13 dicembre 2020

PAOLOROSSI era un ragazzo come noi

In questi giorni ho guardato un sacco di foto di PaoloRossi, questa é quella che mi é piaciuta di piú, sull'aereo di ritorno dalla Spagna, mentre Zoff e Causio giocano a scopa con Pertini e Bearzot. Chissá a cosa pensa Paolo? Forse non ci crede ancora... (snip dal sito gazzetta.it)

Oggi é Santa Lucia, il 13 Dicembre 2020. Io e Adriana abbiamo appena finito di fare altri 450 capelletti mentre i bimbi erano impegnati per un puzzle che la Santa gli ha portato stanotte. Quest'anno dovremo passare il Natale senza nonne (da quando ci sono i bimbi é successo solo una volta, il primo anno a Gerusalemme) a causa del COVID  19. Ho aspettato qualche giorno ed ora ho deciso di scrivere il mio personale ricordo di Paolo Rossi, Pablito. E' successo giovedí mattina, mi ero appena svegliato, presto come al solito per portare fuori la Tracy prima che Adriana portasse i bimbi a scuola.

Non só da dove partire, ci sarebbe tantissimo da dire, quindi inizio a fare una lista dei ricordi molto belli che ho visto in questi giorni da giornalisti o ex compagni. Aggiungo qualche foto e Snip speciale. Partiamo ovviamente dalla prima pagina della Gazzetta dello Sport, che ha anche spiegato l'origine del nome Pablito.

Poi ecco un breve sommario sul sito della FIGC (figc.it):

Sbocciato nel Vicenza, nella stagione 1977/78 realizzò 24 reti chiudendo il campionato al secondo posto e guadagnandosi la convocazione di Enzo Bearzot al Mondiale del 1978 in Argentina. La consacrazione arrivò negli anni ’80 alla Juventus, con cui conquisto una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA, due Scudetti e una Coppa Italia, realizzando complessivamente 24 gol in 83 presenze. Ma i successi più belli sono legati alla Nazionale, che lo vide esordire nel dicembre del 1977 in un’amichevole con il Belgio. Dopo aver preso parte al Mondiale del 1978 in Argentina, dove realizzò tre reti in un torneo chiuso dall’Italia al quarto posto, fu convocato per il Mundial del 1982 laureandosi capocannoniere con 6 gol e diventando uno dei principali artefici della vittoria. In maglia azzurra ha realizzato 20 reti in 48 presenze e detiene con Roberto Baggio e Christian Vieri il record di gol segnati da un calciatore italiano ai Mondiali (9). Terzo italiano ad aggiudicarsi il Pallone d’Oro, nel 2016 è entrato a far parte della ‘Hall of Fame del Calcio Italiano’.(da sito FIGC)

La Gazzetta ha dedicato una bellissima sezione chiamata Addio Pablito, contiene tantissime foto, i ricordi dei compagni di nazionale, della Juve, il racconto dei funerali con la presenza di tantissimi mostri sacri, come il suo grande amico Cabrini, poi Tardelli, Marini, Bruno Conti, Maldini, Baggio, Antonioni e tantissimi altri. Mi é piaciuto tantissimo l'abbraccio tra i miei miti Bruno Conti e Roberto Baggio. Proprio Baggio era molto emozionato ed ha scritto una lettera molto bella alla Gazzetta su come Rossi lo avesse ispirato.

Bellissima questa foto del loro inizio carriera al Vicenza (dove infatti si sono tenuti i funerali di Rossi, che pure era di Prato). E' anche bello pensare che, nel 1986/1987, mentre Rossi si avvicinava alla fine della su breve carriera nel Verona, Diego Armando Maradona, campione del mondo 1986, portava il Napoli al suo primo scudetto e Roberto Baggio, prossimo pallone d'oro italiano dopo Rossi, iniziava a mostrare le sue magie con la Fiorentina (nel Settembre 1989, proprio Baggio segnó un goal incredibile al San Paolo contro il Napoli di Maradona). E' poi bello pensare che, per diversi anni Baggio si é affrontato con Gigi Buffon, ultimo campione del mondo 2006 ancora in attivitá e pallone d'oro simbolico del 2006 (snip dal sito eurosport .it)

La Gazzetta ha anche pubblicato un bell'articolo per paragonare la nazionale campione del mondo 1982 e quella del 2006. Devo dire che mi trova molto d'accordo anche se forse ci sono sopratutto ragioni sentimentali. Io a distanza di tempo considero che le nazionali piú forte che ho visto fossero quelle del 1990 e, potenzialmente se uno si basa sui nomi dei giocatori disponibili, quella del 2002. Peró é vero che la vittoria del 1982 ha rappresentato l'apice per tanti di noi e ci ha marcato per sempre.

Tra gli altri ricordi, ve ne sono di tantissimi tipi, la maggior parte sui mondiali di Spagna e sulla partita contro il Brasile in particolare (simile a quello che successe a Maradona due settimane prima in cui molti ricordi sono andati a parare sulla partita contro l'Inghilterra ai Mondiali del 1986), peró tanti altri piú privati oppure sulle vicende in Serie A, compreso lo scandalo calcioscommesse. Ne metto qui in fila un po' da queste testate: il Post (qui e qui), Ultimo Uomo, la Repubblica (con anche il bel Blog di Fabrizio Bocca), il Corriere (bellissimo l'articolo di Sconcerti e di Walter Veltroni a cui sono linkati altri begli articoli).

Chiudo la rassegna con snip da Instagram e Twitter dei saluti che alcuni dei miei campioni piú cari hanno dato a PaoloRossi. 

Bruno Conti


Antonio Cabrini

Giancarlo Antognoni

Alessandro Del Piero

Roberto Mancini


Clarence Seedorf

La figurina dei mondiali del 1982

Qualche nota dal punto di vista puramente calcistico: quando ci penso é strano, Rossi ha vinto un mondiale da capocannoniere, mentre Maradona arrivó a 5 reti, dietro le 6 di Lineker. Entrambi sicuramente protagonisti. Poi Rossi vinse anche il pallone d'oro e tanti altri titoli con la Juve, mentre Diego vinse due scudetti e una Coppa Uefa con il Napoli. Peró il loro impatto sull'immaginario é molto differente. Maradona é nell'olimpo, Rossi piú simile ai grandi di una stagione breve (un po' come stava per diventare Totó Schillaci ai mondiali del 1990). 

Se ci pensi, anche Baggio (che pure ha fallito l'appuntamento finale nel 1994), é molto piú in alto nella nostra storia calcistica, come pure il vari Totti, Del Piero, Maldini e pure Baresi o Pirlo. Certo questione di opinioni, io ho amato piú altri calciatori (ripeto come giocatori non come persone). Sicuramente per vari anni Paolo Rossi é stato il nome piú famoso fuori dall'Italia e la sua maglia numero 20 un'icona. 

Adesso voglio raccontare un po' cosa é stato  Paolo Rossi per me. E per farlo non posso non parlare della nazionale italiana, ed in particolare di quella di Enzo Bearzot, l'unico CT che io mi ricordi sia stato sulla panchina azzurra per tre mondiali (ho visto qualche anno fa' a Roma una belllissima mostra sulla nazionale con alcuni bellissimi cimeli, inclusa la coppa del mondo, tra l'altro disegnata da un italiano, forse la coppa piú bella che esista. Peccato il luogo angusto della mostra, avrebbero dovuta farla in centro, ci sarebbero andati migliaia di turisti, anche stranieri. Ora non vedo l'ora di visitare il museo di Coverciano...).

Questo blog é marcato dalla nazionale di Bearzot: il nome Marazico (Maradona+Zico) é il soprannome dato a Bruno Conti per le sue gesta nel mondiale 1982 (fu nominato miglior giocatore del mondiale da Pelé). La foto di background el post é quella della nazionale 1982, uguale al poster che ho tuttora con me (sta per compiere 40 anni!). Bruno Conti e la sua maglia azzurra numero 16 é stato il mio primo eroe calcistico. 

Io ho ricordi vaghi dei Mondiali 1978, penso di avere visto qualche immagine, mi ricordo i numeri delle maglie disegnati in modo diverso dalle altre competizioni successive. Avevo 7 anni del resto, percui non sono sicuro se le azioni che ho in mente sono dell'epoco o, piú probabilmente, cose viste negli anni successivi. L'Italia arrivó alle semifinali e fu in Argentina che naque il nome Pablito per Rossi. All'epoca non seguivo il calcio cosí assiduamente da sapere che Rossi stava facendo faville con il Lanerossi Vicenza. Iniziai a tifare Milan per via di Gianni Rivera e per fare il bastian contrario in casa (mio padre ed i miei fratelli erano interesti).

Nel 1980, agli Europei in Italia, Rossi non c'era a causa dello scandalo del calcio scommesse. L'Italia arrivó quarta (c'erano solo 8 squadre) dopo essere arrivata seconda nel suo girone ed aver person la finalina ai rigori con la Cecoslovacchia.  Anche qui, ho ricordi sfumati, da film di Fantozzi. Quando guardo le statistiche mi rendo conto che molti degli eroi di Spagna 1982 erano giá lí.

Nel 1982 é un'altra storia, avevo 11 anni, andavo alle medie ed ero presissimo dal calcio. Mi ricordo la grande delusione per i tre pareggi nel girone con Polonia, Camerun e Perú (solo il goal di Conti con il Perú era da salvare). All'epoca non sapevo di tutte le polemiche per il fatto che Bearzot avesse puntato su Paolo Rossi, da poco rientrato dalla squalifica, a scapito di Roberto Pruzzo, er Bomber de Crocefieschi (mi piaceva un sacco, soprattutto nella Roma di Eriksonn di due anni dopo).

Vidi la partita con l'Argentina di Maradona (2 a 1 per l'Italia, reti di Tardelli, Cabrini e Passarella) a casa dei mie piú cari amici dell'epoca, i gemelli Jotti. Ero sorpresissimo. Vidi la partita con il Brasile (3 a 2 finale con tripletta di Rossi e reti di Socrates e Falcao) in casa (ero troppo nervoso, fu incredibile l'emozione, non ci volevo credere, ancora recrimino che il 4to goal di Antognoni era regolare). Fu incredibile poi ritrovarsi i vari Falcao, Socrates, Junior, Cerezo, Zico, Edinho, Dirceu in Italia (alcuni erano giá da noi), a creare la Serie A piú bella di sempre con la compagnia dei vari Platini, Boniek, Rumenigge e compagnia. Il mio goal preferito di Rossi nella tripletta fu il secondo.

Poi andai al mare in Romagna con la Zia Iaia, lo Zio Vovó e mia cugina Chiara. Mi ricordo la partita con la Polonia (2 a 0 con doppietta di Rossi), piú dura del previsto (molto bella ed emozionante anche la semifinale tra Germania e Francia) e poi la finale con la Germania (3 a 1 con reti di Rossi, Tardelli, Altobelli e Breitner; che paura al rigore sbagliato da Cabrini, che gioia la galoppata di Conti sulla fascia). La notte passeggiamo a vedere la gente in auto a festeggiare con i clacson sfrenati. Il giorno dopo due tedeschi dell'hotel mi buttarono in acqua al mare e mi tennero sotto un po'.. avevo esultato troppo. Fu una tale ubriacatura di emozioni che da allora non mi sono piú staccato da queste competizioni.

In quegli anni, Paolo Rossi giocava nella Juve di Trapattoni, Scirea, Tardelli, Platini, Cabrini, Gentile, Boniek, Dino Zoff. Insomma una corazzata. Io non la sopportavo perché vinceva sempre e li trovavo arroganti. Tifavo Milan e preferivo al limite la Roma di Liedholm e Bruno Conti. Quella Juve perse una finale incredibile contro l'Amburgo di Magath nel 1983; si rifará nel 1984 vincendo la Coppa delle Coppe contro il Porto. Nel 1984, per gli europei di Francia, l'Italia arrivó solo quarta nel suo gruppo di qualificazione e restó a casa. Fu una grandissima delusione vedere Platini trionfare con la Francia mentre i campioni del mondo sembravano giá dimenticati.

Il 1984-85 fu l'ultimo di Rossi alla Juve. In campionato il Verona di Elkjaer, Garella, Di Gennaro, Fanna e Briegel sorprese tutti e vinse l'unico scudetto mai vinto da una vera provinciale da quando mi ricordo di seguire il calcio (Napoli, Sampdoria, Roma, Lazio sono tutte squadre di capoluoghi di regione, hanno anche vinto delle coppe). Rossi giocava poco. Vinse la Coppa Campioni nella tristissima finale 1985 dello stadio Heysel (ci sono stato in pellegrinaggio durante il mio interrail del 1990) contro il Liverpool, che l'anno prima aveva battuto la Roma ai rigori. All'epoca d'altra parte era molto piú dura vincere la Coppa Campioni dato che ci andavano solo i vincitori degli scudetti. 

Poi Rossi passó al Milan di Giussy Farina. Il mio Milan, quello di Hateley e Virdis, di Baresi e Di Bartolomei. Non fece tantissimo, mi ricordo una doppietta nel derby con addosso la maglia numero 10 di Rivera. L'anno dopo lo scambiarono con il Verona per Galderisi e fece la sua ultima stagione prima di ritirarsi, ancora giovane, peri troppi dolori alle ginocchia. 

Poi arrivarono i mondiali di Messico 1986, quelli di Maradona, gli ultimi di Bearzot. Io ho dei ricordi dolce-amari di quel periodo: amari per l'uscita poco onorevole degli azzurri, dolci perché li vissi accanto a mio padre, che mi lasció alzarmi di notte alle 2 o alle 3 per vedere le partite con lui e mangiare gelato. Fu stupendo.

Bearzot aveva tentato un rinnovamento della nazionale, portando nuova linfa come De Napoli, Galderisi o Vialli. Peró l'ossatura era ancora quella deil 1978/1982, con Galli al posto di Zoff, Bergomi al posto di Gentile, Bagni per Tardelli, Altobelli per Graziani e Vierchowod per Collovati. Rossi era convocato, con la sua maglia numero 20, peró non giocó mai. Eravamo in gruppo con Corea del Sud, Bulgaria ed Argentina. Pareggiammo 1 a 1 con  Bulgaria ed Argentina (il famoso goal di Maradona per molti gatta di Galli) e vincemmo 3 a 2 con la Corea. Altobelli accumuló 4 reti in tre partite (Spillo fece molto bene anche nel 1988 e penso che lui abbia segnato uno dei goal piú belli che ho mai visto di un giocatore azzurro, era giá l'Italia di Vicini).

Arrivammo secondi e agli ottavi ci trovammo contro la Francia di Platini, Tigana, Giresse e Fernandez, uno dei centrocampi piú forti della storia del calcio e una delle squadre favorite per la vittoria finale. Perdemmo 2 a 0 e tornammo a casa con molte critiche alla timidezza di Berzot e al suo troppo amore per i suoi veterani (Vialli poteva sicuramente giocare di piú, sputava fuoco all'epoca...). Cosí terminó la gloriosa storia dell'Italia di Bearzot e di Paolo Rossi. Nel frattempo Antonello Venditti dedicó una bella canzone a quei mondiali e a PaoloRossi (che da il titolo a questo post). Io la cantai spesso, anche per i mondiali del 1990, quelli della mia maturitá (e delle notti prima degli esami) e del mio interrail.

CIAO PAOLOROSSI




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