03 settembre 2024

SVEN GORAN ERIKSSON

Mi piace molto questa foto con Roberto Mancini a Marassi (sono stati insieme tanti anni tra Samp e Lazio). Eriksson ha fatto un vero e proprio giro di saluti ai posti che ha piú amato dopo la scoperta della malattia.Pensate quanti amici ha perso Mancini in questi pochi anni.  (snip da eurosport.it)

É morto Sven Goran Eriksson

Finora avevo fatto solo necrologi di idoli assoluti: Pelé e Maradona, grandissimi campioni: Gerd Muller, Mihaijlovic o Beckenbauer o grandi azzurri: Paolo Rossi, Luca Vialli o Gigi Riva. Questa credo é la prima volta che faccio il necrologio di un allenatore (alcuni dei nomi sopra sono stati anche allenatori ma é soprattutto come giocatori che li ricordiamo). 

E non é che negli ultimi 5 anni non ne fossero morti: Mario Zagallo, Artur Jorge, Cesar Luis Menotti, Niccolai, Ilario Castagner, Galbiati, Carlo Mazzone, Bobby Charlton, Bolchi, Terry Venables, Sergio Brighenti, Tarcisio Burgnich, Michel Hidalgo, Luigi Simoni, Gerard Houllier, Mario Corso, Ruben Diaz, Azeglio Vicini, Angelillo, Emiliano Mondonico, Henri Michel, Giagnoni, Luigi Radice (per fare i nomi piú conosciuti). Tutti nomi che andrebbero ricordati.

Volevo ricordare Eriksson soprattutto per il suo legame con l'Italia e la Serie A, tra l'altro nei 20 anni in cui il nostro calcio era il centro del mondo. Era infatti arrivato in Italia dopo aver vinto campionati e coppe nazionali con il Goteborg (con cui vinse anche una Coppa UEFA) ed il Benfica. La sua prima squadra Italiana fu la Roma di Bruno Conti e Roberto Pruzzo, che sotto Nils Liedholm aveva vinto uno storico scudetto e sfiorato la Coppa Campioni ai rigori contro il Liverpool. Mi rimase impressa la Roma di Eriksson (con Cerezo, Pruzzo e Graziani in grande spolvero) per il gioco vivace e spettacolare che proponeva. Nel 1985-86 sfioró un fantastico scudetto in rimonta contro la Juve di Trapattoni e si dovette accontentare della Coppa Italia.

Poi passó alla Fiorentina, dove ebbe l'opportunitá di allenare quello che forse fu il piú grande Roberto Baggio di sempre. Tornato al Benfica, arrivó in finale di Champions contro il Milan di Sacchi. Tornó in Italia alla Sampdoria del dopo Boskov dove di fianco al grande Roberto Mancini si alternarono nel tempo campioni come Gullit, Seedorf, Mihajlovic, Montella o Chiesa (vinse solo una Coppa Italia). Insomma, ha allenato alcune delle mie squadre preferite di sempre. I risultati migliori li ottenne alla Lazio dove, grazie ad acquisti importanti, riuscí a vincere uno storico scudetto, due coppe Italia ed una Coppa delle Coppe (oltre ad arrivare in finale di Coppa UEFA).

L'inizio della fine per lui fu una chiamata prestigiosa come primo allenatore straniero a guidare l'Inghilterra. Nonostante disponesse di tantissimi campioni, fu fermato per tre volte da Felipe Scolari: una ai Mondiali 2022 come allenatore del Brasile, poi come allenatore del Portogallo agli Europei 2004 (io c'ero!) e ai Mondiali 2006 (anche Fabio Capello, che lo sostituirá andó molto male). Da lí in poi la sua stella andó in declino: fu allenatore di squadre di club o nazionali per brevi periodi senza risultati da ricordare. Ha praticamente annunciato la sua morte ad inizio anno, causa un terribile cancro. Era una persona elegante nei modi e molto benvoluta. 

Nella mia classifica dei migliori allenatori é al 24mo posto assoluto, con 176 punti, niente male.


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