28 luglio 2023

ANNO x ANNO - Stagione 1984-85 - la tragedia dell'Heysel

 

Il titolo piú giusto sarebbe dovuto essere uno tra l'arrivo di Maradona in Italia e lo scudetto del Verona, peró la tragedia dello stadio Heysel (39 tifosi persero la vita nella ressa che cercava di fuggire alla violenza degli hooligans inglesi) fu troppo grande e lascio il segno sul calcio di quell'anno e degli anni successivi.

Eccoci ad un'altra puntata del progetto ANNO x ANNO. Questa é la stagione post Europei 1984, che ha visto il trionfo della Francia e la consacrazione mondiale di Michel Platini. In Serie A continuano ad arrivare grandi campioni, su tutti Diego Armando Maradona. Questa stagione fu completamente oscurata dalla tragedia dell'Heysel (ci andai in pellegrinaggio 5 anni dopo, durante l'Interrail), in cui morirono tanti tifosi ed a causa del quale il football inglese, padrone d'Europa da anni, fu bandito dalle competizioni europee per 5 anni.

Io ero in terza media a Collecchio e continuavo a giocare a calcio nel Cervo. Fu l'anno degli esami di Terza Media e la scelta delle superiori, a Parma. Avendo delle idee molto poco chiare, scelsi di andare a fare Ragioneria, un po' perché ci andavano anche i miei piu cari amici del momento (non piú Matteo Iotti, ma Michele Capanna e Michele Dallospedale), un po' perché un tempo in quel palazzo in fondo a Via Farini, vi erano andati a scuola e si erano conosciuti i miei genitori. 


INGHILTERRA

A livello di mercato, il Liverpool ha acquistato Jan Molby dall'Ajax, mentre il Manchester United ha acquistato Gordon Strachan dall'Aberdeen e Jesper Olsen dall'Ajax.  Questa volta il Liverpool devono cedere lo scettro ai cugini dell'Everton. La squadra di Kendall non ha grossissime individualitá ma vince il campionato per distacco ed arriva anche in finale di FA Cup, dove perde con il Manchester ai supplementari. Come vedremo piú sotto, l'Everton sará protagonista anche in Europa. Ma questa stagione nel football inglese verrá ricordata soprattutto per una serie di tragedie (non solo l'Heysel, anche l'incendio di Bradford) e per l'apice del fenomeno della violenza hooligan, che porterá ad un bando dei club inglesi dall'Europa e alla rifondazione dell'accoglienza del pubblico negli stadi.

SPAGNA

In questa stagione, il Barcelona vide l'arrivo dell'allenatore Terry Venables e dell'attaccante Steve Archibald, poi terzo in classifica cannonieri. Al Real Madrid arrivó Jorge Valdano, secondo in classifica cannonieri, futuro campione del mondo con l'Argentina e poi grande scrittore di cose di calcio. Inoltre inizió a mettersi in luce Michel, elegante esterno destro proveniente dalla seconda squadra, mentre all'Athletic Bilbao arrivó il campione d'Europa Luis Fernandez, di origine basche.  Questa volta peró il calcio basco non riuscí a mettere una squadra in cima alla classifica e il Barcelona, archiviata l'esperienza di Diego Armando Maradona, vinse lo scudetto davanti all'Atletico Madrid di Luis Aragones e del capocannoniere Hugo Sanchez, uno degli attaccanti piú forti che io abbia mai visto. La futura stella dei rivali del Real marcó anche la vittoria dell'Atletico in Copa del Rey sull'Athletic di Clemente con una doppietta. Il Real arrivó solo quinto e sostituí l'allenatore Amaro con Luis Molowny a fine campionato.

GERMANIA

A livello di mercato, Il Bayern acquistó tra altri Lothar Matthaus, futura stella del calcio tedesco e dell'Inter, oltre che capitano della Germania Campione del Mondo 1990. In un simbolico passaggio di consegne, lasció Monaco il grande Kalle Rummenigge che arricchirá la collezione di campionissimi e palloni d'oro della Serie A, approdando all'Inter. Proprio i bavaresi di Udo Lattek si ripresero il campionato davanti al Brema di Rehhagel e Voeller, vice-capocannoniere dietro all'eterno Klaus Allofs del Colonia, squadra arrivata terza in classifica. Deludente stagione per i campioni in carica dello Stoccarda, mentre il Bayern arriverá anche in finale della Coppa Nazionale, poi persa contro lo Uerdingen.

FRANCIA

Il mercato vide l'arrivo di Fernando Chalana al Bordeaux dal Benfica. Proprio il Bordeaux di Tigana e Giresse, rivinse il campionato davanti al Nantes del capocannoniere Yugoslavo Halilhodzic e al Monaco di Amoros ed Ettori. Questi ultimi si consolarono con la Coppa di Francia contro il PSG, che cambió nuovamente allenatore in corso di stagione.

ITALIA

Non potevo non metter Spillo Altobelli in questa carrellati di grandi giocatori italiani che per tradizione apre la sezione dedicata alla Serie A. Altobelli é stato uno dei simboli degli anni '80: protagonista nel 1982 pur partendo dalla panchina e poi tra i pochi azzurri a salvarsi sia nelle qualificazioni disastrose 1984, nei mondiali 1986 e negli europei 1988. Protagonista in Serie A in anni in cui avemmo la massima concentrazione di campioni stranieri. Un grande.

Nonostante la deludente assenza della nazionale azzurra agli Europei. La Serie A continuava a confermarsi come il campionato piú appassionante e ricco di stelle del mondo. La stagione 1984/85 fu forse uno degli apici di questa etá dell'oro ed in effetti se uno guarda alla lista dei nomi presenti in Italia, vede accostare mostri sacri come Zico, Platini, Maradona, Rummenigge, Falcao, Boniek, Laudrup, Socrates, Souness, Elkjaer, Junior e tanti altri.  La Juventus di Trapattoni, Campione d'Italia in carica, fece pochi ritocchi (tra cui Stefano Pioli dal mio Parma, oltre a vedere partite un altro pezzo della sua storia: Claudio Gentile e Beppe Furino, ritiratosi). L'Inter di Ilario Castagner, sembró puntare a giocatori esperti, oltre a Rummenigge, arrivarono Liam Brady dalla Samp e Causio dall'Udinese, insieme al piú giovane Andrea Mandorlini, futura colonna del biscione (partirono Hansi Muller e Ludo Coeck). Il Napoli fece l'acquisto dell'estate con Diego Armando Maradona ma si rafforzó anche con Salvatore Bagni (dall'Inter) e Daniel Bertoni (dalla Fiorentina), mentre lasció partire Palanca, Dirceu e Kroll. Alla Lazio debuttó il giovane Paolo Di Canio, mentre la Roma fece molte cessioni e pochi acquisti di nota, se non per un nuovo allenatore svedese: Sven Goran Eriksson.

La Sampdoria acquistó il grande Graeme Souness, oltre a Salsano (dal mio Parma), Moreno Mannini ed Evaristo Beccalossi. Ma soprattutto, arrivó dalla Cremonese Gianluca Vialli a costituire con Roberto Mancini una delle coppie piú famose del calcio italiano. L'Atalanta si assicuró Glenn Stromberg, castigatore dell'Italia nelle qualificazioni agli Europei (insieme a Dan Cornelliuson, che invece andó al Como dallo Stoccarda). La Fiorentina acquisí, oltre a Pellegrini dal Napoli e Gentile dalla Juve, il grande "dottore" Socrates. Al Torino arrivó il grande Leo Junior ed il promettente Aldo Serena, con cui costituirá una grande coppia sui calci d'angolo. L'Udinese prese Franco Selvaggi ed il giovane Andrea Carnevale.  Al Verona arrivarono Briegel, Elkjaer e Marangon, giocatori certamente non considerati di altissimo valore. Tra le novitá si posizionava il Milan del Presidente Giussy Farina: oltre all'arrivo dell'amato allenatore Nils Liedholm, approdarono al diavolo gli inglesi Wilkins e Hateley (quest'ultimo poi diede la copertina a questo post con un suo colpo di testa, non ho mai avuto tanti poster di un giocatore come con lui, all'epoca ero milanista sfegatato), Di Bartolomei, Terraneo e Virdis (partirono Blisset, Gerets e Spinosi).


Il suo arrivo a Napoli, il 5 Luglio 1984 é stato raccontato in tanti documentari, film, serie, libri ed articoli. 
Quell'anno arrivarono giocatori del calibro di Rummenigge, Socrates, Elkjaer, Junior e Souness. 
Peró qui parliamo di quello che diventerá (la parentesi di Barcelona aveva insinuato molti dubbi) il piú grande di sempre. 
La Storia del calcio, della Serie A e del Napoli non sará piú la stessa.

Le sorprese non si fanno attendere e alla prima giornata il Napoli di Maradona viene battuto seccamente per 3 a 1 dal Verona di Briegel. Nelle giornate successive, il Verona mostró che faceva sul serio, uscendo indenne dagli scontri con Inter, Juventus e Roma e rimanendo in testa alla classifica per tutto il girone di andata, con una sola sconfitta alla 15ma giornata. Al ritorno, l'Inter affiancó per una giornata il Verona in testa, ma poi il Torino si prese il ruolo di principale rivale dei gialloblu. Il campionato rimase in bilico fino alla fine, ma il Verona non perse mai la vetta ed il 15 Maggio 1985, si laureó campione d'Italia (sará l'unico successo di una squadra provinciale nel dopo-guerra: Cagliari, Bologna, Fiorentina, Samp, Lazio o Napoli sono sicuramente outsiders, ma comunque capitali di regione). Delude Socrates con la Fiorentina, mentre a Roma scoppia un caso Falcao. Elkjaer (famoso un suo goal senza una scarpa) invece divenne un idolo a Verona, cosi come Junior a Torino


Tutti si aspettavano scontri stellari tra la Juve di Platini, l'Inter di Rummenigge ed il Napoli di Maradona. Invece il Verona operaio di Osvaldo Bagnoli sorprese tutti. Pieno di giocatori scartati da altre squadre e con desiderio di rivincita come Garella, Fanna, Galderisi, Di Gennaro, Fontolan e gli stessi Briegel ed Elkjaer, i gialloblu fecero in campionato di calcio concreto ma senza paura . Dietro di loro, seconda sorpresa il Torino di Gigi Radice, illuminato da Junior, Dossena e Serena. Terza l'Inter di Castagner, grazie alle reti di Altobelli, vice-capocannoniere. Platini rivinse la classifica dei cannonieri, ma la sua Juve, probabilmente concentrata sulla Coppa Campioni, arrivó solo sesta, superata anche da Sampdoria e Milan, mentre il Napoli si dovette accontentare dell'ottavo posto. Proprio la Sampdoria e Milan, sorprese positive della stagione, si ritrovarono in finale di Coppa Italia, dove i doriani trionfarono grazie alle reti, guarda caso, di Mancini e Vialli. Il mio Parma, putroppo, retrocesse subito dalla Serie B alla C1, nonostante l'avvicendamento di tre allenatori diversi, probabilmente anche per le cessioni di Pioli e Salsano. Iniziano a mettesi in luce giocatori come Roberto Mussi e Nicola Berti, poi protagonisti in Serie A.

Giocatori come Fanna, Tricella, Di Gennaro e Galderisi sembravano poter essere anche una nuova linfa per la nazionale in vista dei mondiali del Messico. Purtroppo, secondo me, furono solo promesse mantenute a metá e complicarono ancor piú le difficili scelte che aveva davanti Bearzot.


Erano anni in cui Rapid Vienna o Videoton potevano raggiungere una finale. 
In Libertadores intanto si mette in mostra un certo Claudio Borghi... ne sentiremo parlare ancora.

Partiamo qui dalle "altre coppe" per poi dare piú spazio alla Champions in fondo alla sezione. In Coppa delle Coppe, l'Everton di Howard Kendall completa la brillante affermazione in campionato andando a vincere la coppa in finale contro il Rapid Vienna del grande Antonin Panenka. La Roma di Sven Goran Eriksson (giá vincitore di una Coppa UEFA con il Goterborg nel 1982 e finalista nella stessa coppa con il Benfica l'anno dopo), dopo aver eliminato Steaua Bucarest ed i gallesi del Wrexham, si arena ai quarti contro il Bayern. In Coppa UEFA, il Real Madrid, che giá puó schierare una squadra che include Chendo, Sanchis, Camacho, Michel, Gallego, Butragueno, Santillana e Valdano, si impone in finale sugli ungheresi del Videoton, in cui spicca il cannoniere della competizione, Jozsef Szabo. Per le italiane, la Fiorentina si ferma ai sedicesimi (contro l'Anderlecht), mentre l'Inter raggiunge le semifinali (dove perderá proprio con il Real, ricordo tantissimo la terribile delusione che ebbi a vedere il doppio confronto - macchiato dalla vicenda della biglia in testa a Bergomi: Inter che vince 2 a 0 all'andata e poi perde 3 a 0 al ritorno per la doppietta di Santillana ed il goal di Michel) dopo aver eliminato Sportul Studentesc, Glasgow Rangers, Amburgo e Colonia. La Coppa Libertadores invece, vede gli argentini dell'Argentinos Junior, di cui si conoscono in particolare Sergio Batista, Claudio Borghi e Dely Valdes, sconfiggere i colombiani dell' America de Cali, che schieravano l'argentino Ricardo Gareca.

Doveva essere la sera in cui la Juve si riprendeva ció che le spettava due anni prima con l'Amburgo (e lo faceva anche per Zoff e Gentile), la sera in cui si poteva dare al Liverpool la delusione che loro ci avevano dato l'anno prima. Invece di quella finale ci si ricorda molto poco, e' stato un spettacolo surreale anche per i giocatori. Per la Juve, la magra soddisfazione di essere la prima squadra europea ad aver vinto le tre principali competizioni UEFA.

L'edizione della Coppa Campioni 1984/85 vede la Juve di Platini, Boniek, Rossi, Cabrini e Tardelli a rappresentare l'Italia, mentre le altre maggiori contendenti sono Liverpool (campione in carica), Bordeaux, Benfica, Goteborg, Stoccarda e Athletic Bilbao. Non mi stanco di ripetere che all'epoca vincere la Champions (ma anche solo parteciparvi e accumulare presenze o reti) era molto piú difficile dato che ci andavano solo quelli che vincevano il campionato o la coppa stessa l'anno prima. Anche in questa occasione, la formula non prevede una fase a gruppi, ma direttamente dei sedicesimi di finale con partite di andata e ritorno.

La Juventus supera i finlandesi dell'Ilves ai sedicesimi, poi arriva in semifinale vincendo in modo convincente contro Grasshoppers (6-2 complessivo) e Sparta Praga (3-1). Nel frattempo, lo Stoccarda esce ai sedicesimi, il Benfica agli ottavi ed il Goteborg ai quarti. Il Liverpool, che rimane una squara solida e piena di giocatori esperti, raggiunge facilmente la finale sbarazzandosi del Panathinaikos (5-0 complessivo), mentre la Juve rischia di subire la rimonta del Bordeaux di Tigana e Giresse: infatti i bianconeri vincono 3 a 0 a Torino ma poi subiscono il 2 - 0 al ritorno. La finale, giocata piú che altro per motivi di ordine pubblico su richiesta della UEFA, la risolve Platini, capocannoniere della competizione, con un rigore (inesistente, il fallo su Boniek era abbondantemente fuori area, ma nessuno ha voglia di protestare) nel secondo tempo. Verso la fine della partita giocherá anche Cesare Prandelli, poi amato allenatore di Parma, Fiorentina e della Nazionale. Nella Juve, saranno le ultime partite degli eroi mundial Rossi e Tardelli, oltre che di Zibi Boniek. Per le squadre inglesi inizia un lungo esilio dalle competizioni europee.


Il rigore vincente di Platini nella finale di Bruxelles. La sua esultanza dopo il goal, e quella dei giocatori a fine partita furono decisamente fuori posto.


Chiudiamo ancora con l'assegnazione del pallone d'oro 1985. A differenza dell'anno precedente, la competizione di quest'anno non fu influenzata dal competizioni per squadre nazionali.  Platini vinse il suo terzo pallone d'oro consecutivo, andando a superare gente come Beckenbauer, Cruyff e Rummenigge. Dietro di lui arrivó Elkjaer, simbolo del Verona campione d'Italia (il che mostra ancoa una volta quanto il nostro campionato fosse centrale nelle gerarchie mondiali, un po' come la Premier oggi), seguito da Bernd Schuster, protagonista nella vittoria del Barcelona in Liga.

Questa volta faccio fatica a dissentire con questi verdetti. Diciamo che se l'Everton (vincitore del campionato inglese e della Coppa delle Coppe oltre che finalista in FA Cup), avesse avuto un giocatore di spicco, questi sarebbe dovuto entrare di forza nei primi tre. Peró confesso di non ricordare bene i protagonisti di quell'annata incredibile. Le Roy Michel rivinse la classifica cannonieri in Italia (anche qua, tre di fila), in un anno in cui competeva con il gotha del calcio mondiale. Poi vinse la Coppa Campioni da protagonista, a dispetto della tragica nottte contro il Liverpool. Anche il Verona assomiglia un po' all'Everton, nel senso che fu una vittoria della collettivitá (assomiglia molto all'Atalanta di Gasperini dei giorni nostri in questo senso). Se dovessimo scegliere un simbolo, quello sarebbe Elkjaer. Per il terzo posto, mi discosto leggermente e stavolta inserisco Jean Tigana, nuovamente campione di Francia con il Bordeaux ed anche semifinalista in Coppa Campioni. 


Non é uno dei giocatori piú forti di cui si parlerá in questo blog. Peró in quella stagione fu assolutamente irresistibile. Segnó anche senza scarpa. Certa aveva una squadra che dava l'anima dietro di lui.

Tra gli italiani direi che quell'anno si misero in luce specialmente Tricella, Galderisi, Di Gennaro, Fanna, Garella, Dossena ed il solito Altobelli. Non male anche Roberto Mancini con la Samp e un certo Franco Baresi con il Milan, che stava sempre piú prendendo i panni del leader.

Fonti per informazioni e snip:

- Wikipedia

- Transfermarkt.it

- storiedicalcio.altervista.org

- uefa.com

- passionemaglie.it

- Pinterest.it

- ilnobilecalcio.it

- Italia1910.com

- Solocalcio.com

- Fifa.com

- storiefuorigioco.altervista.org

- gameofgoals.it

- bdfutbol.com

- stadiosport.it

- interlive.it

22 luglio 2023

ANNO x ANNO - Europei 1984

 Non sono riuscito a trovare molte foto della Nazionale Italiana durante la (per noi tristissima) fase di qualificazione agli Europei di Francia. Come sempre, il Blog 'Storie di Calcio' é la fonte migliore per questi anni. Questa foto é del Maggio 1983, l'Italia, in formazione Mundial, va in trasferta in Svezia (e purtroppo perderá la partita). Questa sará l'ultima partita del grandissimo Dino Zoff (che solo 4 giorni prima aveva perso con la Juve la finale di Coppa Campioni contro l'Amburgo) in azzurro. Ovvero la fine di un'epoca (interessante il parallelo con il Gigi Buffon di Italia-Svezia 2017). Dopo questa partita, Bearzot inizierá a fare nuovi esperimenti in vista dei Mondiali 1986 in Messico.

L'edizione degli Europei del 1984 vide la partecipazione di 8 squadre: la Francia come paese ospitante e altre 7 squadre provenienti da 7 gruppi di qualificazione per un totale di 32 squadre (partite di andata e ritorno, passava solo la prima del gruppo). Prima delle fasi finali del torneo dobbiamo infatti parlare dei gruppi di qualificazione perché l'Italia si fermó lí, purtroppo (un grazie particolare al sito italia1910.com perché lí si possono trovare i tabellini ed i video di tutte le partite azzurre). 

I Gruppi di Qualificazione (Maggio 1982 - Dicembre 1983)

L'Italia fu sorteggiata nel Gruppo 5, insieme a Romania, Svezia, Cecoslovacchia (nostra avversaria nella finalina del 1980) e Cipro. Dopo la vittoria ai Mondiali di Spagna, gli azzurri avevano giocato la loro prima amichevole a fine Ottobre 1982, perdendo per 1 a 0 all'Olimpico contro la Svizzera (questa partita, arbitrata da Coelho, come la finale Mundial, fu la prima sconfitta casalinga dell'Italia dopo 11 anni). Dopodiché, i ragazzi di Bearzot giocano la loro prima partita di qualificazione a Novembre 1982 contro la Cecoslovacchia a San Siro. Bearzot schiera la formazione classica del mondiale con Bergomi per Cabrini, Marini per Oriali ed Altobelli per Graziani. Finisce 2 a 2, con l'Italia che si riprendere per due volte dagli avversari (fa effetto rivedere San Siro con il terreno cosí pesante, non succede piú da anni oramai). 

A Dicembre 1982, l'Italia affronta la Romania di Boloni, allenata da Mircea Lucescu. Si gioca a Firenze e Bearzot schiera Franco Baresi tra i primi 11 al posto di Scirea. Finisce 0 - 0 nonostante i romeni siano in 10 dal 55mo. Conti sbaglia un'occasione clamorosa nel finale. L'Italia torna in campo a Febbraio 1983 in trasferta a Limassol, Cipro. Gli azzurri (tra i quali si vede Carletto Ancelotti nel secondo tempo) fanno una bruttissima figura e pareggiano 1 a 1 grazie ad un autogoal (bello il servizio di Galeazzi, morto da poco). Si capisce che la situazione é sempre piú disperata. Ad Aprile 1983, la trasferta di Bucarest contro la Romania é giá decisiva. L'Italia deve assolutamente vincere e Bearzot continua ad affidarsi ai suoi talismani: dopo aver schierato Causio a Cipro, richiama addirittura Bettega. Invece finisce 1 - 0 per i romeni. Come spesso nelle partite precedenti, Dossena sostituisce Antognoni nel secondo tempo. 

L'agonia italiana continua a Maggio 1983, quando l'Italia perde 2 - 0 a Goteborg contro la Svezia (segna anche Glenn Stromberg, futura bandiera dell'Atalanta dal 1984 al 1992). É uno spartiacque: Bearzot schiera per l'ultima volta la squadra di Italia - Brasile 1982: Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani. Quella che noi che c'eravamo avevamo imparato a memoria come un mantra. Fu l'ultima partita di Dino Zoff, uno dei piú forti portieri di sempre e persona tutta d'un pezzo (per quanto non simpaticissimo quando lo incontravo al mare a Punta Ala). L'Italia é matematicamente fuori dalle fasi finali degli Europei, finisce prestissimo, troppo presto, l'epopea degli eroi di Spagna, e Bearzot inizia a fare esperimenti in vista dei Mondiali 1986: come altre volte in futuro, il troppo amore (tra Bearzot ed i suoi giocatori, tra la federazione ed il grande CT) non aiutó a fare scelte lucide. Tra le poche certezze vi sono Cabrini, spesso capitano, ed Altobelli, uno dei migliori marcatori azzurri di sempre.

Una delle ultime parate della grandissima carriera di Dino Zoff, Campione d'Europa e del Mondo in maglia azzurra.

L'Italia torna in campo solo ad Ottobre 1983, vincendo un amichevole a Bari contro la Grecia per 3 a 0. Bearzot prova Ivano Bordon e Giovanni Galli in porta, Pietro Vierchowod e Franco Baresi in difesa, Salvatore Bagni, Ancelotti e Dossena a centrocampo, Bruno Giordano in attacco. I timidi entusiasmi per una vittoria che non arrivava dalla finale del Mondiale 1982, vengono spenti 10 giorni dopo quando l'Italia, che schiera le stesse novitá di 10 giorni prima, perde 3 a 0 in casa a Napoli contro la Svezia (doppietta di Stromberg). Dev'essere questa la partita in cui Bearzot si convince che Franco Baresi non puó essere il sostituto di Scirea, perché a Novembre 1983, in trasferta a Praga contro la Cecoslovacchia, il CT schiera Ubaldo Righetti, difensore della Roma. Va male anche questa volta e l'Italia perde 2 a 0. La bruttissima campagna degli azzurri si conclude a Perugia con una vittoria (l'unica di questi gironi, troppo poco per dei campioni del mondo) per 3 a 1 su Cipro (reti di Altobelli, Cabrini e Rossi). In quell'occasione Bearzot schiera Franco Baresi come mediano

Tra qui e gli europei, l'Italia giocherá solo amichevoli (5 a 0 casalingo al Messico con tripletta di Rossi; 2 a 1 alla Turchia in trasferta; 1-1 casalingo con la Cecoslovacchia; sconfitta 1-0 a Zurigo contro la Germania Ovest in una partita per celebrare gli 80 anni della FIFA; 2-0 in trasferta in Canada, 0-0 negli USA). In questa fase ormai si notano cambiamenti quasi stabili come Bergomi per Gentile, Vierchowod per Collovati, Bagni per Tardelli, Dossena per Antognoni ed Altobelli per Graziani, mentre continua la staffetta Bordon-Galli e l'esperimento di Baresi mediano; a volte si vedono in campo anche Daniele Massaro, Sebastiano Nela, Sergio Battistini, Antonio Sabato e Pietro Fanna. Tornando ai gruppi di qualificazione, l'Italia finirá il girone di qualificazione con soli 5 punti, penultima davanti a Cipro. La Romania vince il girone con 12 punti davanti a Svezia (11 punti ) e Cecoslovacchia (10 punti). Vediamo ora le vincitrici negli altri gironi.

Le altre escluse eccellenti sono Inghilterra ed Olanda (dove un certo Ruud Gullit si mette in mostra con 5 reti). La Spagna passa davanti agli olandesi con una sospetta vittoria per 12 a 1 su Malta. Capocannoniere di questa fase é il vecchio Kalle Rummenigge, davanti allo spagnolo Santillana.

Le Fasi Finali

I due gironi all'Italiana da 4 squadre ciascuno vedono, da una parte, i padroni di casa della Francia trovarsi contro Belgio, finalista 4 anni prima, Danimarca e Jugoslavia, mentre dall'altra parte i campioni in carica della Germania Ovest devono affrontare Spagna, Portogallo e Romania. Questa volta, a differenza dell'edizione 1980, invece di passare direttamente dai gruppi alle finali, si giocano anche delle semifinali, incrociando la prima di un gruppo con la seconda dell'altro. Qui tutta la presentazione del torneo sul sito UEFA. Vediamo un po' chi sono i nomi principali delle varie squadre in campo.

- Francia: i francesi, semifinalisti a Spagna 1982, sono i favoriti. Il bianconero Michel Platini, Pallone D'Oro 1983, é la stella di un centrocampo formato anche da Tigana, Giresse e Fernandez.
- Danimarca: i danesi hanno una squadra molto competitiva e possono mettere in mostra campioni (alcuni sono o saranno protagonisti in Serie A) come Olsen, Lerby, Elkjaer e Berggreen, oltre al giovane Michael Laudrup.
- Belgio: Il Belgio é una delle squadre favorite (nonostande abbia fuori vari campioni dello Standard Liegi per illecito sportivo), potendo schierare una generazione di campioni affermati come Pfaff, Vandereycken, Coeck, Ceulemans e giovani promettenti come Grun, Claesen ed Enzo Scifo (anche qui, ne vedremo alcuni in Italia).
- Jugoslavia: Non é ancora il dream team di fine anni '80, ma comunque puó schierare gente come Katanec, Vujovic e Stojkovic.

- Germania Ovest: É ancora la corazzata del 1980 o 1982, la lista dei nomi é lunghissima. Tra i nuovi innesti si possono notare Rudi Voeller, Lothar Matthaus e Andreas Brehme, futuri protagonisti del nostro campionato e della nazionale tedesca.
- Portogallo: i lusitani sono capitanati dal vecchio portiere Bento. In campo possono schierare anche Chalana, Fernando Gomes, e Jaime Pacheco.
- Romania: i romeni di Mircea Lucescu schierano le certezze Boloni ed Ungureanu, mentre fa la sua apparizione il giovane Gheorghe Hagi, poi divenuto famoso come il Maradona dei Carpazi.
- Spagna: le furie rosse sono allenate dal mito Miguel Munoz, uno degli allenatori piú vincenti della storia. Tra i convocati, tantissime facce note di Real Madrid ed Athletic Bilbao: Gokoetxea, Santillana, Gallego, Zubizarreta, oltre al capitano Arconada, Rafael Gordillo ed il giovane Emilio Butragueno.


Nel Gruppo A la Francia ed il Belgio partono forte battendo rispettivamente la Danimarca e la Jugoslavia alla prima partita. Nel secondo turno, si affrontano nello scontro diretto e la Francia schianta i cugini del Belgio per 5 a 0 con una tripletta di Platini, mentre la Danimarca si libera facilmente della Jugoslavia. Nel terzo turno, Platini segna un'altra tripletta contro la Jugoslavia, mentre la Danimarca si guadagna il secondo posto battendo il Belgio per 3 a 2 al termine di un'emozionante rimonta. Il Belgio é fuori, ricordo che io rimasi molto sorpreso perché avevo visto in campo un ottimo Scifo.


Il Gruppo B si riveló molto equilibrato. Nel primo turno la Germania pareggió 0-0 con il Portogallo, mentre la Spagna veniva bloccata sull'1-1 dalla Romania. Nel secondo turno, la Germania prevalse 2a1 sulla Romania grazie ad una doppietta di Voeller, mentre la Spagna pareggiava 1a1 in rimonta con il Portogallo. Nell'ultimo turno, la Spagna fece il colpaccio battendo 1 a 0 la Germania al 90mo minuto, mentre il Portogallo batté 1 a 0 l Romania. La Germania fu cosí sorprendentemente elminata, mentre Spagna e Portogallo arrivarono a pari punti, con la Spagna prima del girone per aver segnato un goal in piú.

Anche le semifinali furono molto combattute. La Spagna si guadagnó la finale battendo la Danimarca solo ai rigori (1 a 1 nei tempi regolamentari), mentre la Francia batté il Portogallo per 3 a 2 solo grazie ad una rete del solito Platini al 119mo minuto dei supplementari (anche qui 1 a 1 nei 90 minuti). La finale del Parco dei Principi rispettó le previsioni della vigilia con una netta vittoria per 2 a 0 dei francesi sugli spagnoli, che vide l'ennesima rete del capitano  Michel Platini (anche se la papera di Arconada fu determinante), capocannoniere del torneo con ben 9 reti (il secondo ne fece solo 3). Alcune delle reti furono stupende e le Roy Michel é considerato il miglior giocatore del mondo. Fu la prima grande affermazione dei Bleus e rimase la squadra piú forte della sua storia almeno fino a quella del periodo 1998-2006 o 2018-... Bellisima anche la sua seconda maglia. Qui tutti i goal della competizione. Ora qualche foto.

La formazione francese


La fatidica punizione di Platini, su cui Arconada fece un errore che si riveló decisivo.


Platini alza la Coppa alla fine di una cavalcata senza ombre. Si avvia al suo secondo di tre palloni d'oro consecutivi

Chiudiamo ricordando che nel 1984 si giocó anche la Coppa d'Africa (vinse il Camerun sulla Nigeria) mentre nel 1983, l'Uruguay di Francescoli ed Aguilera (presenze note nel nostro campionato negli anni successivi) vinse la Copa America sul Brasile di Roberto Dinamite (Paraguay e Peru eliminate in semifinale).





Fonti Utilizzate (per informazioni e snip):

- ilpallonenellarete.wordpress.com

- calciopro.com

- Wikipedia

- Transfermarkt.it

- storiedicalcio.altervista.org

- uefa.com

- passionemaglie.it

- Pinterest.it

- ilnobilecalcio.it

- Italia1910.com

- Solocalcio.com

- Fifa.com

- storiefuorigioco.altervista.org

- gameofgoals.it

- panorama.it

13 luglio 2023

Classifica dei migliori allenatori di sempre - aggiornamento 2023 - il grande balzo di Pep

 

Non l'ho messo in copertina per la finale di Champions o il Bilancio di Stagione perché sapevo che sarebbe finito qui. Giá secondo di sempre nonostante sia ancora molto giovane come allenatore. Puó arrivare piú in alto di tutti. É simbolico che abbia vinto la sua prima Champions senza il Barcelona e senza Messi nella stagione in cui quest'ultimo ha coronato il sogno del mondiale.  (snip da eldebate.com) 

Eccoci quindi all'ultimo appuntamento di questa lunga stagione che ha visto i campionati e le coppe europee e nazionali intervallate dai primi Mondiali invernali della storia del calcio. Abbiamo aspettato anche che finisse questa edizione della Nations League (e delle partite di qualificazioni per gli Europei 2024) per fare un bilancio della stagione ed assegnare il nostro Pallone d'Oro

Oggi invece e' il momento di aggiornare la nostra Classifica dei Migliori Allenatori di Sempre. Per chi fosse interessato, qui si trova l'aggiornamento dopo la stagione 2019/2020, qui quello dopo la stagione 2020/21, e qui quello per la scorsa stagione. Per le regole di attribuzione dei punti ed i criteri utilizzati, andate qui

Piú sotto presento la classifica generale dei primi 16 allenatori, gli unici che, come lo scorso anno, sorpassano i 200 punti. La lista completa include 682 allenatori (aumentano ogni anno con i nuovi allenatori che vincono trofei o si piazzano in alto, ad esempio l'allenatore del Marocco o Vincenzo Italiano con la Fiorentina). Di questi: 

- 134 allenatori hanno sorpassato i 50 punti: quest'anno li hanno raggiunti o passati Inzaghi, Pioli, Dalic e Scaloni.

- 69 allenatori hanno sorpassato i 100 punti (quest'anno hanno fatto balzi in avanti Tuchel e Deschamps).

- solo 33 allenatori hanno sorpassato i 150 punti (quest'anno ha fatto un balzo in avanti Felipe Scolari, si ancora lui!).


Ormai abbiamo capito che questa classifica si muove molto lentamente. Quest'anno peró vi é stato un cambio molto grosso, con Guardiola che, grazie al suo triplete, é balzato dal quinto al secondo posto, scavalcando, Ancelotti, Mourinho ed il nostro Giovanni Trapattoni. Il grande allenatore italiano é stato oltrepassato anche da Ancelotti ed é ormai insidiato da Mourinho, a cui basterá una finale di Coppa Italia per superarlo.

Ma torniamo a Guardiola. Questa classifica premia il lavoro dell'allenatore catalano, sicuramente l'allenatore con l'influenza piú tangibile sul mondo del calcio. Considerando la sua etá, penso sia l'unico che possa andare a sorpassare Ferguson. É giá primo per punti derivanti dalla Champions (davanti ad Ancelotti) e terzo per punti derivanti dai campionati nazionali.

Si é parlato molto della sfida con Klopp e Tuchel, ma questi ultimi sono rispettivamente a 178 e 120 punti, ovvero un altro paio di maniche. Io penso che Guardiola ora sia ancora piú completo perché lo vedo piú pragmatico, meno dogmatico (anche Ancelotti ebbe un percorso simile).

Facciamo ora qualche altra considerazione generale:
  • Ai primi 5 posti vi sono tre allenatori in attivitá (33 sui 134 che hanno piú di 49 punti). Questo ci dice quanto il nuovo sistema Champions inserito a fine anni '90 abbia facilitato la vita agli allenatori delle grandi squadre (anche a livello di concentrazione di forza/capitali). Mi domando quanti punti avrebbe Trapattoni con questo sistema.
  • Helenio Herrera continua ad essere l'unico sudamericano tra i sedici che hanno superato i 199 punti, anche se Scolari sta per entrare nel Club e Scaloni sta facendo balzi enormi.
  • Nove dei 33 allenatori in attivitá che hanno superato i 49 punti sono italiani (22 sui 134 totali, la Germania ne ha 16 come l'Argentina e la Spagna 15, Inghilterra e Francia sono piú indietro). Siamo gli unici con due allenatori oltre i 300 punti.  
  • Quest'anno niente progressi per Mancini, Allegri o Conte, mentre hannno fatto punti Spalletti, Sarri, Inzaghi e Pioli. Sopra i 100 punti troviamo, in ordine: Ancelotti, Trapattoni, Lippi, Capello, Rocco, Allegri, Mancini, Sacchi, Ranieri, Conte.
  • La prossima stagione, oltre che dalle competizioni per club, possibili cambiamenti potranno venire da Europei e Copa America (sembra pochissimo dal fantastico 2021!).




04 luglio 2023

STAGIONE 2022-23 - Il mio Pallone D'Oro


Difficilissimo scegliere quest'anno. Devo ammettere che ho perfino cambiato idea mentre scrivevo il post, passando da Messi, a De Bruyne per poi finire con il piú previsto... ovvero questo 37nne qui sopra...  (snip da rivistaundici.com)

Eccoci dunque al mio voto personale sui migliori giocatori della stagione 2022-23. Nel 2022 nel 2021, il premio era andato a Karim Benzema (PdO ufficiali a Benzema e Messi); Nel 2020 a Robert Lewandowski (PdO ufficiale non assegnato) e nel 2019 a Sadio Mané (PdO ufficiale a Messi). Lo scorso anno la votazione era stata abbastanza semplice perché Benzema era stato il protagonista di un Real vincente in Champions e Liga, insidiato solo dalle ottime prestazioni di Sané con il Liverpool e la vittoria in Coppa d'Africa. Infatti é stato l'unico anno in cui il mio premio ha coinciso con quello formale.

Quest'anno é molto piú complicato perché, in una stagione lunghissima, abbiamo visto, da una parte, un mondiale molto combattuto e deciso da episodi, che alla fine a visto una finale tra l'Argentina di Messi e la Francia di Mbappé. Dall'altra abbiamo visto il City prevalere nettamente nella stagione per Club dopo aver oltrepassato un bellissimo Arsenal che aveva dominato la stagione di Premier, battuto un Manchester United in forte risalita e completato il triplete al termine di una finale di Champions contro un'Inter sorprendentemente competitiva e che avrebbe meritato qualcosa di piú.

Come ormai d'abitudine, ho preparato una tabella che cerca di elencare i giocatori che piú si sono messi in luce in questa stagione elencando i punteggi ottenuti dalle loro squadre (nazionali o di club). I punteggi della tabella qui sotto sono basati sulla stessa modalitá della mia speciale classifica allenatori (la aggiorneró in un prossimo post). Come noterete, ho cercato di focalizzare la mia attenzione sui giocatori che piú si sono distinti quest'anno con nazionale o club (meglio ancora se con entrambi), sicuramente ne avró perso di vista qualcuno. Ho continuato a lasciare fuori il portiere Dibu Martinez (obiettivamente fortisismo al mondiale), perché non lo rispetto a livello sportivo.

Prima di esprimere la mia (sicuramente controversa) scelta dei migliori tre giocatori di questa stagione, vorrei offrire qualche commento sparso per inquadrare la questione, almeno dal mio punto di vista:

- Se il giudizio si fosse basato sulla sola stagione per club, la discussione sarebbe tutta legata a chi tra i giocatori del Manchester City sarebbe piú meritevole (con probabilmente il capocannoniere Haaland favorito su capitan Gundogan o su Rodri, che gode di un'ottima stampa (anche se secondo me i commenti sono influenzati da quanto mostrato nell'ultima parte di stagione con City e Spagna, dato che nella prima parte si sono visti piú Bernardo Silva o De Bruyne). 

- Se il giudizio si fosse basato sulla stagione delle Nazionali, i Mondiali avrebbero giustamente fagocitato ogni considerazione e Messi avrebbe prevedibilmente vinto su Mbappé, capocannoniere dei Mondiali. Come prevedevamo, tra l'altro, a mesi di distanza del Mondiale, tanti distinguo che aveamo fatto durante il bilancio finale sono svaniti e rimane appiattita la sensazione di una lunga cavalcata di Messi verso il titolo che tanto gli mancava, una vera saga Hollywodiana.

- Dovendo invece mescolare entrambe le stagioni, penso che alcuni giocatori che hanno fatto un ottimo mondiale (come Griezmann, Di Maria o Amrabat), faranno fatica ad essere ricordati nel contesto di una stagione cosí lunga. É piú facile invece ricordarsi per prestazioni o titoli conquistato nell'arco di vari mesi come nel caso della bellissima stagione offerta dai giocatori del Napoli, dell'Arsenal (come sarebbe andata a Saka se l'Arsenal vinceva la Premier?), dell'Inter o del Benfica.

- Ammetto che la scelta dei giocatori che piú si sono messi in luce in un determinato club o nazionale é molto soggettiva e per questo discutibile. Sono sicuro che alcuni avrebbero voluto vedere giocatori come Grealish, Stones, Perisic, Giroud, Navas, Leao, Martinelli, Rice o altri ancora in questa classifica. Ho cercato di indicare quelli per me piú significativi, dando anche una menzione ad altri che secondo me sono stati protagonisti senza guadagnare troppi punti, come Rashford o Joao Mario.

- Provo a dare un paio di esempi: se stessimo puramente sui punti Alvarez farebbe il pieno, avendo vinto il Mondiale con l'Argentina ed il triplete con il City. Io peró riconosco che sia stato protagonista al Mondiale ma non centrale nei successi del City (un po' come Raspadori per il Napoli). Allo stesso modo, anche Lautaro potrebbe oltrepassare Messi data la vittoria al Mondiale ed i risultati con l'Inter. Ho giudicato peró che il Toro fosse stato protagonista (a livello da Pallone D'oro almeno) solo con l'Inter in questo caso.

- C'é poi il fatto che, come si puó notare dai miei post sugli anni passati, i punti non riflettono totalmente il valore di una stagione (sennó nel 2021 doveva vincere Jorginho, Campione d'Europa con club e nazionale). Vi sono tanti aspetti impalpabili che entrano in gioco, come certe giocate, soprattutto se fatte in certe partite o momenti determinanti della stagione (come sarebbero state le valutazioni di Vinicius, Lautaro o Leao se, grazie ad una loro giocata, le loro squadre avessero vinto la Champions? Di certo c'é che, da questa stagione appena passata, si conferma che CR7 é fuori dal calcio che conta.

- Ritorno infine ai punti giá menzionati nel post di saluto a PELÉ, ovvero quanto siano pesanti la nazionale di appartenenza di un giocatore (se giochi per Argentina o Francia hai piú possibilitá di trovarti tra i candidati piú forti in un anno di Mondiali o Europei/CopaAmerica). Io tra l'altro non vedo il Pallone D'Oro come il premio al giocatore piú forte del mondo in quel momento (Klopp diceva che lo avrebbe vinto sempre Messi, ormai direi che potrebbe peró vincerlo Mbappé se questo fosse il criterio), ma a premiare una stagione specifica.

Direi quindi che, dopo questo mio pippone sulla filosofia del PdO, sono pronto a dare i miei verdetti, e credo in tanti non saranno d'accordo con me (la maggior parte lo vede uno scontro tra Messi e Haaland):

- metto al terzo posto Kevin De Bruyne. Penso che il belga ci abbia deliziato con giocate stupende quest'anno, sia come assist che come goal, anche molto pesanti (vedi semifinali con il Real Madrid). É vero che qui potrebbero starci benissimo anche Bernardo Silva o Gundogan, peró credo che De Bruyne lo meriti per la classe mostrata in tutti questi anni e anche perché molto del successo di Haaland é dovuto al suo lavoro. Só che sembrerá stranissimo tra l'altro che un vincitore del triplete non sia sopra tutti. Metto appena sotto il podio le fantastiche annate di Vinicius, Lautaro, Osimhen e Saka, secondo me bravissimi.

- metto al secondo posto Leo Messi. É vero che durante il resto dell'anno si é visto molto poco ed ha finito molto male la sua esperienza nel PSG e nel calcio europeo. É vero che ho dei dubbi sulla spinta ricevuta dall'Argentina e da Messi in questo mondiale. Peró l'impresa é stata talmente grossa (come valore, anche simbolico), con tanti nuovi record stabiliti da Messi, con episodi iconici (i goal con Messico e Australia, gli assist con Olanda e Croazia) e con un ruolo da capitano e leader assoluto alla Maradona, che immagino sará il candidato numero 1 alla vittoria del PdO ufficiale.

- metto al primo posto Luka Modric. Si lo só che sorprenderá molti dato che alla fine Modric non ha vinto nulla. Peró secondo me é stato quello piú costante e presente durante l'anno, con club e nazionale. Con il Real ci ha ri-deliziato come nella stagione precedente con bellissime giocate (riguardatevi la sequenza del pareggio di Vinicius nella semifinale di andata con il City). Ha poi portato una Croazia ormai a fine ciclo alle semifinali dei mondiali e alle finali di Nations League esibendo momenti alla Zidane 2006 o Pirlo 2016.