11 gennaio 2023

GIANLUCA VIALLI - il marine gentile

Ho scelto questa foto perché, oltre a mostrare Vialli con la maglia azzurra (ed il polsino da tennista, suo talismano), fa capire molto di quello che Vialli é stato: una stella azzurra destinata a grandi cose che non si sono compiute. In questo senso credo che, prima la Samp poi la Juve, gli abbiano restituito molto di quello che l'azzurro non gli diede (ha vinto tutte le competizioni europee da giocatore, oltre ad uno scudetto storico e varie coppe nazionali, in Italia ed Inghlterra).

Il 6 gennaio di questo 2023, la befana ci ha portato una bruttissima notizia. Ovvero la morte di Gianluca Vialli, forse uno dei calciatori italiani piú amati degli ultimi 40 anni. Me lo ha detto mia figlia. Ci sono rimasto molto male. Prima di parlare del mio ricordo personale di Vialli, vorrei mettere qualche snip di belle foto, articoli o saluti di altri giocatori.

Il primo titolo della Gazzetta


La Nazionale


La UEFA


La FIFA



La Cremonese



La Sampdoria


La Juventus


Il Chelsea


Un ricordo video dell'eterno compagno ed amico, il CT Roberto Mancini, con cui ha creato una delle piú belle coppie di attaccanti della storia del calcio italiano.



Walter Zenga, l'uomo ragno e grande amico dai tempi dell'Under 21 e poi Nazionale A


Bruno Conti, compagno di Vialli in nazionale a Messico 1986


Franco Baresi, compagno agli Europei 1988 e poi a Italia '90



Totó Schillaci, compagno in nazionale ad Italia '90 che 'rubó' a Vialli il ruolo di protagonista assoluto


Gianluca Pagliuca, compagno nella Sampdoria Campione d'Italia

Alessandro del Piero, che debuttó nella Juve capitanata da Vialli


Carlo Ancelotti, avversario con Roma e Milan e compagno in nazionale


Ciro Ferrara, compagno in nazionale e alla Juve


Antonio Conte, compagno alla Juventus


Marcello Lippi, allenatore di Vialli alla Juve che raggiunse tre finali di Champions


Gianfranco Zola, the Magic Box, compagno di squadra al Chelsea


Pep Guardiola, suo grande avversario con il Barcelona a Wembley 1992



Marco Van Basten, suo avversario con il Milan


Batigoal, avversario con la Fiorentina


David Beckham, avversario con il Manchester United ai tempi di Vialli al Chelsea


Gigi Buffon (bellissima questa maglia della Samp, un vero cimelio), suo avversario con il Parma


Pippo Inzaghi



Andrea Pirlo


Alessandro Florenzi, che su Vialli disse cose bellissime dopo l'Europeo


Jorginho, il cui rigore contro la Spagna ha accompagnato un video iconico di Vialli agli Europei 2021


Marco Verratti


Nicoló Barella



Ciro Immobile


Il Parma Calcio (bellissima la foto con Cannavaro)


Gianna Nannini, la cantante, con Bennato, delle Notti Magiche di Italia '90



Paolo Sorrentino, il regista napoletano premio Oscar, grande amante del calcio e di Maradona



I ricordi di altri amici e compagni, come Del Piero, la Cremonese, ChielliniGraeme Souness (suo compagno alla Samp), Mourinho, Paolo Condó, perfino la Gialappa's Band per Mai Dire Goal (nostra trasmissione culto degli anni '90), e si puó continuare all'infinito con la sua pagina Twitter (ci sono bellissimi video di tanti suoi goal e altri momenti emozionanti), SkySport ed i maggiori quotidiani sportivi. Bellissimo anche l'omaggio della Samp a lui e Mihajlovic anche questa collezione di figurine PANINI di Vialli e la pagina di saluto della Gazzetta dello Sport.



Per me quando apparve Vialli, era come se fosse arrivato un nuovo tipo di giocatore. Ero abituato ai nostri azzurri del Mondiale 1982, che sembravano persone normali, che potevi incontrare per strada. Invece Vialli era muscoloso, agile, irruente, come un marine infatti. Lo vidi per la prima volta quando giocava con la Cremonese e poi con l'Under 21, dove era uno dei leader insieme a Zenga e Giannini. Era un giocatore che sapeva dribblare ma anche cercare la conclusione al volo, di forza. Gianni Brera lo soprannominó Stradivialli. Negli anni, Vialli resistette a varie offerte di mercato prestigiose.

Arrivó poi alla Sampdoria nel 1984, dove c'era giá Roberto Mancini, arrivato dal Bologna. Rimase lí vari anni, mentre la squadra, anno dopo anno, si rafforzava aggiungendo altri giocatori, mai stelle di primissimo piano, ma giovani scoperte, come Lombardo e Salsano o giocatori scartati da altre squadre, come Cerezo e Vierchowod. Vialli inizió a costruire un grande sodalizio con Mancini fatto di assist del Mancio per goal di grande potenza, furbizia o coraggio balistico di Vialli. Con l'allenatore Boskov, raggiunsero l'apice. Questo forse il suo goal piú bello con la Samp. Beh, anche questo.

Io confesso che ho sempre preferito Mancini, che infatti é nel mio pantheon di giocatori preferiti, peró Vialli non ti lasciava indifferente. Durante quegli anni fu convocato da Bearzot per Messico 1986, facendo spesso l'ingresso in campo e segnalandosi come uno dei migliori della spedizione. Nella nazionale di Azeglio Vicini, che subentró a Bearzot, fu subito uno dei leader. Segnó la doppietta decisiva (nel 1987, al San Paolo, contro la Svezia) che ci portó agli Europei, poi fece un ottimo Europeo nel 1988 (c'era anche Mancini, che segnó con la Germania), segnando un goal decisivo con la Spagna. 


Nel periodo di avvicinamento ai Mondiali 1990, era decisamente la nostra stella principale. Con la Sampdoria aveva vinto tre Coppe Italia (due consecutive, entrambe con sue reti nelle finali) e poi la Coppa delle Coppe del 1990 (sua doppietta in finale), dopo aver perso la finale dell'anno precedente contro il Barcelona. Ho parlato molto di quella nazionale (per me la piú forte di sempre) e di quei Mondiali (forse il mio dispiacere piú grosso). Vialli debuttó da titolare con Carnevale, ma quest'ultimo fu presto sostituito da Schillaci, che poi diventó la stella della nazionale nel torneo.

Vialli invece perse il posto a favore di Roberto Baggio, che nei due anni precedenti al Mondiale si era messo in luce come un grande talento con la Fiorentina (e prima dei Mondiali perse la finale di Coppa UEFA contro la Juventus, a cui stava per essere trasferito, creando incidenti di piazza a Firenze). Fu una situazione molto strana, ci furono tantissime chiacchiere su quella situazione: che Vialli avesse un finto infortunio per giustificare una scelta tecnica, che Vialli si vedesse con Alba Parietti fuori dal ritiro della nazionale. Che gli azzurri fossero spaccati tra chi era per Vialli o contro di lui.

Poi, alla vigilia delle semifinali con l'Argentina di Maradona, Vialli se ne uscí con la frase "quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare", un po' da spaccone americano, da marine. Ci fu molto scalpore quando Vicini lo mise in campo titolare al posto di Baggio, anche se proprio da un tiro di Vialli scaturó il vantaggio azzurro segnato da Schillaci. Poi Caniggia pareggió ed uscimmo ai rigori. Vialli fece dichiarazioni molto forti e rimase escluso dalla nazionale per vario tempo. Ebbe qualche altra apparizione con Vicini e poi con Sacchi ma chiuse con la nazionale nel Dicembre 1992 (16 goal in 53 presenze). Sembrava una ferita aperta.

La stagione seguente, Vialli e Mancini si presero la piú grande rivincita della loro carriera, portando lo scudetto a Genova, per la prima ed unica volta nella storia della Sampdoria. Fu una cavalcata incredibile, in un anno in cui la Samp competeva con il Milan di Sacchi, il Napoli di Maradona, la Juventus di Baggio, l'Inter dei tedeschi. Rimasi folgorato da quella squadra (e ho sempre adorato la forma molto inglese dello stadio di Marassi, oltre al marinaio sulla maglia della Samp). Vialli fu il capocannoniere del campionato con 19 goal.


Quando mi disamorai del mio Milan negli anni successivi, la Samp diventó il mio grande amore (condiviso con il mio Parma e poi con la Fiorentina di Rui Costa e Batistuta). Poi, nella sua ultima stagione blucerchiata, Vialli fu protagonista della squadra che sfioró la vittoria in Champions League, proprio a Wembley. Fu solo una punizione di Ronald Koeman ai supplementari che diede la vittoria al Barcelona di Johan Cruyff (Vialli sbaglió un paio di reti importanti). Questo dolore fa capire perché l'abbraccio con Mancini a Wembley dopo la finale degli Europei del 2021 fu cosí importante. Lí finí anche la storia della coppia Vialli - Mancini.


Poi Vialli passó alla Juventus (fu il trasferimento piú caro per la Serie A dell'epoca). All'inizio, con Giovanni Trapattoni, Vialli era ancora nell'ombra di Roberto Baggio, che aveva sostituito Vialli come giocatore italiano piú popolare (ed in questo senso, i Mondiali 1994 chiusero la discussione per sempre). Erano gli anni in cui il Milan di Capello dominava in Italia. Insieme, Baggio e Vialli vinsero comunque una Coppa UEFA nel '93, anche se Vialli faceva fatica e segnava poco. Poi peró, nell'estate 1994, alla Juventus arrivó Marcello Lippi, che creó una squadra piena di atleti, forgiati dal preparatore Ventrone: Di Livio, Antonio Conte, Torricelli, Ravanelli. Destino volle che Vialli segnasse i suoi due piú bei goal con la Juve contro la Cremonese, in rovesciata (il secondo su assist di Baggio): qui e qui.

Vialli sembrava uscito da Full Metal Jacket e divenne il capitano di quella squadra. Baggio fece a tempo vincere uno scudetto con quella squadra, poi andó al Milan di Berlusconi mentre sorgeva la stella di Alessandro Del Piero. E fu cosí che quella Juve, nel 1996, andó a vincere una Champions ai rigori contro l'Ajax di Van Gaal (la prima di tre finali giocate dalla Juventus di Lippi). La sollevó Vialli, da capitano. Fu lí che Vialli chiuse con l'Italia, dopo 123 reti in 325 partite di Serie A e 43 reti in 89 partite di Coppe Italia, oltre a 35 reti in 74 partite di coppe europee (che in questo caso includono il Chelsea).


Poi Vialli decise di fare una nuova esperienza e andó al Chelsea, a quell'epoca allenato da Gullit. Sembravano due giocatori simili (molto solari fuori dal campo ed irruenti nel gioco), ma non andarono molto d'accordo. Gullit fu allontanato e Vialli vinse vari trofei anche con il Chelsea, insieme a Di Mattteo e Gianfranco Zola. Era l'inizio del periodo in cui la Premier League avrebbe sostituito la Serie A come campionato piú importante del mondo. Ma a quell'epoca chi andava in Inghilterra per noi era qualcuno a fine carriera, molto diverso da adesso.


Vialli fece addirittura il calciatore-allenatore, vincendo una Coppa delle Coppe, poi l'allenatore e basta. Dopo la fine del rapporto con il Chelsea non andó benissimo e divenne un commentatore sportivo molto apprezzato con Paolo Rossi. Poi, lui che abitava a Londra, si riavvicinó all'Italia quando fu chiamato a fare il dirigente accompagnatore (un po' come Gigi Riva prima di lui) alla nazionale di Mancini. Fu un periodo in cui si parló molto della sua lotta al tumore e del suo coraggio.


Poi vi furono gli Europei del Sogno Azzurro, con i suoi scherzi, il discorso alla squadra il giorno del suo compleanno, la scaramanzia durante i rigori, ed il belllissimo abbraccio con Mancini. Un grandissimo giocatore italiano ed amante della maglia azzurra. Penso che proprio il suo ruolo nell'Italia di Mancini abbia ri-cementato il grande amore degli italiani per lui. Un grazie a Mancini anche per questo.

Mi piace mostrare questa versione perché, come dice anche Sandro Modeo per Ultimo Uomo, la versione piú conosciuta (quello che ho anche io la notte della finale) é quella con Mancini in primo piano. Il momento é raccontato molto bene anche nel bellissimo documentario "La Bella Stagione".

Questo é dimostrato dall'amore dimostrato in questi giorni e da come sia rimasto nel nostro immaginario, tanto di piú di giocatori che hanno vinto piú classifiche cannonieri di lui (come Pulici, Pruzzo, Signori o Luca Toni) o hanno segnato piú reti di lui in Serie A (come Bettega, Graziani, Chiesa, Montella, Gilardino o Di Natale). Pensate anche a come é speciale il fatto che sia riuscito a giocare insieme a Mancini, Giannini, Baggio, Zola e Del Piero, alcuni dei piú grandi fantasisti italiani.

Il mio amore per lui é stato ad ondate: prima tanto ai tempi di Under 21 ed Euro 1988, poi si é affievolito con l'andamento di Italia '90 (doveva giocare Baggio con l'Argentina, poche storie) e certe sue dichiarazioni spaccone dopo il mondiale o ai tempi di Italia 1994. Poi ritornó con lo scudetto della Samp e l'anno della Champions, poi si affievolí ancora per il passaggio alla Juve (mentre Mancini restava alla Samp). Mi rendo conto ora che le cose non devono essere state facili per lui: da stella assoluta dal calcio italiano a quasi messo da parte (o completamente messo da parte, in nazionale) con l'esplosione di Baggio. Ora capisco come quelle ultime belle vittorie con la Juve siano state un'iniezione di orgoglio. Poi con la Nazionale, lui e Macini hanno chiuso il cerchio.

Gli snip delle foto sono dalla Gazzetta, SkySports Italia, Rivista 11, Ultimo Uomo, Storie di Altro Calcio, Instagram, Facebook e Twitter

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