É morto Salvatore Schillaci, per tutti Totó, il bomber delle Notti Magiche. Con lui si chiede un'altro cerchio degli attaccanti che hanno simboleggiato la nostra nazionale: Gigi Riva per Messico 1970, poi Paolo Rossi per Argentina 1978 e Spagna 1982, poi Luca Vialli per Messico 1986 e, purtroppo non in positivo, Italia 1990. Ora Schillaci, il capocannoniere ed eroe di Italia 1990, i mondiali giocati in casa, in cui la nazionale uscí in semifinale senza mai perdere una partita e subendo un solo goal.
Un incubo che mi assale ancora. Il finale piú brutto per una bellissima favola. Dopo quella sconfitta ero cosí deluso che smisi di seguire il calcio con la stessa passione e assiduitá per vari anni. L'Italia uscí ai rigori anche nei due mondiali che seguirono, capite perché a Germania 2006 quelli della mia generazione quasi non ci credevano?
Aveva solo 59 anni e se l'é portato via un tumore al colon. Era nato a Palermo e si mise in luce nel Messina, in Serie C e poi in B, prima con Scoglio, poi con Zdenek Zeman. Nel 1989 lo acquistó la Juve di Zoff, vincendo da protagonista la Coppa Italia e la Coppa UEFA (contro la Fiorentina di Roberto Baggio, che poi dovette, a malincuore, trasferirsi a Torino per giocare con i bianconeri la stagione successiva). Sembrava l'inizio di una grande carriera.
Le ottime prestazioni convinsero Vicini a portarlo al Mondiale. Pur partendo dalla panchina, lui e Baggio presero velocemente il posto di Vialli e Mancini/Carnevale. Schillaci divenne velocemente protagonista del torneo grazie alle sue reti (segnó in tutte le partite) e al suo sguardo spiritato. Vinse anche il premio come miglior giocatore della competizione (esagerato?). Giocherá anche altre partite in nazionale per le qualificazioni ad Euro 1992, poi finí il suo rapporto con la maglia azzurra.
Totó Schillaci sta per scoccare il tiro che forse sará la sua rete piú bella ad Italia '90. É stata una meteora, ma per quel mese ad Italia '90 sembrava proprio che stesse replicando la gloria di Paolo Rossi del Mundial 1982. Fu capocannoniere con 6 reti e arrivó secondo al Pallone D'Oro dietro Lothar Matthaus (un'esagerazione secondo me). Per un mese, lo amavamo tutti.
Avevamo da poco salutato Sven Goran Eriksson (e ricordato in quel post i tanti altri allenatori che ci hanno lasciati negli ultimi anni; nel bilancio di fine stagione dovrei iniziare a farlo anche per i calciatori). Ovviamente la morte prematura di Totó Schillaci ha suscitato una forte emozione in tanti paesi e tra tanti ex compagni di nazionale, ma anche fuori dal mondo del calcio.
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