni dell'anno prima battendo il Porto in finale dopo aver sconfitto il Lechia Danzica, il PSG, i finlandesi dell'Haka ed il Manchester United nei turni precedenti. I portoghesi, capitanati da Fernando Gomes, erano arrivati alla finale eliminando i campioni in carica dell'Aberdeen di Alex Ferguson. Nella finale di Basilea, la Juve, in un'inedita tenuta gialloblu, chiusero la partita nel primo tempo grazie alle reti di Vignola e Boniek (Sousa per il Porto). Mi ricordo ancora la netta senzazione che mi provocó il palleggio breve e rasoterra dei portoghesi, un'anticipazione del tiki taka attuale.

Era dalla vittoria della Juve in Coppa Uefa nel 1977 che una squadra italiana non vinceva una coppa europea...

In Coppa UEFA, il Tottenham di Steve Archibald e Osvaldo Ardiles vinse la coppa superando ai rigori i campioni in carica dell'Anderlecht  (anni dopo venne fuori una storia di corruzione di un arbitro), in cui si nota la presenza di due giocatori molto noti in Italia anni dopo: Georges Grun (amato centrocampista del Parma) ed Enzo Scifo (ne sentiremo parlare ad Euro 1984). Per le italiane, il Verona uscí ai sedicesimi e l'Inter agli ottavi di finale, proprio contro l'Austria Vienna di Herbert Prohaska. La Coppa Libertadores invece, vede gli argentini dell'Independiente, guidati da Giusti, Marangoni e Burruchaga, sconfiggere i campioni in carica del Gremio, che schieravano ancora Renato .

Ho odiato Grobbelar per cosí tanto tempo... Amburgo-Juventus 1983 é la prima finale di Coppa dei Campioni che mi ricordo di guardare in TV. Peró Roma-Liverpool 1984 mi fece piangere e da lí diventai tifoso di tutte le squadre italiane in Europa. Fu sicuramente la finale di Champions che mi lasció piú triste con quella della Samp degli anni '90, davanti a quella del Milan contro il Liverpool o a quelle della Juve negli anni '10.

L'edizione della Coppa Campioni 1983-84 vede la Roma di Falcao, Conti e Pruzzo a rappresentare l'Italia, mentre le altre maggiori contendenti sono Liverpool (alla nona partecipazione consecutiva), Ajax, Benfica, Amburgo e Athletic Bilbao. Non mi stanco di ripetere che all'epoca vincere la Champions (ma anche solo parteciparvi e accumulare presenze o reti) era molto piú difficile dato che ci andavano solo quelli che vincevano il campionato o la coppa stessa l'anno prima. Anche in questa occasione, la formula non prevede una fase a gruppi, ma direttamente dei sedicesimi di finale con partite di andata e ritorno.


La Roma supera il non facile Goteborg ai sedicesimi, poi arriva in semifinale battendo due squadre dell'Est: il CSKA Sofia e la Dinamo Berlino. Nel frattempo, Amburgo ed Athletic Bilbao vengono eliminate da Liverpool e Dinamo Bucarest. In semifinale il Liverpool, trascinato da uno Ian Rush in forma smagliante, vince entrambe le partite contro i romeni e approda alla finale di Roma. Nell'altra semifinale, la Roma compie l'impresa battendo 3-0 il Dundee United nella gara di ritorno dopo aver perso per 2 a 0 all'andata in Scozia (entrambe le partite furono molto nervose dato gli insulti ricevuti dai romanisti all'andata e poi restituiti al ritorno; apparve anche una storia di corruzione anni dopo, io mi ricordo una grande Roma, guidata da un grande Pruzzo). In finale, gli inglesi, piú esperti grazie ai vari Ronnie Whelan, Graeme Souness e Kenny Dalglish, passano in vantaggio con Phil Neal (vizitato da un fallo su Franco Tancredi). Il solito grande combattente Pruzzo segnó il goal del pareggio, ma poi dovette uscire per infortunio. Nessuna delle due squadre segnó piú ed ai rigori (prima volta in una finale di Coppa Campioni) i cari Conti e Graziani fallirono dal dischetto (e dire che avevano sbagliato prima gli inglesi), incantati dagli odiosi balletti di Grobbelaar.

Il momentaneo pareggio di Pruzzo all'Olimpico. Che rabbia quella notte. Voglio molto bene a Bearzot, ma Pruzzo doveva entrare tra i titolari dell'Italia che provava a qualificarsi per gli Euro 1984 e poi per i Mondiali 1986.

Chiudiamo ancora con l'assegnazione del pallone d'oro 1984. A differenza dell'anno precedente, la competizione di quest'anno fu ovviamente influenzata dai Campionati Europei 1984, giocati in Francia e vinti dalla squadra di casa (ne parleremo in un post a parte, dove accenneremo anche alla Copa America giocatasi nel Novembre 1983).  La Francia fu nettamente la squadra migliore del torneo, soprattutto grazie al centrocampo Platini-Tigana-Giresse-Fernandez. Platini fu il dominatore assoluto con 9 goal. In effetti fece molto bene Elkjaer-Larsen con la Danimarca (a parte il rigore sbagliato in semifinale contro la Spagna), futuro campione del Verona.

Voto quindi volentieri anch'io per Michel Platini, vincitore di Scudetto, Coppa delle Coppe con la Juve e degli Europei con la Francia, oltre che capocannoniere in Serie A e agli Europei. Al secondo posto peró mi sembra piú corretto mettere Ian Rush, vincitore del campionato inglese (e capocannoniere) con il Liverpool, oltre che della Champions League. Per il terzo posto ero un po' indeciso, volevo premiare Roberto Pruzzo (secondo in campionato ed in Coppa Campioni, vincitore della Coppa Italia), Jean Tigana (campionato francese con il Bordeaux ed Europei con la Francia) o un giocatore importante dell'Athletic Bilbao (vincitore del campionato spagnolo e della Copa del Rey). Alla fine ho scelto Enzo Francescoli, protagonista nella vittoria dell Uruguay in Copa America. Sentiremo ancora parlare di lui.


É vero che si é screditato come Presidente dell'UEFA, peró in questi anni Michel Platini era considerato anche di piú di quello che fu Zidane piú tardi (per quanto considero il secondo piú forte): portó due volte la Francia in semifinale ai mondiali, oltre che alla vittoria agli Europei. Fu capocannoniere in Italia e protagonista assoluto degli scudetti e delle Coppe della Juve. Per anni fu considerato alla pari di Beckenbauer, Di Stefano e Cruyff nel gruppo di giocatori subito dietro Pelé.

Fonti per informazioni e snip:

- Wikipedia

- Transfermarkt.it

- storiedicalcio.altervista.org

- uefa.com

- passionemaglie.it

- Pinterest.it

- ilnobilecalcio.it

- Italia1910.com

- Solocalcio.com

- Fifa.com

- storiefuorigioco.altervista.org

- gameofgoals.it

- bdfutbol.com

- stadiosport.it

Nessun commento: