14 agosto 2022

ANNO x ANNO - Stagione 1982-83 - La Juve di Trapattoni battuta a sorpresa in finale di Coppa Campioni

Questo goal lo vidi in TV. Continuo a pensare che Zoff e compangni non se lo aspettassero per nulla. Quasi un contrappasso per tutto quello che era andato bene agli juventini in nazionale l'anno prima.

Questo é un progetto speciale, si chiama ANNO x ANNO. Per l'introduzione ed i link alle puntate precedenti, cliccate qui.

Abbiamo svalicato il picco piú alto, quello dei mondiali 1982. In questa puntata parleremo della stagione 1982-83, una stagione post-mondiale in cui alcuni giocatori dovrebbero avere la pancia piena ed altri una gran voglia di rivincita. Io nel frattempo iniziavo le medie alla scuola Domenico Galaverna di Collecchio, sezione A come i miei fratelli, il che mi procuró subito un'attenzione non sempre benevola da parte di alcuni degli insegnanti. 



INGHILTERRA

Proprio il Watford, alla prima stagione in prima divisione, sará la grande sorpresa della stagione con un secondo posto in classifica squadre ed il primo posto in classifica cannonieri di Luther Blisset, nome infausto per i tifosi del Milan l'anno successivo. Davanti al Watford, si conferma campione d'Inghilterra il Liverpool di Bob Paisley, una squadra che oltre a Grobbelear, Whelan, Souness e Dalglish, vede fiorire Ian Rush con 24 reti. Il Manchester United, ancora con Ron Atkinson in panchina e Ray Wilkins e Bryan Robson in campo, finisce terzo ma si consola con la FA Cup

SPAGNA

Questo é l'anno in cui arriva al Barcelona (dal Boca Juniors) la stella Diego Armando Maradona. Diego é reduce da un mondiale deludente e ha voglia di rifarsi; purtroppo per lui il Barcelona dovrá consolarsi della vittoria in Copa del Rey dopo un magro quarto posto in campionato e tre allenatori a succedersi in panchina (ultimo, l'argentino Cesar Menotti). Il Real Madrid si presenta con la leggenda Alfredo Di Stefano in panchina ed inizialmente sembra dominare il campionato. Per le merengues (che vede in rosa i soliti Camacho, Stielike, Gallego, Santillana e Juanito) peró sará un anno sfortunato, dato che perderanno il campionato all'ultima giornata, oltre che le finali di Copa del Rey e Coppa delle Coppe. Un'altra squadra basca vince il campionato: l'Athletic Bilbao (tanti anni dopo io li vidi giocare al San Mamés quando studiavo a Bilbao), squadra conosciuta per il portiere Zubizarreta, l'attaccante Julio Salinas e il difensore Goikoetxea, il macellaio di Maradona. Il terzo posto é dell'Atletico Madrid (che vede in rosa un giovane centravanti messicano poi molto famoso nei rivali del Real: Hugo Sanchez), guidato da un allenatore che diventerá molto amato in quella squadra ed in Spagna: Luis Aragones.

GERMANIA

L'Amburgo di Ernst Happel (che andrá molto bene anche in Europa e la cui rosa include le colonne Kaltz, Magat e Hrubesh) si conferma campione di Germania per differenza reti dopo una lotta testa a testa contro il Werder Brema del capocannoniere Rudi Voller e dell'allenatore Otto Rehhagel, un altro allenatore tedesco che diventerá molto famoso. Terzo posto per lo Stoccarda. In Coppa di Germania, il Colonia del guru Rinus Michels (che schiera Littbarski e Allofs), vince il titolo in un derby contro il Fortuna Koln. Niente titoli per il Bayern di Rummenigge, Breitner, Augenthaler, Hoeness, oltre che dei nuovi arrivati Jean Marie Pfaff e Soren Lerby.

FRANCIA

Il campionato viene vinto dal Nantes, squadra che oltre a Maxime Bossis e allo Jugoslavo Vahid Halilhodzic (capocannoniere), non schiera giocatori molto conosciuti. Secondo il Bordeaux di Lacombe, Tresor, Giresse e Tigana, allenato da Aimé Jacquet, poi ct della nazionale francese campione del mondo 1988. Terzi i parigini del PSG di Rocheteau, che si consoleranno vincendo la Coppa di Francia proprio contro il Nantes.

ITALIA

Volevo mettere il mio eroe Bruno Conti, detto Marazico ai mondiali 1982. Peró ho trovato questa foto e mi faceva piacere rendere omaggio anche a Roberto Pruzzo, capocannoniere della Serie A nel 1981 e nel 1982 e grande protagonista nella Coppa Campioni 1983-84 e poi della Roma di Sven Goran Eriksson.

Nell'estate 1982, in piena euforia post-mondiale, arrivano in Italia tantissimi giocatori nuovi, anche grazie all possibilitá di acquistare un secondo giocatore straniero (in realtá molte squadre si mossero gia' ad inizio anno, subito dopo l'introduzione della regola). La Juventus campione in carica, cedette Liam Brady alla Samp per acquistare Michel Platini e Zibigniew Boniek. Virdis andó all'Udinese e Pietro Fanna al Verona. La Fiorentina vide l'arrivo di Daniel Passarella, Mario Bortolazzi e Stefano Carobbi. L'Inter si rafforzó con Fulvio Collovati, Enrico Cucchi, Hansi Muller e Juary (famosa la sua macchia sul collo nell'album di figurine Panini). La Roma acquistó Herbert Prohaska, Pietro Vierchowod e Maurizio Iorio, mentre a Napoli arrivó l'argentino Ramon Diaz. Oltre a Brady, la Samp acquistó Alessandro Renica, Dario Bonetti, Trevor Francis e Roberto Mancini (l'inizio di una storia leggendaria). Tra gli altri passaggi da notare, vi furono Dirceu e Zmuda al Verona, Berggreen al Pisa, Mauro, Edinho e Surjak all'Udinese, e ovviamente Geronimo Barbadillo all'Avellino. La Serie A stava diventando il campionato piú prestigioso del mondo.

Platini e Boniek furono il simbolo dell'ondata di stranieri che arrivó in Italia dopo i mondiali 1982. Negli anni successivi furono raggiunti da campioni come Zico, Socrates, Junior, Cerezo, Rummenigge, Maradona e tanti altri. L'etá dell'oro.

Nella prima parte della stagione, la Roma si portó rapidamente in testa sorprendentemente inseguita dalle neo-promosse Verona e Sampdoria, mentre Juve ed Inter pagavano la pancia piena dei loro giocatori azzurri e l'inserimento non immediato dei loro nuovi giocatori stranieri (l'Inter anche un nuovo alleantore: Rino Marchesi). Nel girone di ritorno la Juventus e l'Inter riuscirono a riportarsi sotto ma la Roma amministró il vantaggio e vinse lo scudetto. Probabilmente la Juventus lo perse anche a causa di un clamoroso derby in cui si fece rimontare tre goal dal Toro in 5 minuti. 


Lo scudetto, fu un grande soddisfazione per Nils Liedholm, al suo secondo scudetto da allenatore dopo quello con il Milan di pochi anni prima. La Roma di quell'anno era una squadra solida che si era formata gradualmente negli anni e poteva contare con giocatori rimasti nella sua storia come Conti, Ancelotti, Pruzzo, Falcao e Di Bartolomei. La Juventus, come vedremo molto impegnata in Europa, dovette accontentarsi del titolo di capocannoniere di Platini e della Coppa Italia, vinta con un complessivo 3 a 2 (all'epoca si giocavano andata e ritorno anche in finale) sul sorprendente Verona di Osvaldo Bagnoli (pure quarta in campionato), squadra neopromossa che costruirá una favola accogliendo giocatori scartati da altre squadre. 


Io, in quell'anno di Milan in Serie B, mi affezionai molto alla Roma di Conti e Pruzzo, continuai a voler bene alla Fiorentina di Antognoni ed iniziai a legarmi alla Sampdoria, con la sua bella maglietta con il profilo del marinaio che fuma la pipa. Il mio Parma, allenato dal compianto Bruno Mora, finí sesto nel girone A della Serie C1. La sua rosa includeva nomi famosi a Parma o poi nel resto d'Italia, come Stefano Pioli, Fabio Aselli, Nicola Berti, Fausto Pari, Massimo Barbuti o Fausto Salsano.


Guardate che chiome, prorpio altri tempi!

Partiamo qui dalle "altre coppe" per poi dare piú spazio alla Champions in fondo alla sezione. In Coppa delle Coppe, l'Aberdeen di Alex Ferguson (al suo primo successo internazionale nella sua lunghissima e vincente carriera di allenatore), che schiera solo giocatori scozzesi (incluso il famoso Gordon Strachan), sorprende tutti battendo in finale il Real Madrid di Alfrendo Di Stefano e del capocannoniere Santillana (per le italiane, l'Inter si ferma ai quarti, proprio contro il Real Madrid). In Coppa UEFA, l'Anderlecht di Ludo Coeck e Morten Olsen, vinse la finale davanti al piú titolato Benfica di Sven Goran Eriksson (vincitore della coppa l'anno precedente con il Goteborg), nonostante i portoghesi potessero schierare giocatori come il portiere Manuel Bento, il centrocampista Glenn Stromberg (poi amatissimo all'Atalanta) e gli attaccanti Zoran Filipovic (capocannoniere della competizione) e Fernando Chalana (per le italiane, la Fiorentina uscí ai 32esimi,  il Napoli ai sedicesimi e la Roma ai quarti di finale, proprio contro il Benfica). La Coppa Libertadores invece, vede gli uruguaiani del Penarol, campioni in carica, sconfitti dai brasiliani del Gremio, che schieravano il famoso Renato Portaluppi, piú tardi giocatore della Roma.

Non si puó dire che l'Amburgo non meritasse di essere lí: campioni di Germania 1982 e 1983, finalisti di Coppa Uefa 1982 tra le altre cose. Peró quello sembrava essere un anno dove tutte le stelle si stessero posizionando per una vittoria Juventina: 6 azzurri campioni del mondo affiancati dalle altre due stelle del mondiale, Platini e Boniek. Eppure, dopo la sconfitta del 1973, continuó il rapporto maledetto tra i bianconeri e le finali di Champions. 

L'edizione della Coppa Campioni 1982-83 vede ancora la Juve a rappresentare l'Italia, mentre l'Inghilterra puó schierare i campioni in carica dell'Aston Villa ed i vincitori del campionato inglese nella stagione precedente, ovvero il Liverpool. Presenti anche il Monaco per la Francia, lo Sporting Lisboa per il Portogallo, Real Sociedad per la Spagna e Amburgo per la Germania. Come giá detto in altre occasioni, all'epoca vincere la Champions (ma anche solo parteciparvi e accumulare presenze o reti) era molto piú difficile dato che ci andavano solo quelli che vincevano il campionato o la coppa stessa l'anno prima. Anche in questa occasione, la formula non prevede una fase a gruppi, ma direttamente dei sedicesimi di finale con partite di andata e ritorno.


La Juventus, dopo aver eliminato i danesi del Hvidovre con un complessivo 7 a 4 ai sedicesimi (fu lí il famoso rifiuto della panchina da parte di Bettega, che l'anno prossimo andró al Toronto), trova agli ottavi lo Standard Liegi e passa con un complessivo 3 a 1. Ai quarti, i bianconeri danno tutti i segni della loro forza eliminando i campioni in carica dell'Aston Villa con un complessivo 5 a 2 (e tra l'altro colgono la prima vittoria su suolo inglese di una squadra italiana in Coppa Campioni). Tra le altre semifinaliste ci sono anche il Real Sociedad (che ha eliminato lo Sporting Lisboa), l'Amburgo (vicente sulla Dinamo Kiev di Oleg Blochin) e i polacchi del Widzew Lodz, che hanno sorprendentemente eliminato il Liverpool. Si interrompe cosí il periodo di dominio inglese sulla coppa. In semifinale la Real Sociedad viene eliminata dall'Amburgo al termine di due partite molto combattute (per l'allenatore austriaco Happel é la terza finale di Coppa Campioni dopo il Feyenoord nel 1970, con cui vinse la coppa, ed il Bruges nel 1978), mentre la Juve si libera del Lodz (ex squadra di Boniek) grazie ad un complessivo 4 a 2. Rossi, Boniek e Platini sono assoluti protagonisti.

La squadra della finale

La Juve si presenta alla finale di Atene con l'Amburgo da grande favorita, con Rossi e Platini in cima alla classifica cannonieri. Mi ricordo chiaramente la sensazione che il risultato finale fosse scontato e per tanti anti-juventini c'era in giro tanta rassegnazione, mentre 40mila tifosi juventini sono presenti allo stadio. Invece, dopo un inizio promettente della Juventus con Bettega, l'Amburgo passa in vantaggio al nono minuto con Felix Magath che coglie di sorpresa Zoff con un tiro da lontano (che ricorda le incertezze del mondiale 1978 al portierone bianconero e che forse fu alla base della sua decisione di ritirarsi a fine stagione, anche se riguardandolo sembra proprio un goal capolavoro). Nonostante tutto il tempo a disposizione, la Juve non riuscí a scrollarsi di dosso lo shock e rimase imbrigliata dalle marcature dei tedeschi. Questa fu la prima finale di Champions che io vidi in diretta TV. Ricordo che all'epoca la Juve mi stava antipatica, peró mano a mano che la partita proseguí, sentii dispiacere, soprattutto per i nostri eroi azzurri. Chissá cosa avrá pensato Franz Beckenbauer, che aveva lasciato l'Amburgo proprio l'anno prima di questo 'doblete' dei tedeschi.

Chiudiamo ancora con l'assegnazione del pallone d'oro 1983. Nella stagione 1982/83 non vi furono tornei per nazionali (la Coppa America si giocó nel novembre 1983 e ne parleremo insieme all'Europeo 1984). La classifica ufficiale, vide una vittoria netta (all'epoca vi era un voto di un gruppo di giurati molto meno numeroso di oggi) di Michel Platini su Kenny Dalglish ed il danese Allan Simonsen (dovrei saperne di piú su di lui visto che vinse il Pallone D'Oro nel 1977 ed é l'unico giocatore ad aver segnato nelle finali delle tre coppe europee: campioni, coppe e UEFA).

Io capisco che era difficile non votare per Platini, capocannoniere in Serie A, vincitore della Coppa Italia, secondo in campionato e finalista di Coppa Campioni. Peró mi sembrava giusto rendere onore all'Amburgo, vincitore della Champions e del campionato tedesco. Dovendo scegliere un giocatore, ho indicato Magath, decisivo nella finale e gia' marcatore nella vincente finale di Coppa delle Coppe del 1977, oltre che vincitore degli Europei 1980 con la Germania. Certo é sempre un dibattito aperto se il Pallone D'Oro debba premiare il giocatore piú vincente (o della squadra piú vincente) o quello che ha mostrato il calcio piú bello. 


Di foto di Platini, Magath o Falcao ne ho giá messe. Vorrei ricordare Kenny Dalglish, uno dei miei miti di gioventú (ho ancora la maglietta della Scozia) e sicuramente nella storia del Liverpool, prima come giocatore e poi come allenatore.

Per questo motivo ho indicato al terzo posto Paulo Roberto Falcao, fantastico protagonista dello scudetto della Roma. Tra gli italiani che si sono messi in luce in questa stagione, tanti azzurri del mundial, come Cabrini, Tardelli, Conti, Altobelli, Antognoni, ma anche Pruzzo, Ancelotti e Vierchowod della Roma, Tricella del Verona, Dossena del Torino.

Fonti per informazioni e snip:

- Wikipedia

- Transfermarkt.it

- storiedicalcio.altervista.org

- uefa.com

- passionemaglie.it

- Pinterest.it

- ilnobilecalcio.it

- Italia1910.com

- Solocalcio.com

- Fifa.com

- storiefuorigioco.altervista.org

- gameofgoals.it

- bdfutbol.com

- stadiosport.it

- wikiwand.com/it/Serie_A


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