28 marzo 2021

Il calcio italiano é in declino? Una breve riflessione


 Approfittiamo di questa sosta del campionato per le partite della nazionale (parleremo degli azzurri in un prossimo post) per affrontare un discorso che é tornato nuovamente quest'anno dopo i deludenti risultati delle squadre italiane nelle Coppe Europee. Ne hanno parlato molto sia sulla Gazzetta che altri media, come Ultimo Uomo. Vorrei dire anch'io la mia.

Per farlo, ho deciso di utilizzare due tavole statistiche. La prima mostra l'andamento delle squadre italiane nelle Coppe Europee dagli anni '50 in poi:

- Non ho incluso la Coppa delle Coppe e, per motivi analistici, ho considerato l'Europa League come un'erede della Coppa UEFA (per quanto i realtá ha assorbito entrambe le coppe, dato che le squadre vincitrici delle coppe nazionali hanno accesso all'Europa League).

- Il decennio 50-59 e 60-69 coprono solo la Coppa de Campioni perché la Coppa Uefa e iniziata dopo. Il decennio 20-29 é appean iniziato percui non ha molta utilitá hai fini statistici.

Se guardiamo quindi ai cinque decenni (dal 1970 al 2019) di intera rilevanza dei dati (per quando si puó discutere sul fatto che, dalla fine degli anni '90, l'accesso alla Champions é stata ampliata al di lá delle squadre vincitrici del proprio campionato, il che ha reso piú possibile per certe squadre di vertice trovare una presenza piú costante in Champions)  possiamo vedere che le nostre squadre di club hanno avuto una fase di crescita negli anni '70 ed '80 per raggiungere il culmine negli anni '90 (basta vedere le squadre finaliste oltre alle vincitrici in Champions).

Dopo di che é iniziato un lento ma inesorabile declino (ricordiamo tutti che gli unici casi di squadre italiane nelle prime quattro nell'ultimo decennio sono state l'Inter di Mourinho (campione), la Juve di Allegri (2 volte finalista) e la Roma di Di Francesco (semifinalista con il Liverpool). Basta. Molto indicativo come questo declino sia stato ancora piú marcato in Europa League, dove il nostro dominio 'bulgaro' degli anni '90 é diventato poi una sempre piú timida presenza.


Passiamo alla seconda tabella. Qui ho voluto limitarmi alla Champions, a partire dalla formula in cui l'accesso é stata consentito (nel caso dell'Italia) alle prime 2, poi tre poi 4 (oscillante in base al ranking UEFA ed ai vari preliminari) classificate nel precedente campionato di Serie A. Ho mostrato il numero di squadre italiane che, in ogni edizione, sono arrivate ad ogni fase della competizione (gli ottavi sono subentrati piú avanti, inizialmente c'erano due gironi di qualificazione prima dei quarti). 

In questo caso quindi, gli unici due decenni di rilevanza sono gli anni 2000 e gli anni '10. Ho diviso la sezione per quinquenni per facilitare il confronto. A guardare la differenza non é cosí netta (anche se molti diranno che la vittoria dell'Inter nel 2010 sia piú una vittoria del calcio e dei calciatori del decennio precedente). Sembra anzi che, grazie alla Juve di Allegri, ci sia stata una leggera risalita di posizioni rispetto ai primi 5 anni dello scorso decennio (in questo decennio, per'ora non siamo messi benissimo). 

Sarebbe utile aggiungere a queste statistiche anche i risultati della Nazionale Italiana ai vari Europei e Mondiali a cui ha partecipato e magari lo faremo quando parleremo della nazionale prima dei prossimi Europei. Peró ora lasciamo qualche commento di sostanza sui motivi su questo declino del nostro calcio (negli anni '90 eravamo quello che sono state le squadre spagnole nell'ultimo decennio, pure con piú varietá di squadre vincenti nelle coppe).

Si parla sempre di due aspetti, su cui io concordo molto: uno é quello tecnico, nei nostri settori giovanili, si allena troppo la tattica, o come evitare errori e rischi, invece di allenare di piu' la tecnica: il controllo del pallone, i fondamentali dello stop, il tocco di prima o i passaggi filtranti, il coraggio di un dribbling. Occorre incoraggiare di piu' i giovani a prendersi rischi, soprattutto in fase offensiva per poter fare la differenza. Nel calcio attuale é sempre piú essenziale avere giocatori che riescano a penetrare le difese piú chiuse.

L'altro é quello fisico/atletico. Anche qui credo che siamo indietro: le nostre squadre vengono spesso superate sul piano atletico. Occorre re-investire come fecero a suo tempo il Milan di Sacchi o la Juve del primo Lippi. Se sei forte atleticamente é difficile superarti, come dimostra anche l'Atalanta, l'unica squadra che fa del piano atletico un punto di forza (anche l'Islanda degli europei 2016 lo dimostra). La forma atletica non é tutto, ma senza, puoi avere tutti gli schemi e campioni che vuoi ma difficilmente prevarrai.

Poi c'é un altro aspetto di cui si parla poco in Italia ma che secondo me é molto importante: l'aspetto psicologico, per alcuni la mentalitá/personalitá. Molti giocatori di squadre italiane entrano in campo troppo impauriti. Occorre mostrare di non avere paura e lavorare su questo aspetto, come sta facendo Mancini, dopo i livelli bassissimi toccati con Ventura. Quando lo facciamo, diventiamo molto temibili (vedi l'Italia di Conte, o la Juve di Allegri). Insomma ci vorrebbe un Julio Velasco del calcio.



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