28 marzo 2020

I piu' forti allenatori dal dopoguerra ad oggi - i migliori allenatori delle nazionali

video da sito Gazzetta.it

Ormai questo blog non puo' non inziare con un piccolo diario su questi tempi di Coronavirus e sul nostro nuovo modo di vivere in quarantena.. senza incontrarci, abbracciarci e popolare le strade delle nostre citta'. Come dicevamo la settimana scorsa, dopo la prima fase di sorpresa, di cori sui balconi e tentativi estemporanei di sentirci comunque uniti, adesso stiamo iniziando a riflettere sui tempi lunghi di questa crisi e sulle macerie che potrebbe lasciare. Il virus si sta spandendo in Europa (la Spagna sta crescendo in maniera esponenziale) e negli Stati Uniti, da poco il paese con il maggior numero di contagiati (le scene di New York deserta sembrano il set di un film di Iena Plinsky). Nel frattempo tutti sono d'accordo che i numeri che circolano sono solo il 10% dei reali  contagiati, soprattutto contando quelli con pochi o zero sintomi.

Adesso iniziano a circolare proposte su come riavviare una vita piu' o meno normale e cercare di rilanciare l'economia, ad esempio cercando di avere un approccio basato piu' su una valutazione del rischio e  della vulnerabilita' rispetto a chi lasciare uscire di casa per tornare a lavorare (le persone sotto i 50 anni) e chi proteggere ancora di piu' (gli anziani, sicuramente i piu' vulnerabili). Io penso sara' inevitabile arrivarci, la rete non mostra il crescente disagio delle famiglie piu' povere e delle persone che piu' dipendono da un'attivita' commerciale o artigianale. Pero' serve una strategia comune e questo ancora non si vede, anche perche' gli Stati Uniti stanno abdicando dal loro ruolo abituale di leader nei momenti di emergenza.

Per ora la delusione maggiore pero' e' l'Unione Europea, tante parole ma pochissimi fatti concreti. Sicuramente abbiamo fallito in questo senso. Sarebbe stato il momento di annunciare un piano di aiuti alle fasce piu' deboli, di appoggio alle imprese ma anche la creazione di uno sforzo comune nella ricerca di un vaccino e di sistemi di controllo del contagio piu' rapidi ed efficaci, una taskforce di medici ed infermieri che possano aiutare nella risposta a seconda delle zone con maggiore bisogno di volta in volta, la creazione di unita' di terapia intensiva facilmente transportabili o smontabili che possa servire tutta Europa. Niente di tutto questo: ognun per se' e Dio per tutti.

Di calcio, giustamente, si parla sempre meno. Ormai stanno svanendo anche le speranze di finire i campionati e le coppe. Vedremo, e' ancora presto, pero' se pensiamo che le cose saranno rapide come in Cina credo che ci sbagliamo (anche qui, la strategia di ripresa graduale di cui parlavamo sopra potrebbe aiutare, pero' occorre parlarne piu' a fondo). Nel frattempo, sempre piu' sportivi e calciatori sono toccati dalla crisi. Ho voluto mettere in copertina la commovente interpretazione di You'll never Walk Alone da parte del personale di un ospedale inglese, che ha molto commosso anche Klopp.

Questo nome ci riporta al progetto di questi ultimi mesi, ovvero quello dei migliori allenatori dal dopo-guerra ad oggi. Potete trovare una spiegazione dei criteri utilizzati per questa ricerca qui, delle considerazioni sulle scelte che inevitabilmente sono state fatte qui e la lista completa dei migliori 126 allenatori dal dopoguerra ad oggi qui. Oggi, dopo aver fatto uno zoom sui migliori allenatori in attivita', e sui migliori allenatori ITALIANI dal dopoguerra ad oggi (20 su 126, siamo i piu' numerosi, anche tra quelli in attivita'!), vorrei presentarvi una graduatoria dei migliori allenatori in termini di titoli con la nazionale. Eccovi la lista e piu' sotto qualche considerazione.




Ed ora qualche considerazione:

- Abbiamo incluso solo i 26 allenatori che hanno raggiunto almeno 50 punti. Per questo non figurano grandi allenatori vincenti in nazionale come Marcello Lippi, Cesar Menotti, Luis Aragones o Arrigo Sacchi. Di questi 26 allenatori 5 sono ancora attivi, incluso Guus Hiddink, l'allenatore che forse ha raccolto punti com piu' nazionali diverse.

- La prima cosa che si nota in questa lista e' il grande dominio tedesco (il primo posto e' tedesco, con il semisconosciuto, almeno per i piu' giovani, Helmut Schon, la cui Germania e' stata protagonista negli anni '70 con Beckenbauer, Muller e Meier; tre dei primi sei in classifica sono tedeschi, incluso l'attuale CT Joachim Low; 8 allenatori su 26 in questa classifica sono tedeschi). Io credo che sia dovuto prima di tutto alla grande regolarita' dei tedeschi (penso che se si contassero anche i piazzamenti in finale o semifinale, la Germania sarebbe davanti ad Italia e Brasile). Pero' non e' tutto, c'e' di mezzo anche il fatto che gli allenatori della nazionale tedesca tendono a rimanere per cicli piu' lunghi e questo gli permette di raccogliere piu' risultati.

- La seconda cosa che si nota e' la grandissima presenza di allenatori sudamericani: 10 su 26 (sono 24 su 126 nella classifica completa). Il Brasile fa la parte del leone con cinque allenatori, tra cui Felipe Scolari, primo tra gli allenatori in attivita' a pari merito con il gia' citato Low, e tre allenatori nei primi sei. Ovvio che essere l'allenatore della nazionale piu' vincente di sempre puo' aiutare. Segue l'Argentina con Bilardo, Basile e Stabile. E' presente anche il maestro Oscar Tabarez per l'Urguay.

- Gli unici presenti per l'Italia sono l'amato Enzo Bearzot (buon settimo in compagnia di altri) e Ferruccio Valcareggi, non a caso due allenatori che hanno beneficiato di periodi piu' lunghi in nazionale, oltre che di due generazioni di campionissimi: quella di Riva, Rivera, Mazzola (finalista a Messico 1970) e quella di Rossi, Conti, Cabrini, Tardelli (del Mundial 1982). Che nostalgia! Contrariamente alle altre classifiche (quella generale e quella degli allenatori in attivita'), siamo meno presenti: 2 allenatori come l'Inghilterra e l'Uruguay, davanti alla Spagna (1) e dietro alla Francia e all'Argentina (tre).

- Tra questi 26 allenatori, gli unici che hanno sorpassato i 150 punti nella classifica generale sono stati Rinus Michels, Vicente del Bosque e Guus Hiddink (2 olandesi!), proprio grazie alle vittorie conseguite con i club. Il tutto a confermare il difficile connubbio tra questi due modi diversi di essere alleanatore di calcio.





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